La crescita economica secondo la teoria economica è guidata dalla quantità disponibile di tre forze: il lavoro, il capitale e la tecnologia.
Se la variazione delle prime due forze guida le fasi crescenti e decrescenti di un ciclo economico, la terza rivoluziona la crescita economica e il suo potenziale. Ogni rivoluzione industriale è stata generata da delle innovazioni tecnologiche che hanno cambiato i modelli di produzione. Un modello di produzione si può descrivere come la quantità di capitale e lavoro necessarie a produrre una quantità di prodotto.
L’effetto principale delle innovazioni tecnologiche è quindi la variazione del rapporto tra utilizzo di capitale e di lavoro per unità produttiva, non è da sottovalutare dunque l’effetto che una rivoluzione tecnologica ha sulla domanda/offerta di lavoro e sull’utilizzo di capitale per la produzione.
Gli effetti delle innovazioni tecnologiche sul mercato del lavoro sono:
- la distruzione di posti di lavoro che vengono resi obsoleti dalle nuove tecnologie, questi vengono o cancellati dal processo produttivo o ridotti drasticamente,
- la creazione di nuovi posti di lavoro necessari alla gestione delle nuove tecnologie.
In sintesi nuove tecnologie generano disoccupazione su una forza lavoro diventata poco qualifica e che per rientrare nel mercato del lavoro deve ricercare delle nuove qualifiche o nel peggiore dei casi non riesce a rientrare.
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Gli effetti invece sull’utilizzo del capitale sono spesso di due categorie:
- Maggiori investimenti tecnologici,
- Riduzione della spesa per il personale.
Andando ad osservare quindi gli effetti economici su due dei tre attori dell’economia (aziende e forza lavoro) gli effetti delle nuove tecnologie si traducono per le aziende nella riduzione dei costi legati al personale e quindi l’aumento del margine di profitto (considerati anche gli investimenti tecnologici) e dall’altra parte una riduzione del reddito aggregato della forza lavoro.
In altre parole aziende con utili crescenti e una riduzione degli stipendi con il risultato di avere minori consumi.
Tutto quello fin qui descritto è necessariamente la prima fase di una rivoluzione tecnologica ed è la fase in cui ci troviamo oggi, dagli anni 90 ad oggi i margini di profitto delle aziende presenti nel S&P500 sono aumentati drasticamente e il tasso di disoccupazione americano a regime è contestualmente cresciuto, andando in ultimo a ridurre i consumi.
A questa fase di riadattamento “industriale” segue una fase di rieducazione delle forza lavoro che oggi è obbligata a fare i conti con le innovazioni tecnologie e che gioco forza deve qualificarsi in quella direzione se vuole rimane/entrare/rientrare nel mercato del lavoro.
Ad oggi pochi possono pensare di mandare avanti un’azienda, cercare un lavoro (minimamente qualificato) o concentrarsi su un progetto trascurando la tecnologia e possono pensare di andare avanti nei loro intenti se conoscono e sanno usare le tecnologie o pagano qualcuno (che nel frattempo si è riqualificato) che lo faccia per loro.
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