La Federal Reserve statunitense (Fed) si è riunita questa settimana per comunicare l’ultima decisione di politica monetaria dell’anno. Nello stesso momento, i membri del comitato che definisce i tassi d’interesse hanno pubblicato le nuove previsioni economiche per i prossimi anni. Abbiamo voluto approfondire tutto ciò nel dettaglio.
La decisione principale è stata in linea con le attese. Gli investitori si aspettavano un taglio del tasso di riferimento di 25 punti base, e il presidente Jerome Powell e i suoi colleghi hanno effettivamente deciso in tal senso. Allo stesso tempo, la Fed ha segnalato che il tasso attuale si trova “all’interno di un ampio intervallo di stime del livello neutrale”. Con parole più semplici, significa che i tassi potrebbero non scendere ancora per un po’.
Powell ha sottolineato la difficile combinazione tra un’inflazione sopra l’obiettivo e l’indebolimento del mercato del lavoro. Ma ha anche ribadito che, al momento, quest’ultimo rappresenta la principale fonte di preoccupazione per la Fed e che ciò giustifica il taglio dei tassi. Powell ha inoltre osservato che la crescita occupazionale potrebbe essere attualmente negativa, quindi più debole di quanto suggerito dai dati ufficiali.
Previsioni di crescita ottimistiche
Le proiezioni economiche della Fed hanno riservato spunti interessanti. Si tratta della somma delle previsioni formulate individualmente da ciascun membro del board. Rispetto alla stima di settembre, l’outlook sulla crescita economica del 2026 è migliorato in modo significativo: la Fed prevede ora un’espansione del 2,3% per il prossimo anno, rispetto all’1,8% precedente. Contestualmente, la previsione per l’inflazione nel 2026 è scesa dal 2,6% delle stime di settembre al 2,4% di dicembre. Riteniamo che questo rappresenti uno scenario piuttosto positivo, pur ricordando che è sempre bene non attribuire troppo peso a un singolo insieme di proiezioni, anche quando proviene dalla Federal Reserve.
Per quanto riguarda l’orientamento sui tassi, non ci sono stati cambiamenti di rilievo: in media, i membri prevedono forse un solo taglio nel 2026. Guardando però alle stime individuali, emerge che alcuni partecipanti considerano possibile addirittura un rialzo dei tassi nel 2026. Una mossa del genere sarebbe sorprendente allo stato attuale. Ma, se la crescita del Prodotto interno lordo americano dovesse davvero accelerare come previsto e, allo stesso tempo, la disoccupazione dovesse scendere, lo scenario diventerebbe più plausibile.
La Fed ha inoltre annunciato l’avvio di acquisti di Treasury Bill (titoli di Stato a breve termine emessi dal governo degli Stati Uniti per finanziare il debito pubblico) per garantire che nel sistema vi sia “un’ampia disponibilità di riserve”. Una decisione in larga parte attesa dagli analisti, ma che conferma la presenza di alcune pressioni nel mercato americano dei finanziamenti, evidenziate da una certa volatilità nei tassi del mercato monetario. Si tratta di un’operazione differente rispetto al Quantitative Easing – che prevede l’acquisto di titoli a lunga scadenza – utilizzato in passato dalla Fed. È comunque rassicurante vedere la banca centrale agire in modo proattivo, soprattutto con l’avvicinarsi di fine anno, anche se continueremo a monitorare la situazione.
Mercato del lavoro sotto i riflettori
Dove ci porta tutto questo? Come sempre, ci sono molte variabili in gioco, ma alcuni punti emergono chiaramente. La Fed ha tagliato i tassi come previsto, sulla base dei segnali di un mercato del lavoro indebolito (forse più di quanto riflettano i dati ufficiali). Ha inoltre indicato che l’attuale livello dei tassi è vicino al neutrale, suggerendo che un ulteriore cambiamento significativo richiederà una variazione dello scenario macroeconomico. La combinazione di un’inflazione ancora sopra il target e di un mercato del lavoro più debole rappresenta una sfida complessa per i policy-maker.
Detto questo, le nuove previsioni macroeconomiche appaiono piuttosto ottimistiche: stimano una crescita più forte il prossimo anno e un’inflazione più bassa. Se queste previsioni si riveleranno accurate, il quadro sarebbe decisamente favorevole per gli asset finanziari.
*Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.





