Le elezioni statunitensi si avvicinano sempre di più, ma l’esito rimane incerto.
Per quanto riguarda il posizionamento dei nostri portafogli, abbiamo mantenuto il focus sulle prospettive macroeconomiche nel lungo termine, evitando di farci distrarre dal rumore politico nel breve.
Riteniamo che le prospettive per l’economia americana siano solide, con una crescita robusta e tassi di interesse più bassi, fattori che dovrebbero sostenere gli asset finanziari.
Tornando alle elezioni, emergono tre domande fondamentali, per le quali non esistono risposte semplici. Innanzitutto: chi vincerà la presidenza? Vedremo una vittoria netta di una delle due parti o un risultato frammentato, in cui il controllo della Camera, del Senato e della Casa Bianca viene sostanzialmente suddiviso tra repubblicani e democratici? Infine, quale sarà la reazione dei mercati?
I sondaggi indicano un incremento della probabilità di una vittoria di Trump, ma è ancora prematuro fare previsioni definitive. Attualmente, le probabilità si attestano attorno al 55-45 o simili. Di conseguenza, ciò suggerisce che la possibilità di un successo repubblicano è maggiore, anche se lo scenario principale continua a essere quello di un risultato frammentato. È anche probabile che ci vorranno dei giorni prima che il risultato finale venga confermato, il che potrebbe rendere l’intero processo ancora più confusionario.
Per quanto riguarda la reazione dei mercati, la storia indica che i risultati frammentati tendono a essere i più favorevoli per l’azionario, suggerendo che, in generale, i mercati preferiscono un certo grado di inerzia legislativa. Inoltre, storicamente, i mercati azionari statunitensi tendono a rimanere piuttosto cauti nei periodi precedenti le elezioni presidenziali, per poi registrare un rally successivo. Tuttavia, nell’attuale contesto politico polarizzato, esiste la possibilità di una certa volatilità immediatamente dopo le elezioni.
In termini generali, i repubblicani tendono a sostenere tasse più basse, una regolamentazione meno stringente e tariffe più elevate sulle importazioni. Ciò potrebbe significare che le azioni statunitensi si comporteranno meglio delle azioni non statunitensi, data l’importanza del mercato americano. Allo stesso modo, un governo democratico potrebbe comportare tasse più alte per le aziende e dazi marginalmente inferiori.
Per quanto riguarda ciò che è già prezzato nei mercati, si tratta di un’altra domanda senza risposta. I commentatori ci ricordano che nel 2016 le due convinzioni predominanti—”Clinton vincerà e i mercati scenderanno in caso di vittoria di Trump”—si sono rivelate entrambe sbagliate.
L’attuale posizione del nostro team di Asset Allocation è che i mercati azionari stanno attualmente prezzando una vittoria di Trump, considerandola un fattore abbastanza positivo, probabilmente data la prospettiva di una riduzione delle tasse per le aziende.
Sul fronte obbligazionario, il recente aumento dei rendimenti riflette parzialmente una visione meno ottimistica riguardo ai tagli dei tassi di interesse. Questo è in parte dovuto a dati macroeconomici più robusti, ma gli investitori sono anche consapevoli che una vittoria di Trump probabilmente comporterebbe dazi più elevati e un deficit fiscale maggiore, entrambi fattori che in potenza potrebbero favorire l’inflazione – oltre che portare a una maggiore pressione politica sulla Federal Reserve statunitense.
*Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.