Negli ultimi mesi, gli osservatori della Cina hanno parlato spesso di involuzione (neijuan) – una crescita senza evoluzione o, come l’ha definita il sito di notizie cinese China Daily, “una competizione accanita tra aziende per risorse limitate”. È un fenomeno che preoccupa sempre di più le autorità cinesi, che sembrano intenzionate ad affrontarlo.
È risaputo che l’economia cinese abbia registrato una crescita significativa per un lungo periodo. Il grafico sottostante riporta i dati ufficiali sul PIL annuo degli ultimi vent’anni. Pur con un rallentamento negli anni più recenti, l’economia nel complesso continua a espandersi a un ritmo di circa il 5% annuo.

Tuttavia, non è certo quanto questa crescita abbia effettivamente favorito le aziende cinesi. Il grafico seguente mostra l’andamento dei profitti industriali: fatta eccezione per alcuni periodi di forte recupero (dopo la crisi finanziaria globale e il Covid), la crescita degli utili è rimasta modesta, soprattutto negli ultimi anni, nonostante l’economia sia cresciuta e gli investimenti siano stati ingenti.

Secondo molti analisti, la debolezza degli utili industriali riflette un eccesso di investimenti in nuovi impianti e macchinari. Abbiamo visto che la spesa per investimenti in Cina, in rapporto al PIL, è molto più alta rispetto a quella degli altri principali Paesi, mentre la spesa per consumi è più bassa. Anche la crescita delle vendite al dettaglio negli ultimi anni è stata piuttosto contenuta, come si può vedere nel grafico qui sotto.

Tutta questa capacità produttiva in eccesso si riflette anche nei dati sull’inflazione. Il grafico qui sotto mostra l’andamento annuo dell’inflazione al consumo e alla produzione. I prezzi al consumo sono sostanzialmente stabili, mentre quelli alla produzione sono in calo. Si tratta dio un vantaggio per i consumatori esteri, che possono acquistare prodotti cinesi a prezzi più contenuti, ma penalizza sia le aziende cinesi sia quelle globali che operano negli stessi settori.

L’industria dei veicoli elettrici è un caso particolarmente significativo: molti produttori cinesi stanno guadagnando quote di mercato in patria ed esportano un numero crescente di auto all’estero. Il grafico seguente mostra i margini di profitto del settore automobilistico europeo, che negli ultimi anni hanno registrato un netto calo, probabilmente a causa della crescente pressione competitiva dei marchi cinesi.

Da tempo le autorità cinesi cercano di incoraggiare i consumatori interni a spendere di più, ma finora con scarso successo. Oggi sembra che l’attenzione si stia spostando anche sulla gestione dell’offerta, con l’obiettivo di migliorare la redditività in diversi settori ed evitare la deflazione nell’economia domestica.
È ancora presto per dire quale impatto avranno queste misure – esperimenti simili sono stati fatti in passato – ma vale la pena osservare il grafico seguente, che riporta i margini di profitto delle aziende cinesi (fonte: Datastream). Dopo un calo costante a partire dal 2011, in contrasto con la crescita registrata negli Stati Uniti, dal 2024 i margini in Cina hanno iniziato a recuperare, forse grazie a un nuovo orientamento delle politiche economiche.

Un miglioramento della redditività delle aziende cinesi potrebbe avere un effetto positivo sull’azionario locale. Il grafico sotto confronta l’andamento relativo dell’azionario cinese con quelle dei mercati sviluppati (linea nera). Si vede chiaramente come la Cina abbia sottoperformato rispetto ai mercati sviluppati nell’ultimo decennio, soprattutto dopo il Covid.

Negli ultimi trimestri, tuttavia, iniziano a emergere segnali di recupero dell’azionario cinese – almeno rispetto ai mercati sviluppati – in concomitanza con il miglioramento degli utili.
Se le autorità cinesi riusciranno nel loro intento e i margini continueranno a salire, l’azionario potrebbe mantenere un buon andamento. Per questo continuiamo a mantenere un’esposizione ai mercati emergenti (compresa la Cina) nella maggior parte dei nostri portafogli azionari e multi-asset.
*Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.