Questo mese, un giudice statunitense ha stabilito che “Google è un monopolio e ha agito come tale per mantenere il proprio status”. Questa sentenza apre la strada a una vasta gamma di ulteriori misure, tra cui, potenzialmente, una divisione forzata di Alphabet, la società madre di Google.
Prima, un po’ di contesto. Negli Stati Uniti c’è un consenso politico abbastanza ampio sul fatto che un piccolo numero di grandi aziende tecnologiche detenga troppo potere. Naturalmente, sia i Repubblicani che i Democratici credono che le aziende tecnologiche favoriscano l’altra parte, ma concordano sul punto fondamentale.
Negli ultimi decenni, le questioni antitrust sono state in gran parte trascurate negli Stati Uniti, permettendo alle grandi aziende di crescere ulteriormente.
L’amministrazione Biden, tuttavia, si è impegnata ad adottare un approccio più deciso alle questioni antitrust, puntando alle aziende che abusano del loro potere di mercato e, di conseguenza, limitano la scelta dei consumatori.
È stato un processo lento, ma la sentenza di questo mese è una delle cinque azioni antitrust attualmente in corso contro alcune delle grandi aziende tecnologiche (Google, Amazon, Apple e Meta). Si potrebbe ipotizzare che il successo del Dipartimento di Giustizia in questo caso dia al governo la fiducia per proseguire. Microsoft non è attualmente nella lista, il che è abbastanza ironico, poiché l’azienda fondata da Bill Gates riuscì a ribaltare una sentenza che chiedeva la sua divisione per abuso di posizione di mercato negli anni 90. Ora è un’azienda molto più grande di quanto non lo fosse allora.
Perché questo è importante per gli investitori? Ci sono un paio di punti da considerare. Innanzitutto, si tratta di alcune delle più grandi aziende per capitalizzazione di mercato al mondo che hanno guidato gran parte dei rendimenti di mercato negli ultimi anni. In secondo luogo, vale la pena sottolineare ancora una volta il costante aumento dei margini di profitto negli Stati Uniti negli ultimi anni, come si può osservare nel grafico qui sotto.
La forte crescita dei profitti delle aziende tecnologiche statunitensi spiega gran parte di questa crescita. È un importante promemoria del fatto che la maggior parte degli investitori non cerca, di solito, settori competitivi, anzi, il contrario. Preferiscono monopoli sostenibili, purché ne siano proprietari.
Quindi, gli investitori dovrebbero preoccuparsi del rischio che la regolamentazione possa colpire i profitti delle grandi aziende tecnologiche? Di nuovo, ci sono alcuni punti da considerare. Sembra probabile che il governo degli Stati Uniti cercherà di adottare una posizione più attiva contro le aziende tecnologiche con una quota di mercato molto alta – la posizione che Google ha acquisito nella pubblicità è probabilmente l’esempio più evidente. Tuttavia, esistono molte altre possibili soluzioni che potrebbero essere applicate prima di considerare una divisione forzata. Si potrebbe ipotizzare che le grandi aziende tecnologiche implementeranno una strategia ben pianificata di lobbying e concessioni per proteggere le loro posizioni. Qualunque sia l’esito, probabilmente ci vorranno anni perché la situazione si stabilizzi e le soluzioni implementate saranno soggette a diversi ricorsi.
Ma è importante ricordare che il governo potrebbe non vincere le sue cause contro queste aziende. Un sondaggio tra i professori di diritto antitrust statunitensi, condotto all’inizio di quest’anno, ha chiesto loro di valutare la solidità del caso del Dipartimento di Giustizia contro i colossi del tech.
Le opinioni erano varie, ma relativamente pochi professori si aspettavano che il governo degli Stati Uniti vincesse tutti e cinque i casi, o anche la maggior parte di essi. Il caso contro Google è stato ampiamente riconosciuto come il più forte, il che è interessante, dato alcuni dei potenziali rischi per la ricerca che potrebbero derivare dall’IA generativa.
Per fare il punto: potrebbe essere troppo presto per iniziare a preoccuparsi dei profitti delle grandi aziende tecnologiche, anche se l’ambiente normativo sembra destinato a diventare più complesso. Qualunque sarà la conclusione, ci vorranno anni per arrivarci e ci sono molti passi intermedi che queste aziende potrebbero intraprendere per mitigare le preoccupazioni. Tuttavia, sembra che le grandi aziende tecnologiche siano destinate a rimanere nel mirino dell’antitrust statunitense.
*Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.