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Cosa farebbe Warren Buffett?

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⏳ Tempo di lettura: 8 minuti

Basta nominarlo per pensare al successo nel mondo della finanza. Su di lui sono state scritte infinite pagine per cercare di capirne i segreti. Tantissimi investitori hanno provato a imitarlo. Ma quello di Warren Buffett resta un caso unico nella storia dei mercati.

Il 3 maggio scorso, ‘l’oracolo di Omaha’ ha annunciato che dopo 60 anni lascerà la guida della sua Berkshire Hathaway. Questa svolta epocale rappresenta l’occasione per riflettere su cosa abbia davvero reso Buffett una leggenda del mondo della finanza e per capire quali siano i suoi insegnamenti validi per tutti gli investitori.

Il predestinato della finanza

Facciamo un passo indietro e ripercorriamo in sintesi la storia personale di Buffett. È il marzo 1942, siamo a Omaha, nel Nebraska, in quella che ancora oggi è l’America meno conosciuta, quella lontana dagli sfavillanti grattacieli di New York e dagli assolati boulevard di Los Angeles. Il Paese è entrato da poco nella Seconda Guerra Mondiale, dopo l’attacco giapponese a Pearl Harbour del dicembre precedente. Tutta la nazione è coinvolta nello sforzo collettivo per sostenere il conflitto.

Per le strade di Omaha c’è un bambino, non ancora 12enne, che cammina pensieroso. Viene da una buona famiglia, il padre di lì a pochi mesi verrà addirittura eletto al Congresso. Lui a scuola è bravissimo, ma in testa ha già molto altro. È appassionato di finanza, Borsa, investimenti, aziende. E, nel pieno di una guerra, ha appena comprato le sue prime azioni in Borsa.

È un predestinato: infatti quello è solo l’inizio di una carriera che continua ancora oggi e che lo ha reso un vera e propria leggenda della finanza. A 13 anni quel ragazzo fa i classici lavoretti per guadagnare qualche soldo (175 dollari al mese consegnando a domicilio i giornali). A 14 anni ha messo da parte 1.200 dollari con cui compra un appezzamento che dà in gestione a un agricoltore.

È ancora molto giovane, ma si sente già pronto per concentrarsi sul business, cosa che però il padre non gli permette, obbligandolo a proseguire gli studi. Così quel ragazzo a 17 anni si scrive a Economia, all’Università della Pennsylvania, specializzandosi poi alla Columbia University nel 1951.

In quel momento, ha già messo da parte 10mila dollari – una cifra notevole per l’epoca – nella prospettiva di proseguire la propria precoce vocazione da investitore. Uscito dall’università lavora per varie istituzioni finanziarie, con l’idea di mettersi via un tesoretto utile a inseguire il suo sogno.

La svolta arriva a 26 anni, quando fa il salto e decide di aprire il suo primo fondo d’investimento, con 105mila dollari raccolti da parenti e amici. Gli affari vanno benissimo, l’economia americana corre nel pieno del boom economico del dopoguerra e così, nel 1965, quel giovane ragazzo è in grado di comprare un’azienda tessile di Omaha in grande difficoltà.

Si chiama Berkshire Hathaway e quel ragazzo la trasfomerà nel giro di due decenni in una delle holding finanziarie più potenti del mondo. Da quel 1965, il valore di Berkshire è cresciuto del 4.000.000% – sì, quattro milioni per cento – contro il 31.000% dell’indice S&P 500. L’artefice di tutto questo è quel ragazzino che a 12 anni camminava per le vie di Omaha con le sue prime azioni in tasca. Il suo nome è Warren Buffett.

I principi d’investimento dell’oracolo di Omaha

Ma qual è stato, in tutti questi decenni, il segreto degli investimenti di Buffett? L’essenza della sua filosofia sta tutta in una frase: “Comprate solo qualcosa che sareste perfettamente felici di tenere anche se il mercato chiudesse per 10 anni”. La pazienza e la visione a lungo termine sono gli ingredienti della ‘ricetta’ che ha permesso all’oracolo di Omaha di generare rendimenti annualizzati dal 1965 al 2023 di quasi il 20%, battendo sistematicamente quelli generati dallo S&P500, che si è fermato a un rendimento medio annualizzato del 10%.

Eppure, dietro a questo successo straordinario non ci sono algoritmi segreti o informazioni privilegiate. Buffett non ha mai utilizzato computer complessi o modelli matematici avanzati. Il suo metodo è sorprendentemente semplice: identificare aziende di qualità, comprarle a un prezzo ragionevole e, soprattutto, mantenerle per decenni.

Una volta, rispondendo a una giornalista che lo intervistava, ha detto che “il miglior momento per vendere un’azione è mai”, spiegando che in realtà il vero segreto del suo successo non è trovare la prossima Amazon o la prossima Apple, ma avere la pazienza di restare investito mentre le aziende crescono organicamente anno dopo anno.

Se dovessimo però sintetizzare le regole d’oro che Buffett ha seguito in questo viaggio di oltre 60 anni, potremmo dividerle in cinque punti fondamentali.

1. Investi solo in ciò che comprendi veramente

Buffett chiama questo il “cerchio della competenza”. La sua idea è che non conta quanto quel cerchio sia grande, cioè quante cose si sanno fare, ma conta conoscere il perimetro e restarci dentro. Per esempio, durante la bolla delle “dot-com” alla fine degli anni 90, quando tutti investivano freneticamente in qualsiasi azienda con un .com alla fine del nome, lui si teneva alla larga e risparmiava miliardi, perché di quel settore sentiva di sapere troppo poco.

Al tempo molti lo guardavano con scetticismo e lo additavano a “finito” e a “fossile del passato che non comprende il futuro”. Ma a queste accuse lui ha sempre ripetuto che “il rischio viene dal non sapere quello che si sta facendo”.

2. Cerca aziende con un ‘fossato’ di difesa

Cosa significa? Si tratta di aziende che hanno un vantaggio competitivo tale da proteggerle davvero dalla concorrenza. Buffett ha sempre cercato di applicare questo principio a tutti i suoi investimenti.

Basti pensare a Coca-Cola, di cui è un grande azionista da 30 anni, che ha nel suo marchio mondiale quel fossato di difesa. Oppure ad Apple, che ha nel suo ecosistema integrato il suo più grande vantaggio competitivo. O ancora ad American Express, che ha nelle partnership e nella rete di commercianti la difesa più grande da tutti i suoi competitor.

3. Investi in aziende con un management solido

Buffett lo dice sempre: “Quando un’azienda con una buona reputazione incontra un management con una cattiva reputazione, è la reputazione del management che prevale”.

Non a caso, una delle grandi motivazioni per cui secondo lui Apple è uno dei suoi più grandi investimenti è che l’azienda è sempre stata guidata da personaggi di rilievo come Steve Jobs e Tim Cook, considerati da molti tra i più grandi manager dell’ultimo secolo.

4. Compra con un margine di sicurezza

Per Buffett non basta che un’azienda sia valida, deve anche essere disponibile a un prezzo ragionevole rispetto al suo valore intrinseco. Come dice lui, “Il prezzo è ciò che si paga, il valore è ciò che si ottiene”.

Questo vuol dire, secondo la sua filosofia, che non c’è nulla di peggio che investire in un’ottima azienda che costa tanto, perché a quel punto non c’è nulla, come investitore, che si possa guadagnare davvero.

5. Abbi pazienza

Questo punto è forse il più importante ed è condensato in una delle sue citazioni più famose: “Il mercato azionario è un posto dove gli impazienti danno soldi ai pazienti”. Puntare sul lungo periodo è quindi la chiave del successo nel mondo degli investimenti.

Il mercato premia la visione a lungo termine

Ma perché, secondo Buffett, questa visione a lungo termine funziona così bene? Per lui, ci sono almeno quattro motivi fondamentali:

  • Il primo è puramente statistico: la storia dimostra che, nonostante guerre, crisi e recessioni, i mercati azionari nel lungo periodo tendono sempre a salire. Basti pensare che dal 1926 ad oggi, non esiste un solo periodo di 20 anni in cui il mercato azionario americano abbia registrato rendimenti negativi.
  • Il secondo è l’interesse composto, quello che Einstein aveva definito “l’ottava meraviglia del mondo”. In sintesi, quando vengono reinvestiti i guadagni, questi generano a loro volta nuovi guadagni, creando un effetto esponenziale col passare del tempo. Buffett stesso una volta ha ammesso: “La mia ricchezza proviene da una combinazione di vivere in America, avere qualche gene fortunato e l’esistenza dell’interesse composto”. Non a caso Buffett ha guadagnato il 99% della propria ricchezza dopo i 50 anni, perché l’azione dell’interesse composto lo ha portato a trarne i benefici proprio nel lungo termine. 
  • Il terzo motivo è più pratico e cioè che il lungo termine minimizza costi e tasse. Infatti, ogni volta che si compra o si vende, si pagano commissioni e potenzialmente tasse sui guadagni. L’investitore che fa trading frequente ‘regala’ una parte significativa dei suoi rendimenti a intermediari e fisco, mentre chi investe a lungo termine minimizza questo impatto.
  • E infine, investire a lungo termine fa evitare di cercare di prevedere i movimenti di mercato a breve termine. Anche su questo, Buffett ha sempre avuto una posizione chiara: “Ho visto molte persone fallire perché cercano di indovinare il momento giusto per entrare e uscire dal mercato”. Lui invece si è sempre concentrato sulla qualità delle aziende, non sulle fluttuazioni quotidiane.

Gli errori da evitare

Oltre a sapere ciò che Buffett ha sempre fatto, è altrettanto importante sapere ciò che non ha fatto, per imparare a evitare errori che potrebbero avere effetti negativi sugli investimenti. Anche qui, possiamo identificare 5 aspetti:

  • Il primo è che Buffett non segue mai la folla. Il suo mantra è: “Sii timoroso quando gli altri sono avidi, e avido quando gli altri sono timorosi”. Basti pensare che nel 2008, mentre il mondo finanziario crollava, Buffett investiva miliardi in aziende solide a prezzi stracciati. È arrivato addirittura a dire: “Mi piace quando le cose che compriamo scendono, perché così è possibile acquistarne altre, ma questa volta a sconto”. Quello che per molti può rappresentare un momento di panico, e cioè il ‘rosso’ dei mercati, per Buffett è un’opportunità, perché per lui l’andamento del prezzo di un’azione non dice se valga la pena o meno comprarla: ciò che conta è il potenziale futuro dell’azienda rispetto al suo prezzo attuale.
  • Un’altra cosa che Buffett non fa mai è reagire alle notizie quotidiane. Una volta disse addirittura che sarebbe un investitore migliore se vivesse in un luogo isolato dove il prezzo delle azioni gli arriva solo una volta all’anno.
  • Il terzo punto è che Buffett non usa la leva finanziaria, cioè non prende grandi cifre a prestito per fare i suoi investimenti. E il motivo è che vedrebbe questi debiti solo come dei rischi aggiuntivi e come dei limiti alla pazienza di cui necessita perché le sue scelte paghino.
  • E infine Buffett punta a non pagare mai troppo, cioè non si fa prendere dalle mode e non cade nelle bolle. Nel 2008, prima della crisi, in una famosa lettera agli azionisti, scrisse che “un atteggiamento pessimista è controproducente in tempi normali. A volte, però, è essenziale: quando mercati o interi settori vanno troppo oltre, la prudenza è necessaria”.

Le lezioni di Buffett per tutti gli investitori

Al di là delle dimensioni degli investimenti e dei guadagni di Buffett rispetto all’investitore medio, ci sono alcuni principi che guidano le sue attività e che valgono per tutti.

1. Adotta una prospettiva di lungo periodo

Per avere più probabilità di guadagnare dagli investimenti, non bisogna ragionare in termini di settimane o mesi, bensì di decenni, pensando all’investimento come a un’attività di lunga durata e non a qualcosa che si esaurisce nell’arco di poco tempo. “Se non sei disposto a possedere un’azione per 10 anni, non pensare nemmeno di possederla per 10 minuti”, ha detto Buffett.

2. Investi con calma e disciplina

In secondo luogo, possiamo imparare a investire regolarmente, indipendentemente dalle condizioni di mercato. Buffett non ha mai cercato di prevedere i ribassi improvvisi o i rally, piuttosto ha continuato a investire costantemente, aumentando gli acquisti quando i prezzi scendevano.

3. Cerca gli strumenti migliori

Inoltre, possiamo cercare gli strumenti di investimento migliori per il lungo termine. Sì, perché non tutti possono analizzare bilanci aziendali come Buffett, ma le alternative ci sono. Per esempio, lo stesso Buffett ha suggerito che dopo la sua morte, il 90% del denaro lasciato a sua moglie dovrebbe essere investito in un ETF.

4. Diversifica il tuo portafoglio

Un altro punto fondamentale è la diversificazione degli investimenti. Secondo Buffett, soprattutto gli investitori che non sono esperti di finanza dal punto di vista tecnico dovrebbero puntare a diversificare il proprio portafoglio per non rischiare più del dovuto investendo in singole azioni.

5. Resta informato

Buffett ha sempre detto che “l’investimento nella conoscenza paga il miglior interesse”. Basti pensare che ancora oggi, a oltre 90 anni, passa gran parte della sua giornata a leggere.

Abbiamo quindi visto alcuni principi cardine dell’investimento di Buffett: la calma, la visione a lungo termine e la disciplina nel portare avanti un piano negli anni. Ecco, questi sono esattamente i principi che guidano ogni giorno il lavoro dei nostri consulenti e professionisti, che li traducono in strumenti d’investimento pratici e accessibili a tutti.

Per esempio, ci concentriamo su questi elementi con i nostri portafogli di ETF, che sono costruiti in modo tale da offrire un’esposizione ad aziende di qualità in tutto il mondo, minimizzando i costi di gestione e massimizzando i benefici di lungo periodo.

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*Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.