Il momento tanto atteso dalla community è finalmente arrivato e il mondo cripto festeggia un nuovo traguardo, sperando di riprendersi dopo anni segnati da turbolenze e problemi legali che ne hanno minato pesantemente la credibilità. Ora cresce l’attesa per l’halving del Bitcoin, tra pochi pochi mesi, visto dagli investitori come momento chiave per un nuovo rally, a 15 anni dalla sua creazione.
Cosa è successo?
Il 10 gennaio la Security and Exchange Commission (SEC) statunitense ha approvato i primi ETF sul Bitcoin, un totale di 11 prodotti emessi da società come Blackrock, Fidelity e Invesco. Ciò consentirà agli investitori americani al dettaglio di aggiungere un’esposizione al Bitcoin ai loro portafogli senza acquistare direttamente la criptovaluta, semplificando notevolmente il processo.
L’offerta di Bitcoin è limitata a 21 milioni, di cui 19,59 milioni sono attualmente in circolazione. I nuovi Bitcoin vengono coniati attraverso il cosiddetto “mining”, un processo in cui i miners utilizzano potenti computer per risolvere equazioni crittografiche e aggiungere nuovi blocchi alla blockchain di Bitcoin. Ogni 210.000 blocchi (o, più o meno, 4 anni) la ricompensa ottenuta dai minatori per questa attività si dimezza, riducendo artificialmente l’offerta. L’imminente dimezzamento, previsto per aprile di quest’anno, farà esattamente questo: diminuire il tasso di nuova offerta, poiché la ricompensa dei blocchi scende da 6,25 a 3,125 Bitcoin.
Perché è importante per la comunità cripto?
Innanzitutto, per gli asset manager statunitensi sarà più facile allocare i propri fondi al Bitcoin, superando le incertezze normative e la complessità tecnica che finora hanno ostacolato il processo. Grazie ai rapporti consolidati con i fornitori di ETF, i gestori possono ora integrare l’esposizione al Bitcoin senza dover affrontare le complessità tecniche e normative degli exchange Bitcoin o degli intermediari in termini di negoziazione e custodia.
L’approvazione della SEC è una grande agevolazione anche per gli investitori al dettaglio negli Stati Uniti. Apre le porte a una maggiore adozione di Bitcoin, consentendo agli investitori al dettaglio di acquistare gli ETF direttamente in un conto di intermediazione o di optare per un portafoglio gestito che includa un’allocazione al Bitcoin. Ora possono ottenere un’esposizione finanziaria al Bitcoin senza dover aprire un nuovo conto su un exchange che offre Bitcoin o impegnarsi in transazioni peer-to-peer.
È anche importante dire che l’approvazione della SEC si riferisce allo strumento (cioè agli ETF) mentre la valuta/asset sottostante non è ancora regolamentata: non bisogna confondere le due cose.
Inoltre, è molto importante osservare che tutte le questioni relative all’effettivo uso illegale del bitcoin e al suo scopo da un punto di vista funzionale non sono ancora state affrontate e se la comunità cripto vuole che questo diventi un asset realmente investibile, dovrà trovare un modo per controllare questi comportamenti sia supportando una maggiore regolamentazione esterna, che un’autoregolamentazione (anche se possiamo probabilmente dire ora con fiducia che questo potrebbe essere un pensiero ingenuo).
Che ruolo può avere il Bitcoin in un portafoglio di investimento?
Nonostante i suoi oltre 15 anni di storia, il Bitcoin non è ancora stato veramente testato dagli investitori. L’approvazione negli Stati Uniti dei nuovi 11 ETF spot sul Bitcoin potrebbe effettivamente migliorare l’accesso in quel mercato, ma non cambia le questioni fondamentali e il dibattito se questo sia effettivamente un asset investibile che possa aggiungere valore nel lungo termine.
Nel contesto di un portafoglio core diversificato per gli investitori retail, non crediamo che il problema fondamentale sia cambiato. Il Bitcoin non offre rendimento, il suo prezzo è legato solo alla logica della domanda e dell’offerta e i suoi casi d’uso non sono ancora stati provati. Tutto questo può cambiare, ma rimane un posto molto rischioso in cui stare. Tuttavia, è impossibile ignorare le caratteristiche dirompenti del Bitcoin e la sua attrattiva per gli investitori retail e istituzionali, negli ultimi anni altalenante. Pertanto, se credete fortemente nel suo ruolo in un portafoglio, dovreste farlo entro i confini di un ambiente davvero regolamentato, magari come piccola posizione satellite all’interno di un portafoglio ben diversificato.
*Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.