Prima della riunione di mercoledì, la Federal Reserve si trovava in una posizione leggermente scomoda. Le banche centrali apprezzano veder riflettere sui mercati finanziari le aspettative delle loro decisioni. Tuttavia in questa occasione i mercati erano piuttosto divisi nelle aspettative, non era chiaro se la Fed avrebbe abbassato i tassi di interesse di 25 o 50 punti base.
Alla fine la Fed ha abbassato il suo tasso di riferimento di 50 punti base, il primo taglio dai tempi del COVID. 50 punti base rappresentano una mossa piuttosto aggressiva, solitamente utilizzata solo in tempi di crisi. Il presidente della Fed, Jerome Powell, ha dovuto quindi giustificare questa mossa, e al contempo rassicurare tutti sul fatto che non ritiene che l’economia degli Stati Uniti abbia un problema. Fortunatamente per la Fed, molti investitori erano già convinti che un taglio di 50 punti base fosse giustificato, anche se l’economia statunitense rimane in condizioni abbastanza buone. Powell aveva già preparato il terreno nel suo discorso a Jackson Hole in agosto, sottolineando che l’attenzione si sarebbe spostata dall’inflazione al rallentamento del mercato del lavoro, un passaggio necessario data la missione della Fed di mantenere sia la stabilità dei prezzi sia la piena occupazione.
Ma questo taglio di 50 punti base è davvero giustificato? A prima vista si potrebbe pensare di no. L’economia statunitense è ancora piuttosto robusta, come dimostrato da alcuni buoni dati sulle vendite al dettaglio all’inizio di questa settimana. La disoccupazione sta aumentando ma da livelli bassi, e quindi è ancora sostenibile. I posti di lavoro vengono ancora creati e i salari reali stanno crescendo abbastanza bene. D’altra parte, è evidente che il mercato del lavoro si sta indebolendo: la disoccupazione sta aumentando, dopotutto, e i posti di lavoro non sono più numerosi come una volta. E questo deterioramento potrebbe chiaramente accelerare.
Allo stesso tempo la Fed, tagliando adesso 50 punti base, non ha rinunciato a molto. Powell ha sottolineato con forza che i tagli di 50 punti base non rappresentano “il nuovo ritmo” per la banca centrale statunitense. Le aspettative del mercato su dove sarà il tasso di riferimento alla fine dell’anno non sono cambiate granché dopo l’annuncio. Quindi sembra che la Fed sia riuscita a inviare un segnale forte che sosterrà il mercato del lavoro, mantenendo allo stesso tempo sotto controllo le aspettative di futuri tagli dei tassi.
Cosa significa per i mercati? Possiamo dire che la mossa della Fed è decisamente positiva. Powell ha indicato il mercato del lavoro come focus senza sollevare particolari preoccupazioni sullo stato attuale dell’economia. La relazione tra tagli dei tassi di interesse e mercati azionari non è sempre chiara. Ciò che conta di più, secondo noi, è se i tagli dei tassi coincida o meno con una recessione. I dati attuali suggeriscono che gli Stati Uniti non sono in recessione e che un atterraggio morbido, con una crescita rallentata, è lo scenario più probabile. Questo scenario dovrebbe sostenere gli asset rischiosi.
Dove potremmo sbagliarci? Ci sono almeno due punti critici. Il primo è che l’economia statunitense si riveli più debole di quanto pensiamo. Il mercato del lavoro sta rallentando e forse quel rallentamento accelererà. Non è il nostro scenario principale oggi, ma continueremo a monitorare da vicino i dati macroeconomici. Il secondo riguarda l’inflazione. Il messaggio della banca centrale statunitense è che l’inflazione non è attualmente la sua principale preoccupazione, anche se è ancora un po’ più alta di quanto vorrebbe. Con la domanda interna negli Stati Uniti ancora abbastanza solida, è possibile che l’inflazione possa riprendere slancio più velocemente di quanto la Fed e gli investitori si aspettino. Non è il nostro scenario principale oggi, e probabilmente non sarà un problema nei prossimi trimestri, ma è qualcosa da considerare.
Detto ciò, riteniamo che l’inizio di un ciclo di allentamento unito e un’economia statunitense ancora in crescita siano una combinazione positiva e, se si manterrà, sarà un risultato molto migliore di quello che in tanti avevano previsto diciotto mesi fa.
*Gli investimenti in strumenti finanziari sono soggetti alla variabilità del mercato e possono determinare la perdita, in tutto o in parte, del capitale inizialmente investito.