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Cosa abbiamo imparato dai mercati a ottobre

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⏳ Tempo di lettura: 3 minuti

Nel consueto appuntamento video mensile, il nostro Portfolio Manager Giorgio Broggi commenta i principali movimenti dei mercati nel mese di ottobre ed esplora gli scenari futuri, in particolare sugli investimenti legati all’Intelligenza Artificiale (IA). Puoi anche leggere la versione scritta qui sotto.

Ottobre è stato un mese molto particolare per i mercati, soprattutto per via del blocco delle attività del governo negli Usa (shutdown), che ha ritardato o in molti casi addirittura impedito la pubblicazione di molti dati chiave a cui gli investitori guardano per capire lo stato dell’economia. 

A peggiorare le cose, la Fed ha sì tagliato i tassi, ma il governatore Jerome Powell ha avvertito che un altro taglio a dicembre non è scontato. Inoltre, ci sono state nuove tensioni commerciali tra Cina e Usa. E infine, qualche sintomo di mini-crisi di liquidità e credito nel mercato americano. 

Insomma, a prima vista, molti ingredienti per un mese negativo, che invece si è concluso positivamente per i portafogli e per gli asset rischiosi, con l’azionario globale in risalita del 2% in dollari.

La spiegazione è semplice: per prima cosa, i mercati hanno continuato a scommettere sul ‘bluff’ di Donald Trump verso la Cina, che poi si è infatti materializzato con la ritrovata pace tra le due potenze. Inoltre la Fed, nonostante un tono un po’ più cauto, ha comunque tagliato i tassi e dichiarato la fine del Quantitative Tightening, aprendo di fatto i ‘rubinetti’ della liquidità. Lato credito, i piccoli scricchiolii si sono invece rilevati idiosincratici e non sistematici. Infine, la stagione degli utili è partita molto bene, anche per le grandi tech legate al tema IA, con statistiche di sorpresa positive vicine ai livelli molto positivi del 2021.

Nel complesso, il blocco di governo pone qualche incertezza maggiore, ma l’economia americana rimane forte, mentre è sempre più chiaro che l’amministrazione Trump sia pronta a fare passi indietro lato tariffe. Le valutazioni sono elevate, ma supportate da profittabilità e crescita solida degli utili, indebolendo di molto l’argomentazione che i mercati siano in una ‘bolla’.

Dato del mese

500 miliardi di dollari: il valore di vendita degli ordini di chip che il CEO di Nvidia ha dichiarato di avere già raccolto per i prossimi cinque trimestri. Un numero straordinario, che cattura forse quanto siamo ancora agli inizi della rivoluzione IA. I mercati sembrano essere d’accordo, anche se iniziano a punire le aziende che stanno investendo troppo senza grandi risultati aziendali, come nel caso di Meta. 

Domanda del mese

Cosa sappiamo della stagione degli utili Usa per il momento?

I risultati del terzo trimestre (Q3) dipingono un quadro chiaro: le aziende statunitensi quotate rimangono in buona salute, registrando crescita e margini di profitto solidi rispetto ai dati storici.

Va però evidenziato che questa performance aggregata è guidata in modo significativo da un piccolo gruppo di grandi aziende tecnologiche che stanno investendo aggressivamente, spesso acquistando servizi l’una dall’altra, per capitalizzare il potenziale dell’Intelligenza Artificiale.

Sebbene la crescita di queste aziende rimanga forte, le aspettative degli investitori sono elevate. Come già menzionato, la vera incognita è quanto velocemente aziende e consumatori adotteranno, beneficeranno (e pagheranno) per i nuovi servizi legati all’IA.

Oggi è presto per dire se questi grandi flussi di investimenti avranno un ritorno sufficiente per giustificare la ‘febbre dell’IA’, ma crediamo che il trend sia ancora agli inizi e supportato per il momento da fondamentali forti e livelli di indebitamento bassi. 

Il mondo al di fuori del settore tech ha comunque mostrato buoni risultati e generalmente migliori del previsto, con un numero di aziende superiore alle medie storiche chiave che ha battuto le stime degli analisti.

Per ora, quindi, un’ottima stagione degli utili. Occhi puntati sulla pubblicazione degli utili da parte di Nvidia il 19 novembre.

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*Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.

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