Portafogli bilanciati aggressivi: l’importanza della diversificazione

Un inizio anno difficile con l’inflazione che ha continuato a crescere e lo scoppio della guerra in Ucraina che ha esasperato la situazione economica internazionale. Variabili che hanno di fatto influenzato negativamente la crescita nei primi 5 mesi dell’anno. I dati preliminari sull’andamento del Pil per l’Eurozona e gli Usa, nel primo trimestre del 2023, hanno infatti deluso le aspettative, che già erano state riviste al ribasso nei mesi precedenti. Nell’Eurozona, nei primi tre mesi dell’anno il Pil è cresciuto dello 0.2%, annualizzato, meno delle attese e facendo registrare un deciso rallentamento rispetto ai numeri del 2021. Tutto questo, in un contesto in cui la Banca centrale europea ha già rivisto al ribasso le stime per la crescita del Pil, fissate per il momento a 3,7% nel 2022, 2,8% nel 2023 e 1,6% nel 2024. Non meglio i numeri negli Usa. Secondo i dati pubblicati dal Dipartimento del Commercio, nel 1° trimestre del 2022 il Prodotto Interno Lordo ha registrato una contrazione dell’1,4% rispetto al +6,9% indicato nel trimestre precedente. Si è dunque realizzato un peggioramento nonostante il rafforzamento dei consumi (+2,7% ). Un quadro economico internazionale non positivo che ha inevitabilmente avuto ripercussioni anche sui rendimenti degli investimenti.

Da inizio anno le performance di tutti i principali indici di mercato sono stati a dir poco deludenti. Come si può osservare nel grafico qua sotto, che rappresenta quattro indici azionari, c’è stato un costante peggioramento dei rendimenti. Se consideriamo, per esempio, il Ftse MIB si nota come dopo una partenza in positivo a marzo i rendimenti sono peggiorati toccando il -17%. Stesso trend ha registrato l’S&P 500, l’EuroStoxx 600 e l’Msci World. Questo a sottolineare un rendimento negativo generale del mercato, nei primi quattro mesi dell’anno.

Basandosi dunque sullo scenario internazionale, i nostri portafogli – sebbene anch’essi con rendimenti negativi in questa delicata fase- hanno registrato delle performance migliori rispetto agli indici globali analizzati. Questo grazie ad un’ottima diversificazione tra le asset class, a livello geografico e per valute. I ribilanciamenti che abbiamo messo in campo, volti ad aumentare la resilienza dei portafogli grazie ad esempio all’aumento del peso delle materie prime e dall’importante esposizione alla valuta dollaro, nel corso di questi mesi hanno contribuito ad attenuare la volatilità di questo periodo.

Siamo consapevoli che, in periodi di forte incertezza come quello che stiamo vivendo, gli investitori sono sottoposti ad un livello di stress molto elevato. Durante la crisi ucraina, così come quando nel 2020 è iniziata la pandemia, si è registrata una volatilità fuori dalla norma sui mercati. Non ci si deve però far prendere dal panico. Disinvestire potrebbe essere una scelta che può costare cara in termini di rendimenti futuri. Ci si deve ricordare come durante la pandemia l’indice S&P 500 ha perso oltre il 30% in appena 1 mese per poi recuperare in meno di 5 mesi quello perso. Restare focalizzati sui propri obiettivi di investimento, anche in termini di orizzonte temporale, consultarsi con il proprio consulente e guardare al lungo periodo sono i punti cardine da tenere a mente in questo periodo particolarmente turbolento dei mercati.

Chi si affaccia oggi sui mercati finanziari si trova di fronte un panorama caratterizzato da valutazioni migliori sulle varie asset class (tassi d’interesse piú alti per le obbligazioni e rapporti prezzo/fondamentali piú bassi per le azioni), e questo é un vantaggio, soprattutto per chi è orientato al lungo periodo.Considerando anche il costo della liquidità, data dall’alta inflazione, questi momenti di mercato negativo possono essere sfruttati per impiegare in maniera più efficiente i propri risparmi: mediando i valori d’acquisto e orientandosi verso un rendimento atteso di più lungo periodo.

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*Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.