Il pagamento dell’imposta sul capital gain a gennaio: risposte alle domande più frequenti

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Per rendere la gestione degli investimenti ancora più semplice, in questi primi giorni dell’anno ci occupiamo del calcolo e del pagamento delle tasse sul capital gain (profitti) relative all’anno fiscale appena conclusosi, adempiendo al posto dei nostri clienti a oneri fiscali che altrimenti richiederebbero loro non poco tempo e risorse.

Dato che il pagamento dell’imposta sui profitti avverrà proprio nel corso di questo mese (NdR gennaio 2025), crediamo sia importante offrire anticipatamente qualche informazione in più partendo dalle domande più frequenti che sono state rivolte ai nostri consulenti e da quelle che i più attenti lettori del nostro blog ci hanno mandato in risposta al nostro invito di fine anno. Naturalmente, se questo prontuario non bastasse, il consiglio è quello di contattarci per risolvere insieme qualunque dubbio sulla propria situazione particolare.

Come sempre, qualunque movimento relativo alla tassazione sarà visibile in modo del tutto trasparente nella sezione ‘Attività recenti’ dell’area personale di ciascun cliente, mentre nella sezione ‘Documenti’ sarà disponibile il consueto Rendiconto Gestione Patrimoniale relativo al quarto trimestre del 2024 che mostra l’evidenza dell’imposta maturata oltre alle informazioni relative alla posizione di ciascuno.

Quando e come avverrà il pagamento in Gestione Patrimoniale?

All’interno della Gestione Patrimoniale Moneyfarm, il termine dell’anno solare coincide con l’avvio del processo di calcolo e, qualora presente, successivo addebito del capital gain, ovvero la tassazione determinata dallo Stato sui guadagni ottenuti dall’investimento.

A livello operativo i nostri clienti investiti nel regime gestito della Gestione Patrimoniale Moneyfarm, e residenti fiscali italiani, non devono preoccuparsi di nulla. Ricordiamo ancora una volta, infatti, che Moneyfarm agisce in qualità di sostituto d’imposta e quindi siamo noi a calcolare e pagare direttamente le tasse.

La data di addebito dell’eventuale imposta dipende da processi operativi interni e normalmente si verifica intorno alla metà del mese di gennaio.

Semplificando, l’operazione che effettueremo consisterà innanzitutto nella verifica del rendimento ottenuto dal portafoglio di ogni cliente nel corso dell’anno. Dopodiché verificheremo la presenza di eventuali minusvalenze precedentemente accumulate (sempre all’interno della Gestione Patrimoniale Moneyfarm) e le andremo a compensare, sottraendole dall’imponibile assoggettato a tassazione. 

All’importo così ottenuto verrà applicata l’aliquota fiscale determinata dallo Stato che ricordiamo andare, a seconda delle caratteristiche dello strumento che ha prodotto la plusvalenza, da un minimo del 12,5% a un massimo del 26%. Il capital gain sarà infine addebitato e ripartito sui singoli portafogli in Gestione Patrimoniale.

È importante sottolineare che non tutti i clienti saranno automaticamente soggetti a un addebito: l’importo effettivo dipenderà dal rendimento del portafoglio e dalla presenza di minusvalenze sufficienti a compensare i guadagni. In alcuni casi, l’ammontare da pagare potrebbe risultare nullo, ad esempio se le minusvalenze coprono integralmente le plusvalenze o se il risultato di gestione non è stato positivo. In tali casi, le minusvalenze residue resterebbero disponibili per compensazioni future o, in caso di rendimento negativo, si genererebbe un nuovo credito d’imposta utilizzabile nei successivi 4 anni.

Facciamo un esempio. Per un cliente che nei 4 anni precedenti il 2024 ha realizzato minusvalenze per un totale di 20€ e che nel 2024 ha realizzato un guadagno di 100€ col suo portafoglio Moneyfarm il capital gain sarà pari a 80€ (100€ meno 20€), moltiplicato per l’aliquota fiscale del 12,5% o del 26% a seconda degli strumenti in portafoglio.

Per pagare il capital gain utilizzeremo la quota di liquidità interna a ciascun portafoglio, detenuta abitualmente proprio per finalità operative di questo tipo. I clienti con liquidità residua insufficiente a coprire l’imposta, verranno avvisati e avranno la possibilità di scegliere tra il versamento di liquidità aggiuntiva, seguendo le istruzioni che manderemo via mail, o la vendita delle quote di ETF necessarie a reperire l’ammontare dovuto. Questa seconda opzione non prevede alcuna azione da parte del cliente né tantomeno commissione: saremo noi a gestire l’operazione dall’inizio alla fine a costo zero per tutti i clienti interessati. 

Una volta concluso il processo, potrebbero seguire delle piccole operazioni di compravendita per riallineare i portafogli dei clienti con i portafogli modello costruiti dal nostro team di esperti.

Negli anni passati ho accumulato delle minusvalenze nella mia Gestione Patrimoniale Moneyfarm. Cosa devo fare?

Niente, sbriga tutto Moneyfarm in qualità di sostituto d’imposta. Le minusvalenze accumulate e ancora valide all’interno di una Gestione Patrimoniale Moneyfarm verranno compensate in automatico al fine di determinare l’imponibile su cui calcoleremo le tasse dell’anno.

Negli anni passati ho accumulato delle minusvalenze fuori dalla mia Gestione Patrimoniale Moneyfarm. Cosa devo fare?

Le minusvalenze generate al di fuori di Moneyfarm, tramite altri investimenti con diversi operatori finanziari, si possono trasferire nella nostra gestione. Attenzione però che le minusvalenze non sono tutte uguali. La stessa minusvalenza sarà utilizzabile all’interno della Gestione Patrimoniale Moneyfarm qualora derivi dalla chiusura di un’altra gestione patrimoniale in regime gestito. Se invece le minusvalenze accumulate derivano da un rapporto amministrato, potranno essere trasferite sul Conto Titoli Moneyfarm e utilizzate esclusivamente al suo interno.

Gestione Patrimoniale e Conto Titoli Moneyfarm: quali sono le differenze dal punto di vista fiscale?

In entrambi i casi Moneyfarm agisce in qualità di sostituto d’imposta per i residenti fiscali italiani, liberando di fatto i nostri clienti dalle incombenze burocratiche legate alla dichiarazione dei propri investimenti e al relativo pagamento di tasse. Le differenze sono invece relative alla tassazione delle plusvalenze e dei redditi di natura finanziaria.

Nel regime fiscale del risparmio gestito, a cui è soggetta la Gestione Patrimoniale, la tassazione delle plusvalenze e dei redditi di natura finanziaria segue il criterio della maturazione ed è l’intero investimento all’interno della gestione ad avere rilevanza fiscale – comprese le cedole maturate, i dividendi incassati e gli oneri derivanti dalla gestione – e non le singole componenti. La tassazione non viene applicata alle singole plusvalenze o a eventuali redditi diversi realizzati nell’ambito della gestione, ma al risultato di gestione conseguito al termine di ciascun periodo d’imposta (al 31/12 di ogni anno), ad opera dell’intermediario al quale il contribuente ha conferito il mandato di gestione (Moneyfarm in questo caso). Quindi le movimentazioni dei portafogli tramite i ribilanciamenti che effettuiamo durante l’anno non generano ogni volta plus o minusvalenze. Eventuali imposte sul capital gain vengono applicate esclusivamente ad anno fiscale concluso o in occasione di disinvestimenti (parziali o totali). Nel caso in cui dovessero risultare delle minusvalenze, come detto sopra, potranno essere compensate nei 4 anni successivi (anche con le successive plusvalenze della stessa Gestione Patrimoniale).

Il Conto Titoli Moneyfarm invece è soggetto al regime del risparmio amministrato. In questo regime fiscale è ogni singolo strumento ad avere rilevanza fiscale e la tassazione dell’eventuale capital gain si applica alla vendita dello strumento o nel momento del pagamento di dividendi e/o cedole.

Un’altra differenza tra i due regimi è relativa alla possibilità di compensare le minusvalenze realizzate. Nel regime amministrato le minusvalenze possono essere recuperate nell’anno in cui si verificano e nei quattro anni successivi. Lo Stato Italiano infatti distingue tra redditi diversi e redditi da capitale e, nel regime amministrato, sono i primi (redditi diversi) a consentire il recupero di eventuali minusvalenze pregresse. Importante ricordare che in questo regime la vendita di quote di ETF o fondi comuni di investimento è considerata un reddito da capitale e quindi non compensabile con eventuali minusvalenze pregresse.

Utile ribadire che nel regime gestito della Gestione Patrimoniale, invece, si considera la variazione durante l’anno solare dell’intero patrimonio in gestione a prescindere dagli strumenti utilizzati (potendo includere quindi anche fondi comuni ed ETF). Una eventuale minusvalenze maturata a fine di un anno, resta quindi automaticamente compensabile all’interno della gestione stessa nei successivi 4 anni.

Le minusvalenze sul Conto Titoli Moneyfarm si possono trasferire nella Gestione Patrimoniale e utilizzare?

Come spiegato sopra, non è possibile trasferire minusvalenze realizzate sul Conto Titoli Moneyfarm all’interno della Gestione Patrimoniale Moneyfarm in quanto si tratta di due regimi fiscali diversi, nel primo caso amministrato e nel secondo gestito.

Quale impatto ha la tassazione della Gestione Patrimoniale sull’interesse composto?

Diciamo innanzitutto che qualsiasi tipo di costo, commissione o tassa applicata nel corso di un investimento ha un impatto sull’interesse composto, a prescindere dal regime fiscale selezionato. Dopodiché è legittimo chiedersi se il calcolo e l’effettiva applicazione della tassazione al termine di ogni anno non penalizzino il regime gestito (della Gestione Patrimoniale) rispetto all’amministrato. Come spiegato anche nel nostro ultimo articolo su questo tema, noi crediamo che le peculiarità del regime gestito riescano ad ottimizzare determinate tipologie di gestioni, tra cui la nostra; nello specifico, quando si tratta di gestioni attive e in strumenti diversificati ed efficienti sotto il profilo dei costi (ma non sotto quello fiscale) quali gli ETF.

Una gestione attiva prevede infatti nel corso del tempo il cambiamento della composizione del proprio investimento per:

  • Modellare il portafoglio sulla base delle evoluzioni economiche di breve e lungo periodo
  • Sfruttare l’innovazione finanziaria che porta sul mercato nuovi strumenti più efficienti e meno costosi.

Inoltre il regime gestito proprio della Gestione Patrimoniale Moneyfarm consente anche al cliente di modificare il proprio investimento al meglio:

  • in base agli obiettivi di vita, tramite cambi di livello di rischio che portano ad una riduzione dello stesso con l’avvicinarsi della scadenza dell’orizzonte temporale
  • In fase di disinvestimenti parziali o totali in periodi di mercato non positivi: la vendita di singoli strumenti fuori da una gestione patrimoniale in regime gestito, connessi a imprevisti o all’emotività, può portare a un problema fiscale. 

In questo caso il regime gestito, pur mantenendo la compensabilità valida per i 4 anni successivi, consente ai clienti che sono interessati a rientrare sui mercati di non dover ragionare sulla tipologia di strumento idoneo alla compensazione (processo che complicherebbe le opzioni di investimento disponibili) e di potersi concentrare sui propri obiettivi e fare una corretta pianificazione finanziaria.

Una scelta di investimento molto diversa sarebbe quella di selezionare singoli strumenti finanziari ad accumulo senza mai venderli o modificare la composizione del portafoglio. Ovviamente in questo caso, essendo la fiscalità rimandata a una vendita lontana nel tempo, l’interesse composto potrebbe essere massimizzato ma:

  • non parleremmo più di gestione attiva, si tratterebbe di restare esposti sempre ai medesimi fattori di rischio nonostante le evoluzioni dei mercati e delle economie globali (che possono essere anche molto differenti da come sono oggi);
  • si potrebbe avere nel medio-lungo periodo una composizione del portafoglio molto disallineata alle proprie preferenze iniziali, per effetto del movimento in salita o in discesa che i singoli strumenti selezionati avranno nel corso del tempo, modificando il loro peso percentuale sul totale del patrimonio.
  • Come riportato qui da Banca d’Italia, si tenga presente che il periodo di detenzione dei fondi armonizzati aperti è mediamente di 47 mesi e questo lascia aperta qualche domanda sull’effettiva capacità degli investitori di detenere gli investimenti nel lungo periodo ignorando il contesto di mercato e guardando solo ai propri obiettivi.

Ricordiamo infine che il pagamento delle tasse sul capital gain all’interno della gestione patrimoniale avverrebbe ogni anno se e solo se tutti gli anni fossero in positivo. Come sappiamo, tuttavia, la volatilità dei mercati non consente di procedere sempre immancabilmente in positivo (dove con “positivo” intendiamo che il valore dell’investimento al 31/12 è superiore al valore del medesimo al 01/01). Nell’anno in cui il risultato di gestione è negativo, oltre a non esserci ovviamente alcuna imposta da pagare, ci sarebbe anche una minusvalenza recuperabile nei 4 anni successivi. 

Come sempre quindi, ogni scelta di investimento, ogni regime fiscale ha i suoi vantaggi e i suoi svantaggi e non esiste la scelta migliore in assoluto per tutte le situazioni e per tutti gli anni.

Cosa emerge dal confronto tra l’impatto fiscale del regime gestito e quello del regime amministrato?

Noi di Moneyfarm siamo i primi ad interrogarci e a verificare quale sia per i nostri clienti il regime fiscale più efficiente rispetto alla tipologia di gestione che applichiamo. Proprio per questo pubblichiamo regolarmente uno studio che, basandosi sui reali ribilanciamenti che abbiamo effettuato negli anni, confronta l’impatto fiscale registrato in regime gestito (Gestione Patrimoniale) con l’impatto fiscale che i nostri clienti avrebbero avuto in regime amministrato, con i medesimi ribilanciamenti ovviamente. Qui si può trovare l’analisi dell’anno scorso, di cui sarà presto disponibile una versione aggiornata.

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*Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.