Negli ultimi sei mesi, l’azionario dei mercati emergenti ha registrato una performance solida (vedi grafico sotto). È il momento di tirare le somme e capire cosa sta guidando questa performance.

Dal punto di vista delle valutazioni, l’azionario dei mercati emergenti ha registrato una forte rivalutazione negli ultimi trimestri, come mostra il grafico del rapporto prezzo/utili anticipato qui sotto. Questo rapporto confronta il prezzo di mercato con gli utili attesi, fornendo un’indicazione delle aspettative degli investitori. La rivalutazione è stata sostenuta dal crescente ottimismo verso la Cina e le società tecnologiche dell’area.

Se confrontiamo la valutazione dell’azionario dei mercati emergenti con quello europeo, notiamo una dinamica di rivalutazione analoga, anche se i mercati emergenti risultano tuttora scambiati a sconto rispetto all’Europa.

Due facce della performance
Concluse le considerazioni sulle valutazioni, possiamo osservare che, sul fronte degli utili, i mercati emergenti hanno mantenuto una performance solida. Il grafico seguente mostra le stime di crescita degli utili per il 2025 per Stati Uniti, Europa e mercati emergenti, evidenziando come tali previsioni si siano evolute negli ultimi diciotto mesi.
Come abbiamo già osservato, le aspettative di crescita degli utili europei per quest’anno sono diminuite bruscamente, mentre quelle per Stati Uniti e mercati emergenti sono rimaste, nel complesso, stabili.

Passando ai rendimenti, vediamo che i mercati emergenti si posizionano piuttosto bene. Il grafico seguente mostra il Return on Equity (ROE), cioè quanto profitto le aziende generano rispetto al capitale investito dagli azionisti, per Stati Uniti, Europa e mercati emergenti.
Come già osservato in passato, i rendimenti delle società statunitensi hanno costantemente superato quelli del resto del mondo – un fattore che contribuisce a spiegare le valutazioni più elevate riconosciute all’azionario americano. Tuttavia, i mercati emergenti hanno in genere registrato un ROE superiore rispetto all’Europa, e questo rimane vero anche oggi.

Un’eccezione nella storia dei mercati
Dal confronto con l’Europa emerge che i mercati emergenti presentano una crescita degli utili più robusta, un ritorno sul capitale più elevato e valutazioni più basse – fattori che riflettono in parte il rischio politico e geopolitico. In linea teorica, tali caratteristiche dovrebbero tradursi in una performance superiore.
Eppure, se guardiamo un po’ più indietro, la realtà appare diversa. Il grafico seguente mostra i rendimenti di diversi ETF azionari negli ultimi dieci anni: i mercati emergenti hanno registrato performance leggermente inferiori a quelle europee, mentre entrambi sono stati nettamente superati dagli Stati Uniti.

Pensiamo che una parte della spiegazione risieda negli utili. Gli utili delle società dei mercati emergenti, in generale, sono rimasti indietro rispetto a quelli dei concorrenti globali.
Il grafico seguente mostra l’andamento degli utili degli ultimi dieci anni per Stati Uniti, Regno Unito, Europa e mercati emergenti – con questi ultimi stabilmente in fondo alla classifica. Sembra quindi che la crescita relativamente più forte degli utili osservata quest’anno nei mercati emergenti rappresenti un’eccezione rispetto alla tendenza storica.

Come ci si potrebbe aspettare, la performance dell’azionario dei mercati emergenti è più o meno (anche se non perfettamente) correlata agli utili societari, come mostra il grafico seguente.

Il tallone d’Achille dei mercati emergenti
Dove ci porta tutto questo? A nostro avviso, il caso per l’azionario dei mercati emergenti resta solido: buona crescita degli utili, valutazioni ancora interessanti rispetto ad altri mercati (seppur più elevate rispetto a un anno fa) e una redditività costante.
In passato, gli utili hanno rappresentato il vero tallone d’Achille, rimanendo inferiori rispetto a quelli dei concorrenti globali.
Oggi, però, le prospettive sembrano un po’ più ottimistiche, grazie ai segnali di miglioramento della redditività in Cina, a un contesto macroeconomico complessivamente favorevole nei mercati emergenti e a un outlook positivo per la spesa tecnologica che dovrebbe favorire molte società a Taiwan e in Corea.
È comunque una tesi rilevante, che merita di essere monitorata con attenzione. Continuiamo a mantenere una quota di azionario dei mercati emergenti nella maggior parte dei nostri portafogli modello di medio e alto rischio.
*Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.





