Anche i mercati vanno in ferie: la nostra analisi su volumi e volatilità

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Sell in May and go away” (“vendi a maggio e vai in vacanza”), “crisi che scoppiano sempre in autunno,” e il “rally di Santo Stefano“: chiunque segua i mercati si sarà sicuramente imbattuto in una di queste formule che hanno in comune l’obiettivo di trovare delle ricorrenze stagionali nell’andamento dei mercati.

Una delle storie che regolarmente viene riproposta, con l’arrivo di agosto, è quella delle vacanze degli operatori finanziari. Le ferie di molti operatori e gli orari di lavoro ridotti risulterebbero in meno volumi scambiati e, di conseguenza, in minore volatilità. Insomma, anche i mercati vanno in vacanza e ad agosto dovremmo aspettarci un mercato più sonnolento e tranquillo, un mercato che poi dovrebbe risvegliarsi durante il mese di settembre quando “di solito scoppiano le crisi”.

C’è del vero in questa ricorrenza? Si tratta di qualcosa di cui dobbiamo tenere conto?

Come per tutti gli altri luoghi comuni stagionali, esiste un fondo di verità anche per quanto riguarda le “ferie” dei mercati ad agosto. Abbiamo analizzato la distribuzione dei volumi giornalieri e delle performance settimanali  relative all’indice azionario FTSE MIB nel periodo estivo (Giugno, Luglio e Agosto) e durante il resto dell’anno. Il volume medio in quote di azioni scambiate ogni giorno è di oltre 597  milioni durante l’estate contro i 671 durante il resto dell’anno. La volatilità media (annualizzata) è del 21,6% durante i mesi estivi, contro un 23,1% nel resto dell’anno. Infine, anche la performance differisce in modo lieve.

 

L’immagine mostra la distribuzione dei volumi scambiati giornalmente nel FTSE MIB nei mesi estivi (in blu) e negli altri mesi (in giallo). Come possiamo vedere la distribuzione dei mesi non estivi ha una media leggermente più alta.

La differenza sulla media dei volumi scambiati è statisticamente significativa, guardando alle distribuzioni dei due diversi regimi, e indica una tendenza nell’andamento dei mercati nei mesi estivi.

Ma che conclusioni dobbiamo trarre? E soprattutto, questa evidenza dovrebbe condizionare il nostro modo di operare sui mercati in qualche modo? In realtà, questo tipo di dati storici ha un significato pressoché nullo nelle nostre scelte di investimento.

Qui di seguito elencherò la ragione e alcune considerazioni:

  • Il fatto che storicamente ci sia un calo delle attività e della volatilità nei mesi estivi non vuol dire che anche quest’estate avremo volatilità e volumi ridotti. La performance di mercato è una variabile indipendente e segue il flusso di eventi, non è influenzata dalla performance dei mesi passati.
  • A ben pensarci, dire che nei mesi estivi i volumi diminuiscono non è una grande scoperta, è normale che in agosto l’attività di molti posti di lavoro e molti uffici diminuisca.
  • Non bisogna fare l’errore di legare la diminuzione dei volumi con quella della volatilità. Il fatto che questi due fenomeni si presentino contemporaneamente non indica necessariamente un rapporto di causalità. Dopotutto, ad agosto, non sono solo i mercati ad andare in ferie. Per esempio, durante questo mese, solitamente non si tengono grandi elezioni, anche la politica va in vacanza e le aziende tendono a rimandare i grandi annunci ai mesi invernali. Non c’è da stupirsi quindi che la performance dei mercati sia mediamente meno volatile.
  • Ancora una volta, quanto detto nel punto sopra è vero fino a prova contraria. Anche se il calendario economico e del business è meno fitto, non è da escludersi che possa accadere da un momento all’altro un evento in grado di influenzare il mercato in un senso o nell’altro.

In definitiva, prevedere l’andamento del mercato nel breve termine, basandosi sui dati storici, è un esercizio che lascia il tempo che trova, se pur può essere divertente andare ad analizzare eventi e ricorrenze particolari nell’andamento del mercato.

 

Davide Petrella ricopre il ruolo di Portfolio Manager in Moneyfarm. Ha conseguito un Master in Quantitative Finance presso il Politecnico di Milano e un Master in Fisica all’Università di Roma, La Sapienza. Davide ha iniziato la sua carriera in Anima Sgr nel 2017 come Assistant Portfolio Manager nel team multi-asset per poi passare in Allianz Italia nel team ALM & Strategic Asset Allocation. Da gennaio 2022 a gennaio 2023 ha lavorato come Quantitative Analyst nella Fixed Income Boutique di Vontobel Asset Management a Zurigo, lavorando a stretto contatto con i Portfolio Manager per costruire soluzioni quantitative di front-office per la boutique.

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*Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.