Bitcoin torna a guidare il mercato digitale

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A settembre si è registrata un’inversione di rotta rispetto alla performance divergente osservata ad agosto nel comparto degli asset digitali. Bitcoin ha mostrato una forte resilienza, tornando a guidare il mercato come spesso accade in queste fasi.

Allo stesso tempo, il recente periodo di sovraperformance di Ethereum si è concluso, in linea con i consueti schemi di volatilità ciclica.

Dal punto di vista macroeconomico, le condizioni sono apparse favorevoli per asset con offerta limitata come Bitcoin. E sebbene la Federal Reserve (Fed) abbia effettuato un taglio dei tassi di 25 punti base, l’impatto è stato contenuto poiché la decisione era già scontata dal mercato.

Inoltre, l’incertezza crescente nell’ultima settimana del mese legata a un potenziale shutdown del governo negli Stati Uniti ha sollevato timori sulla stabilità fiscale e sulla fiducia globale nel dollaro. Ciò ha alimentato la narrativa della “dedollarizzazione” – l’idea che gli investitori possano cercare alternative al dollaro Usa – che continua a sostenere la tesi macro su Bitcoin.

A livello micro, le notizie positive hanno fornito un forte sostegno ad alcuni ecosistemi specifici. In particolare l’ecosistema Binance ha beneficiato di sviluppi fondamentali solidi, riflessi direttamente nella robusta performance del suo asset nativo.

Fonte: Elaborazione Moneyfarm

Correlazioni che contano

A settembre Bitcoin ha mostrato una significativa decorrelazione rispetto alle principali asset class, come si può notare nel grafico sottostante.

Un breve aumento della correlazione con l’oro si è rapidamente invertito: il metallo prezioso è salito mentre il prezzo di Bitcoin è rimasto stabile.

Nel frattempo, la correlazione con il dollaro Usa si è avvicinata allo zero dopo essere stata negativa, riflettendo una volatilità contenuta e l’assenza di una direzione chiara sul mercato valutario.

È inoltre persistita una lieve correlazione negativa con le aspettative sui tassi Usa di breve termine – un aspetto importante, dato che Bitcoin tende a salire quando le previsioni sui tassi scendono.

In definitiva, questa ampia decorrelazione è coerente con un mese in cui sono stati i catalizzatori micro – e non i trend macro – a guidare la performance. Questo rafforza ulteriormente la nostra visione di Bitcoin come asset decorrelato.

Fonte: Elaborazione Moneyfarm

Macro: attenti al meme

Un meme molto diffuso nei circoli crypto raffigura il presidente della Fed Jerome Powell a una macchina “stampa-dollari”, suggerendo che una maggiore creazione di moneta sia automaticamente positiva per i prezzi delle crypto.

La realtà, però, è più complessa. Per spiegarlo, abbiamo confrontato il prezzo di Bitcoin con una proxy delle aspettative di politica monetaria: lo spread tra due Overnight Index Swaps (OIS), che riflette le aspettative sulla futura traiettoria dei tassi della Fed.

Fonte: Elaborazione Moneyfarm

Quando lo spread sale, il mercato si aspetta una politica più restrittiva (rialzi dei tassi o meno tagli), mentre quando lo spread scende, ci si attende una politica più accomodante (più tagli o stimoli monetari).

In teoria (e secondo il meme), una politica più espansiva dovrebbe favorire le crypto. Tuttavia, i dati mostrano l’opposto.

Negli ultimi due anni, Bitcoin è spesso salito proprio quando i mercati si aspettavano una politica più restrittiva, non più espansiva. Questo contraddice direttamente il meme.

Anche l’ultimo rally è avvenuto durante una revisione leggermente più restrittiva delle aspettative, sebbene l’ultimo taglio della Fed possa alterare parzialmente i dati. Alcuni potrebbero attribuirlo a timori d’inflazione, ma le evidenze non sono conclusive.

Questa analisi dimostra che è ancora prematuro stabilire legami solidi tra variabili macro e prezzo di Bitcoin.

I movimenti di prezzo mostrano che gli eventi regolamentari e specifici del settore hanno avuto un impatto molto maggiore degli indicatori macro. Tra i principali driver: l’approvazione degli ETF spot su Bitcoin negli Usa (primavera 2024), che ha permesso agli investitori tradizionali di accedere a Bitcoin attraverso canali regolamentati; i risultati delle elezioni americane (novembre 2024), che hanno modificato le aspettative su regolamentazione e politica economica; e l’inversione dei dazi (marzo 2025), che ha innescato un sentiment risk-on nei mercati.

In questo contesto, nuovi sviluppi normativi – come l’anteprima del GENIUS Act, proposta del Tesoro Usa per un quadro regolamentare sulle stablecoin – potrebbero rivelarsi ancora più rilevanti per il settore nel prossimo futuro.

Micro

A livello micro, tra settembre e inizio ottobre vari fattori hanno influenzato il mercato, mettendo in luce un vero e proprio “tiro alla fune” tra diverse tipologie di investitori – come i long-term holder che prendevano profitto e le istituzioni che accumulavano – in un contesto comunque favorevole agli asset digitali.

  • Dinamiche on-chain – un tiro alla fune: uno dei temi centrali è stato lo scontro tra due comportamenti opposti: da un lato i detentori di lungo periodo (long-term holder) hanno iniziato a ottenere profitti vendendo parte delle loro posizioni; dall’altro le istituzioni, al contrario, hanno continuato ad accumulare Bitcoin.

La pressione in vendita da parte dei wallet “whale” – che avevano distribuito circa 150.000 BTC da fine agosto – ha iniziato ad attenuarsi. I dati di Glassnode lo confermano, mostrando un calo dei trasferimenti dai “whale” verso gli exchange, segnale di una diminuzione della pressione in vendita. Questo comportamento era visibile anche tra i long-term holder in senso più ampio (wallet con >155 giorni di detenzione).

A fare da contrappeso, l’accumulazione istituzionale è proseguita senza sosta. La quota di Bitcoin detenuta da società quotate e da ETP – strumenti finanziari negoziati in borsa che permettono agli investitori di ottenere esposizione a Bitcoin senza doverlo detenere direttamente – è aumentata in modo costante, arrivando a rappresentare quasi il 12,5% dell’offerta totale e assorbendo la liquidità proveniente dai venditori.

  • Focus sugli ecosistemi Binance e user activity: l’attività all’interno dei singoli ecosistemi è rimasta un driver cruciale di performance. La BNB Chain – una blockchain sviluppata originariamente da Binance – ha continuato ad attirare attenzione grazie alla forte crescita delle sue piattaforme di derivati decentralizzati, che permettono agli utenti di fare trading o coprirsi dalle oscillazioni di mercato senza passare da intermediari.

Questo dimostra come il mercato premi sempre di più gli ecosistemi capaci di generare reale attività utente e volumi sostenibili, indirizzando verso di essi nuovi capitali.

  • Orizzonte regolamentare il GENIUS Act: sul fronte regolamentare, il mercato ha continuato a monitorare l’evoluzione del GENIUS Act. Questa proposta del Tesoro Usa per un quadro normativo sulle stablecoin rappresenta un passaggio fondamentale. Creando maggiore chiarezza regolatoria, potrebbe rafforzare un pilastro chiave dell’ecosistema degli asset digitali, ridurre il rischio sistemico e favorire l’adozione istituzionale.

I flussi

I flussi di investimento di settembre hanno rispecchiato l’andamento divergente del mercato, mostrando una chiara rotazione di capitale tra i due principali asset.

Dopo un periodo di forte domanda, gli afflussi nei prodotti focalizzati su Ethereum (ETH) sono tornati su livelli più normali, come si può vedere nel grafico qui sotto. Nel frattempo, i veicoli di investimento su Bitcoin (BTC) sono rimbalzati, attirando nuovo interesse dopo una performance più debole in agosto.

Nonostante questa rotazione, i flussi complessivi verso l’asset class digitale sono rimasti solidi. Pur con un ritmo più moderato e sostenibile, il trend generale continua a indicare una domanda degli investitori stabile e duratura.

Fonte: Elaborazione Moneyfarm

Il nostro approccio

In Moneyfarm continuiamo a seguire con attenzione lo sviluppo del mercato crypto. Nei nostri portafogli offriamo esclusivamente esposizione a Bitcoin: una scelta legata al suo ruolo unico in un portafoglio multi-asset, grazie a caratteristiche come offerta limitata e decentralizzazione, che lo rendono complementare rispetto all’universo tradizionale investibile.

Non escludiamo, in futuro, di ampliare l’esposizione ad altri asset legati alla finanza decentralizzata. Per ora, la nostra priorità resta quella di monitorare l’evoluzione del settore, valutando con attenzione se e quando sarà opportuno ampliare l’universo investibile nel mondo delle criptovalute.

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*Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.