Nel consueto appuntamento video mensile, il nostro Portfolio Manager Giorgio Broggi commenta i principali movimenti dei mercati a novembre ed esplora le sfide più rilevanti di fine 2025: dalle possibili dinamiche di bolla nell’Intelligenza Artificiale ai dati macro in arrivo dagli Usa. Puoi leggere la versione scritta qui sotto.
Novembre è stato un mese meno positivo rispetto ai precedenti ed è stato caratterizzato da una leggera volatilità, soprattutto nella seconda parte del mese. L’azionario delle maggiori geografie ha faticato, con solo l’Europa in territorio leggermente positivo (in euro).
A muovere i mercati è stato, ancora una volta, il tema dell’Intelligenza Artificiale (IA) con le paure di una “bolla” dei mercati. Nonostante gli ottimi utili di Nvidia e del settore tech americano in generale, il Nasdaq ha avuto un mini crollo durante il mese, per poi parzialmente riprendersi nelle ultime sessioni.
Ancora una volta, crediamo che le speculazioni su una bolla tech siano per il momento esagerate: i fondamentali aziendali rimangono straordinari per la maggior parte delle grandi aziende tech e le valutazioni ben più basse dei livelli raggiunti durante la corsa delle dotcom nel 2000. Il mini-riaggiustamento di novembre fa parte di un sano e normale andamento di mercato, ma rimaniamo ottimisti nel medio termine, sempre nel contesto di portafogli ben diversificati.
Novembre è stato anche il mese in cui abbiamo finalmente ricominciato a ricevere i consueti dati macro sull’economia americana, che erano stati ritardati dal blocco del governo Usa (shutdown). In linea con le nostre stime, questi dati dipingono un quadro macro in rallentamento, ma positivo. Il mercato del lavoro continua a mostrare qualche segno di stanchezza, ma crediamo che questo potrebbe spingere la Federal Reserve (Fed) a continuare a tagliare i tassi, e possa quindi essere positivo per i portafogli. I mercati sono d’accordo, e la fine di novembre ha visto un ritrovato ottimismo su un nuovo taglio a dicembre, dato ormai quasi per certo, aiutando la ripresa di fine mese.
Nel complesso rimaniamo cautamente ottimisti per il medio termine e relativamente sovraesposti al tema tech e IA, pur mantenendo uno scrutinio alto sui dati fondamentali delle aziende protagoniste di questo settore.
Dato del mese
Il numero che ha catturato la nostra attenzione il mese scorso è 26%: la differenza di performance azionaria registrata a novembre tra Alphabet (la società madre di Google) e Nvidia. Sebbene Nvidia sia stata il volto simbolo della rivoluzione dell’IA, non è l’unico attore in gioco. Altre grandi aziende tecnologiche continuano a investire in modo aggressivo, agendo sia come clienti che come concorrenti. Questo ci ricorda che, anche se il tema dell’IA è destinato ad accompagnarci ancora per qualche tempo, non dovremmo aspettarci una risposta omogenea da parte dei titoli azionari, nemmeno all’interno dello stesso settore.
Domanda del mese
Dobbiamo preoccuparci di una bolla IA?
La risposta è “non per il momento”. In aggregato, le valutazioni sono alte, ma giustificate da fondamentali solidi: utili in crescita sopra le attese, marginalità elevata, investimenti finanziati in gran parte da flussi di cassa e non debito.
Tra le altre cose, monitoriamo alcune metriche chiave: quanto interconnesse siano le aziende del settore tra di loro (per esempio Nvidia usa i servizi cloud di Oracle, che utilizzano a loro volta i chip di Nvidia stessa); la dimensione dei nuovi investimenti in tecnologia e quanto i nuovi investimenti siano finanziati da debito; quanto questi investimenti stiano effettivamente iniziando a generare ritorni di cassa tali da giustificarne tale crescita. E, naturalmente, l’andamento delle voci di bilancio chiave per le grandi protagoniste del settore.
Per il momento, crediamo che in aggregato i modelli di business delle grandi tech rimangano sostenibili e resilienti, anche a fronte di valutazioni elevate.
*Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.



