Nelle ultime settimane si è tornato a parlare molto di criptovalute, con il Bitcoin protagonista di un nuovo rally. Nonostante qualche scossone ad aprile, la criptovaluta ha raggiunto nuovi massimi storici, riaccendendo l’interesse degli investitori e dei media. Ma cosa sta alimentando davvero questa euforia?
Il Bitcoin spinge verso l’alto
L’impennata recente del Bitcoin non è frutto di un solo fattore, ma di una combinazione di dinamiche economiche, politiche e di mercato.
La convergenza di interessi tra mondo crypto e Casa Bianca ha creato un humus estremamente favorevole per questo mondo. La Securities and Exchange Commission (Sec) – l’autorità federale americana che controlla cosa succede in Borsa – ha recentemente sospeso o archiviato alcune cause contro grandi nomi del settore, come Binance, Ripple, Robinhood e Coinbase. Questo cambio di rotta ha rafforzato la fiducia nel comparto.
La decisione della Sec arriva a seguito della svolta pro-crypto impressa dall’amministrazione Trump. Il precedente presidente dell’ente federale statunitense preposto alla vigilanza delle borse valori (l’equivalente a stelle e strisce dell’italiana Conosob), Gary Gensler, aveva sempre adottato un approccio piuttosto rigido nei confronti del settore delle criptovalute.
La nuova amministrazione, invece, è di diverso avviso. A gennaio, Trump ha offerto un primo assaggio di quella che potrebbe essere una riserva nazionale di criptovalute, firmando un ordine esecutivo per l’istituzione di una riserva strategica in Bitcoin. L’obiettivo? Integrare gradualmente Bitcoin nel sistema finanziario statunitense e contribuire alla stabilità del dollaro.
Nonostante la Bitcoin Reserve Bill non abbia poi superato l’iter a livello statale, il fatto stesso che se ne discuta apertamente a certi livelli segnala un cambiamento nel clima politico e istituzionale attorno agli asset digitali.
Sta tornando con forza anche l’interesse dei grandi investitori istituzionali. Gli ETF spot su Bitcoin, approvati negli Stati Uniti nel 2024, permettono di investire in modo semplice e regolamentato senza dover acquistare e conservare direttamente la criptovaluta, e hanno registrato recentemente afflussi netti significativi e costanti.
Nelle ultime settimane, inoltre, il contesto macro ha beneficiato di un clima di maggiore fiducia, sostenuto dai progressi nei negoziati sulle tariffe commerciali e dal rallentamento dell’inflazione. Questi fattori hanno rafforzato le aspettative di tagli più decisi da parte della Fed, alimentando l’ottimismo degli investitori.
Rischio e rendimento: il profilo unico del Bitcoin
Dal punto di vista finanziario, il mondo crypto è in continua evoluzione. Analizzato come asset singolo, il Bitcoin presenta un profilo di rischio-rendimento estremo.
La sua storia è caratterizzata da rendimenti eccezionali, ma anche da drawdown significativi, che in passato hanno raggiunto anche l’80%. È un asset che richiede cautela e che, se non gestito correttamente, può esporre un portafoglio a oscillazioni violente. Va menzionato, però, che le caratteristiche di rischio e rendimento sono cambiate, e con un’adozione più diffusa e la capitalizzazione sempre più rilevante, la volatilità ha continuato a scendere, come si può vedere nel grafico qui sotto.
Quanto è davvero decorrelato?
Se guardiamo alla correlazione a un anno, emergono alcuni aspetti interessanti. Col tempo, la correlazione con le asset class tradizionali è andata via via facendosi più significativa. Episodi di forte appetito per il rischio, come 2021, 2023 e inizio 2025 sono caratterizzati da picchi nella correlazione. Tuttavia, nonostante spesso i giornali lo paragonino all’andamento delle Borse, questa correlazione resta comunque moderata, come si può notare nel grafico qui sotto.
Se confrontiamo il livello di correlazione del Bitcoin con quello delle asset class più rischiose presenti nei portafogli, emerge un dato interessante: il Bitcoin risulta meno correlato all’azionario americano rispetto, ad esempio, alle obbligazioni High Yield o all’azionario internazionale (escluso Usa ed emergenti).
Più della statistica: il valore nella narrativa
È importante ricordare che la correlazione – per quanto utile – ha dei limiti. Si tratta di una misura statistica che non racconta sempre tutta la storia. In economia, due asset si muovono in modo simile quando condividono gli stessi “motori”: ad esempio, due azioni dello stesso settore possono reagire nello stesso modo alle notizie sugli utili o al sentiment degli investitori.
Dietro alla correlazione ci sono sempre fattori economici specifici. Capirli aiuta a leggere meglio i dati e a costruire portafogli più robusti. È proprio per questo che la scelta delle asset class diventa cruciale: combinare strumenti che reagiscono in modo diverso agli stessi eventi di mercato è il cuore di una buona strategia di diversificazione. Non si tratta solo di moltiplicare gli investimenti, ma di scegliere asset che possano bilanciarsi tra loro, contribuendo a ridurre la volatilità complessiva del portafoglio e a migliorarne la tenuta nei momenti di incertezza.
Tramite la lente della “narrativa”, possiamo quindi capire meglio il potenziale di diversificazione. A differenza di un’azione o di un’obbligazione, il Bitcoin non genera flussi di cassa. Il suo valore deriva da altri fattori, primo fra tutti la sua scarsità programmata.
L’offerta di Bitcoin è matematicamente limitata a 21 milioni di monete, una caratteristica che lo protegge dall’inflazione derivante dalla stampa di moneta da parte delle banche centrali.
Proprio per queste caratteristiche, il Bitcoin viene spesso visto come una possibile protezione contro l’inflazione e la perdita di valore delle valute tradizionali – un ruolo che in passato è stato svolto dall’oro. Un esempio concreto, tra i più eclatanti: tra gli utili di NVDIA (la variabile più osservata del momento) e il Bitcoin non c’è una relazione fondamentale diretta, e da questo deriva la diversificazione.
La proporzione conta
Il Bitcoin resta un asset complesso, che va trattato con cautela. Ma proprio per la sua unicità – scarsità, indipendenza dalle politiche monetarie, natura digitale – può rappresentare un’opportunità interessante all’interno di una strategia ben diversificata e orientata al lungo termine.
Come sempre, il punto chiave è la proporzione: valutare il ruolo del Bitcoin all’interno del portafoglio in base al proprio profilo di rischio e agli obiettivi finanziari.
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