L’azionario europeo muove passi nella giusta direzione

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L’azionario europeo ha registrato un buon inizio d’anno, sovraperformando i titoli statunitensi. Resta da valutare se questo trend sia destinato a durare.

Ma da cosa dipende questo slancio? Ci sono diversi elementi che aiutano a spiegarlo.

Un primo elemento da considerare riguarda le valutazioni iniziali, storicamente più contenute in Europa. Come mostra il grafico, il rapporto Prezzo/Utili prospettico si è mantenuto su livelli in linea con la media degli ultimi dieci anni.

Rispetto al mercato statunitense, l’azionario europeo continua a trattare con uno sconto significativo, sebbene il divario si sia ridotto sensibilmente negli ultimi mesi.

E per quanto riguarda le aspettative? Le revisioni degli utili offrono un quadro misto: le stime per le aziende europee sono recentemente migliorate, mentre quelle statunitensi hanno registrato un lieve calo.

Il nodo centrale, però, sembra risiedere nel contesto macroeconomico. La crescita europea, debole ormai da tempo, ha pesato sul sentiment degli investitori.

Come mostra il grafico, la produzione industriale in Germania è in costante declino dal 2017. Considerata a lungo il cuore della crescita europea, la Germania stava già valutando un ampliamento della spesa pubblica ben prima delle recenti tensioni geopolitiche.

Tuttavia, iniziano a intravedersi segnali di cauto ottimismo. Il grafico seguente mostra la crescita dei prestiti nell’Eurozona: ancora contenuta, sotto il 2%, ma in lenta ripresa.

Allo stesso tempo, l’aggregato monetario più ampio sta accelerando, in parte a riflesso del graduale miglioramento del credito.

È probabilmente troppo presto per parlare di una svolta strutturale: la fiducia delle imprese nell’Eurozona – e in Germania in particolare – non mostra ancora segnali convincenti. Tuttavia, si tratta di un primo passo nella giusta direzione.ella giusta direzione.

Le incognite non mancano. Nel breve periodo, le politiche commerciali continueranno a far notizia – basti pensare al dazio del 25% sulle auto annunciato questa settimana dal governo statunitense. Nel lungo termine, l’Eurozona deve ancora affrontare sfide complesse legate alla competitività (come evidenziato da Mario Draghi) e all’invecchiamento demografico.

Detto ciò, le valutazioni restano interessanti, le revisioni degli utili sono stabili e iniziano ad emergere segnali incoraggianti sul fronte macroeconomico – il tutto senza aver ancora scontato l’eventuale impatto di una maggiore spesa fiscale in Germania. Un insieme di fattori che può sostenere un rinnovato interesse da parte degli investitori.

Nel primo trimestre abbiamo ridotto l’esposizione azionaria complessiva, rafforzando al contempo la posizione sull’azionario europeo nei portafogli più dinamici, alla luce dei segnali positivi sul fronte della crescita.

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