Meglio gli investimenti online. I giovani italiani alla ricerca di soluzioni cucite su misura e flessibili.
Alla domanda Perché non metti da parte qualche soldo da investire? spesso segue la risposta Come faccio se a malapena riesco ad arrivare a fine mese?! Ma quanto c’è di vero in questa diffusa lamentela delle generazioni più giovani? E qual è l’opinione dei giovani italiani sulla finanza?
Abbiamo provato a capirlo.
I giovani italiani sono poveri?
Secondo le ultime statistiche Istat, nel 2015 è aumentata l’incidenza della povertà assoluta tra i giovani italiani di 18-34 anni: dall’8,3% del 2014 al 10,2% del 2015.
E se si guarda quella relativa, la situazione non migliora (passata dal 14,7% al 16,6%).
In entrambi i casi, l’incidenza dei diversi tipi di povertà è maggiore tra i 18-34enni rispetto alle altre fasce di età. L’indagine del Centro Studi Einaudi e di Intesa Sanpaolo 2015 rivela che sotto i 25 anni più della metà degli intervistati erano completamente indipendenti economicamente nel 2014, ma si sono ridotti a meno di un quarto nel 2015.
Per la fascia d’età compresa tra i 25 e i 34 anni, nel 2014 il 78% era totalmente indipendente e solo il 5% non lo era per niente, nel 2015 si assiste al triplicarsi di questa condizione e al corrispondente ridursi della prima. Per questo, i giovani Millennials non possono fare a meno del sostegno economico dei genitori.
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E come dargli torto…
Giovani italiani alla ricerca di soluzioni trasparenti e innovative.
Crisi finanziaria, scandali e un maggiore accesso all’informazione, hanno reso le generazioni più giovani non solo più “povere” ma anche più diffidenti ed esigenti.
Secondo un recente studio di Deloitte i Millennials amano la tecnologia, il digitale e i prodotti personalizzati. Le loro scelte sono condizionate dal credere comune e sono più propensi ad “ascoltare diverse campane” prima di affidarsi ciecamente ad un solo e unico consulente finanziario (e per fortuna!).
Per quanto riguarda le scelte di investimento, essendo rimasti “scottati” dalla crisi finanziaria, ora sono molto prudenti e conservativi. Ma paradosso all’italiana, se da un lato cercano di investimenti sicuri, dall’altro scelgono il fai da te, incuranti del rischio. Sempre più lontani dai fondi comuni (dall’11% del 2007 al 6,7% del 2015), come dimostra l’indagine Assogestioni su “I sottoscrittori dei fondi comuni italiani”, i giovani tra i 26 e i 35 anni preferiscono investire piccole somme e optare per soluzioni flessibili e basso costo.
Come la finanza può avvicinarsi ai giovani.
Sempre secondo Deloitte, il servizio di consulenza finanziaria adatto ai giovani deve essere disponibile su diversi canali, online e molto focalizzato sugli obiettivi del giovane cliente e per questo i Millenials sembrano preferire nuove soluzioni, come i robo advisors alle banche e ai loro sistemi tradizionali. Inoltre, deve “parlare chiaro”, perché i Millennials, soprattutto quelli italiani, sanno poco di finanza e ancora meno del linguaggio che spesso gli addetti ai lavori si ostinano a imporre.
Un sfida per tutti gli operatori, ma noi….siamo pronti!
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