Carissimi clienti,
Moneyfarm è nata per affiancarvi nel vostro percorso di investimento, per starvi accanto quando vi prendete cura dei vostri risparmi e li investite per i vostri obiettivi futuri. Per starvi sempre più vicino, abbiamo pensato di inaugurare questa nuova rubrica, in cui rispondiamo pubblicamente alle domande più frequenti che ponete ai nostri consulenti.
Iniziamo con tutte le vostre domande su Liquidità+. Negli ultimi mesi, dopo il lancio di questa nuova soluzione per investire nei mercati monetari, ci avete posto tante domande e offerto molti spunti di riflessione. Qui proviamo a rispondere, senza naturalmente fornire alcuna raccomandazione personalizzata di investimento. Per farlo, dovremmo conoscere a fondo la situazione di ognuno di voi e in questo caso vi chiediamo di affidarvi alla nostra app e di contattarci direttamente. Il nostro obiettivo qui è invece chiarire situazioni concrete, pratiche, rispondere a domande puntuali per fornire a tutti voi informazioni e considerazioni potenzialmente utili.
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I mercati si aspettano un trend discendente per i tassi di interesse della Banca centrale europea. Questo si rifletterà sui mercati monetari e quindi su strumenti come Liquidità+. Ha ancora senso investirvi?
I mercati monetari costituiscono una delle pietre miliari del sistema finanziario globale, offrendo agli investitori l’opportunità di allocare risorse in strumenti finanziari a breve termine e basso rischio. Al centro di questo ecosistema si trovano i tassi di interesse fissati dalla Banca Centrale Europea (BCE), che influenzano direttamente i rendimenti offerti da questi strumenti e, di conseguenza, le decisioni di investimento degli operatori di mercato.
E in effetti, analisti e operatori si aspettano per quest’anno un trend discendente dei tassi, con un primo taglio da parte della BCE tra giugno e luglio e, secondo le ultime attese, un totale di 95 punti base di tagli nel 2024. Questa previsione suggerisce un allontanamento dal periodo eccezionale dell’ultimo decennio, caratterizzato da tassi d’interesse vicini allo zero, verso un ambiente in cui, nonostante le riduzioni, i tassi rimarranno relativamente elevati per un periodo più esteso.
Va sottolineato come la graduale diminuzione dei tassi di deposito della BCE possa essere vista come una transizione verso condizioni più sostenibili, riflettendo un bilanciamento tra la necessità di stimolare l’economia e quella di prevenire l’inflazione eccessiva. Questo scenario offre agli investitori una visione più chiara su come navigare il mercato dei capitali a breve termine, considerando sia le opportunità che le sfide che tale ambiente potrebbe presentare.
Nonostante il panorama in evoluzione dei tassi di interesse, i mercati monetari e le soluzioni che in essi investono, come Liquidità+, continuano a offrire una proposta di valore convincente per gli investitori. La diminuzione graduale dei rendimenti, in linea con le riduzioni dei tassi di deposito della BCE, non elimina il valore intrinseco di questi strumenti come veicoli di investimento a basso rischio e alta liquidità. Proprio per il modo in cui funzionano strumenti come Liquidità+, va sottolineato infatti il rendimento viene “accumulato” nel tempo: vale a dire che ogni dato giorno, Liquidità+ consegue un rendimento, direttamente legato ai tassi di interesse della BCE, che nel tempo si somma gradualmente. Dunque, sebbene non sia garantita formalmente una protezione del capitale, eventuali tagli dei tassi non impattano direttamente il rendimento cumulato nel tempo, quanto piuttosto il rendimento lordo annualizzato dal momento del taglio in avanti.
Inoltre, è importante sottolineare che, nonostante le future diminuzioni, i rendimenti dei mercati monetari sono previsti rimanere significativamente sopra lo zero. Questo aspetto rende l’investimento in tali strumenti particolarmente attraente per coloro che cercano di preservare il capitale, pur ottenendo un ritorno interessante sul proprio investimento a breve termine.
L’investimento in soluzioni focalizzate sui mercati monetari, come Liquidità+, presenta diversi vantaggi chiave, rendendolo un’opzione attraente per gli investitori alla ricerca di sicurezza e flessibilità. Questi strumenti offrono non solo la possibilità di ottenere rendimenti interessanti seppur in un contesto di tassi in diminuzione, ma anche l’opportunità di disinvestire in qualsiasi momento. Questa caratteristica è particolarmente preziosa in un ambiente economico in rapida evoluzione, permettendo di reagire prontamente a nuove informazioni o cambiamenti nelle condizioni di mercato.
Gli investitori possono quindi continuare a utilizzare Liquidità+ per raggiungere obiettivi finanziari a breve termine, come il finanziamento di imminenti esigenze di spesa o il parcheggio di liquidità in attesa di migliori opportunità di investimento. Inoltre, la natura a basso rischio di questi strumenti li rende particolarmente adatti per coloro che desiderano preservare il capitale, offrendo una protezione efficace contro le fluttuazioni del mercato più ampio.
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Da tre anni ho un portafoglio P6 con voi, oggi ho letto del lancio di Liquidità+ e, avendo una somma da investire, vorrei capire meglio perché dovrei destinarla su uno invece che sull’altro? Perché dovrei investire in Liquidità+?
Non vi è una preferenza in assoluto nella scelta tra il portafoglio Liquidità+ e un portafoglio bilanciato più o meno aggressivo (P2/P7).
Sono soluzioni che rispondono ad esigenze ed obiettivi del cliente differenti, infatti un portafoglio monetario come Liquidità+ può essere indicato per clienti che hanno somme a disposizione che vogliono investire con un orizzonte temporale di breve termine (<24 mesi), magari per non lasciarle ferme sul conto corrente e al contempo vogliono sfruttare un rischio particolarmente contenuto e un rendimento lordo annuo atteso attualmente superiore al 3,9%*.
I portafogli P2/P7 invece, sono linee bilanciate multi-asset indicate per clienti (con una più o meno alta tolleranza al rischio) che possono far lavorare la liquidità in un orizzonte generalmente di medio-lungo termine.
Date queste caratteristiche è utile sottolineare il fatto che si tratta di soluzioni di investimento che possono essere complementari: un investitore con una tolleranza al rischio medio / alta come la sua può investire una parte della sua ricchezza in un portafoglio bilanciato / aggressivo (e.g. il nostro P6) per i suoi obiettivi di medio termine e investire un’altra parte della sua ricchezza, magari destinata ad un orizzonte temporale più breve o più “incerto”, in Liquidità+.
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Investo con Moneyfarm da tanti anni e ho sempre apprezzato la vostra scelta di usare gli ETF nei vostri portafoglio. Perché per Liquidità+ avete invece preferito fondi comuni a gestione attiva?
Partiamo da un presupposto. Come saprete, noi di Moneyfarm siamo pagati direttamente da voi, dai nostri clienti, e non dalle case prodotto degli strumenti che inseriamo in portafoglio. Non riceviamo compensi da terze parti e ciò ci permette di selezionare gli strumenti finanziari che riteniamo più efficienti.
Anche per questo motivo, abbiamo da sempre puntato sugli ETF che, a nostro avviso, per la maggior parte dei segmenti di mercato e le classi di attivo che inseriamo nei nostri portafogli multiasset risultano essere gli strumenti più efficienti: sono liquidi, trasparenti, non prevedono retrocessioni, a basso costo e ottimali per una gestione come la nostra.
In questo specifico caso però, in sede di Comitato Investimenti su proposta del nostro team di Asset Allocation abbiamo deciso di investire in Fondi comuni a gestione attiva, anziché ETF sul mercato monetario.
Provando a semplificare al massimo, uno degli svantaggi più significativi dei fondi comuni attivi rispetto agli ETF è rappresentato dai costi. Pensate che secondo Esma (l’autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati) un ETF azionario ha un costo 5 volte inferiore rispetto ad un Fondo attivo azionario.
Nel mercato monetario e specificatamente per i fondi selezionati da Moneyfarm, i costi dei fondi comuni scelti sono invece davvero contenuti (anche grazie alla selezione di sole classi istituzionali con un costo attorno allo 0,1%) e praticamente in linea, se non addirittura inferiori, rispetto agli ETF.
Una seconda ragione è che la gestione di asset quali carte commerciali e certificati di deposito a breve termine è ottimizzata nella gestione attiva dei fondi comuni rispetto a ETF monetari.
Inoltre, abbiamo riscontrato che l’offerta di ETF in questa classe di attivo è, ancora, relativamente più limitata rispetto ad altri segmenti di mercato e circoscritta ad obbligazionari a scadenza 0-1 anno – che esclude quindi certificati di deposito e commercial papers e altri strumenti più tipici del mercato monetario – oppure è limitata a strumenti a replica sintetica del tasso €str.
Altro punto importante è legato alla liquidità / liquidabilità: gli ETF, essendo scambiati intraday rispetto ai fondi, potrebbero incorrere in un aumento di volatilità in momenti particolari di mercato rischiando di aumentare il c.d. bid/ask spread che, per una particolarissima classe di attivo come quella monetaria, non è certamente ideale. Quindi, sebbene anche con gli ETFs sia possibile costruire un portafoglio a scadenze breve e a basso rischio, resterebbe comunque una componente di volatilità ineliminabile rispetto ad un portafoglio di fondi attivi sul mercato monetario.
Infine, i Fondi Comuni Monetari (FCM) sono soggetti a requisiti ancor più stringenti rispetto agli altri OICVM. Il regolamento UE 2017/1131 servì a rendere i FCM più resilienti e maggiormente in grado di sopportare gli shock del mercato, garantendo norme uniformi sui requisiti prudenziali, di governance e di trasparenza per i gestori degli FCM (ne parlammo allora in questa intervista). Tali regolamenti sembrano essere assolutamente dinamici e in evoluzione tant’è che ESMA ha recentemente aggiornato degli orientamenti in merito alla gestione degli stress test (ma non solo) sui FCM, sempre più volti ad incrementare la tutela a vantaggio degli investitori in queste soluzioni. Questa regolamentazione, teoricamente, si applicherebbe anche agli ETF monetari (che sono giuridicamente paragonabili ai Fondi comuni), ma è bene sottolineare che nella pratica ciò non sempre avviene: infatti non tutti gli ETF che investono in strumenti a breve termine si configurano a livello normativo come “ETF monetari”, configurandosi come dei “semplici” strumenti obbligazionari a breve termine. Di fatto, si tratta di una differenza tra FCM e ETF molto tecnica e di dettaglio, ma tutt’altro che marginale per il cliente finale, poiché rispettare il regolamento per un Fondo comune o un ETF – e quindi configurarsi come “FCM” – vuol dire dare maggiore tutela chi vi investe.
Soprattutto per questi motivi, abbiamo deciso di comporre la nostra gestione patrimoniale monetaria Liquidità+, ad oggi, di soli Fondi attivi. Come per tutte le nostre linee di investimento, anche Liquidità+ è costantemente monitorata dal team di Asset Allocation, con eventuali ribilanciamenti / modifiche del portafoglio se ritenuto necessario, su cui vi terremo come sempre aggiornati.
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Ho letto del nuovo portafoglio Liquidità+ e mi chiedevo quali fossero i vantaggi rispetto all’acquisto di un semplice BOT o BTP?
Partiamo da un presupposto: come spesso ci capita di osservare, BTP, BOT, Conti di deposito, sono strumenti molto diversi da una gestione patrimoniale come Liquidità+, e presentano importanti differenze anche tra di loro. Ciascuno di essi può essere considerato dai risparmiatori, a seconda degli obiettivi, della propensione al rischio e dell’orizzonte temporale degli investitori stessi. Avendo però ricevuto decine di domande come questa, abbiamo voluto affrontare il tema concretamente.
E per rispondere, mi viene in mente una celebre citazione di John Maynard Keynes: “E’ meglio avere approssimativamente ragione che completamente torto”. Una citazione che mi rimase impressa sin dalla prima volta che la lessi e mi aiuta ancora oggi a ricordare una regola basilare, se non fondamentale, quando si investe: l’importanza di diversificare.
Capisco possa risultare non particolarmente illuminante come risposta ai più, ma il principale vantaggio offerto da una Gestione Patrimoniale monetaria come Liquidità+ rispetto ai BOT / BTP è proprio quello della maggiore diversificazione.
Lungi da me demonizzare i titoli di Stato di casa nostra, siamo i primi ad averne in portafoglio, su tutte le nostre linee di investimento e di diverse scadenze peraltro; ma sono appunto inseriti in portafoglio assieme ad altre asset class, funzionali non solo a ricercare rendimenti, ma anche a gestire la volatilità complessiva di portafoglio e la (de)correlazione tra le diverse classi di attivo.
Scomodiamo per un attimo il “rischio Paese”: per un cliente medio italiano che vive in Italia, lavora o percepisce reddito da pensione in Italia, magari ha una casa di proprietà in Italia, investire esclusivamente sull’Italia porterebbe a una fortissima concentrazione del rischio.
Liquidità+ è invece costituito da una selezione di fondi attivi che permettono di diversificare non solo per tipo di asset (CD, papers bancari, notes bancari e altri) ma anche a livello geografico.
Se il BOT è visto come alternativa di breve termine, quindi più in linea con l’obiettivo temporale del portafoglio Liquidità+, il suo rendimento ad un anno è allineato al rendimento annuo lordo a scadenza attuale della linea monetaria, ma non ha la dinamicità di rispondere ad eventuali nuovi e futuri rialzi dei tassi (scenario possibile data l’inflazione attesa nei prossimi mesi), ad esempio. Ha inoltre un rischio controparte e idiosincratico che noi italiani, quando si parla di titoli di Stato italiani soprattutto, tendiamo spesso a non considerare.
Ma guardiamo al BTP, anche con l’aiuto di questa tabella prodotta dal nostro Team di Asset Allocation e focalizzata sull’ultima emissione del BTP Valore, esclusiva per il retail, chiusa a inizio marzo 2024.
Fonte: Moneyfarm Asset Allocation Team
Il BTP ha scadenze di più lungo termine, con una duration più elevata e quindi una sensibilità rispetto ai tassi di interesse maggiore e prevede stacco cedolare (semestrale o trimestrale). Possiamo osservare anche un rating inferiore per il BTP, così come una diversificazione chiaramente più elevata per Liquidità+. In poche parole, non solo parliamo di due soluzioni completamente diverse l’una dall’altra, ma rispondenti anche a obiettivi d’investimento completamente differenti.
Inoltre, se è vero che rimborsano il capitale a scadenza, negli scenari di ulteriori rialzi dei tassi il BTP potrebbe perdere valore in conto capitale (e più l’emissione ha scadenza in là nel tempo, più la perdita si amplifica) mentre il liquidità+ ne beneficia vedendo il suo rendimento lordo a scadenza crescere senza inficiare sul prezzo. Provando a semplificare, mentre il prezzo dei titoli obbligazionari è inversamente correlato ai tassi di interesse (scendono i tassi, salgono i prezzi e viceversa), Liquidità + è direttamente correlato.
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Ho ricevuto la vostra email di lancio del nuovo portafoglio monetario Liquidità+. Apprezzo la novità, ma al contempo mi chiedo: perché non dovrei preferire un conto deposito?
I conti di deposito sono tornati in auge. E mi permetto di aggiungere, ben venga si destini la liquidità in eccesso a disposizione nel breve termine in soluzioni che offrono interessi di un certo tipo anziché sui conti correnti tradizionali con interessi ancora pressoché nulli
Liquidità+, a differenza di molti Conti Deposito, non ha alcun vincolo per ottenere un rendimento essendo un investimento a mercato, offre quindi la possibilità al cliente di avere molta flessibilità rispetto alla somma investita e al suo utilizzo. Flessibilità che può essere relativa anche alla possibilità di effettuare versamenti aggiuntivi, ricorrenti o meno, disinvestimenti parziali o totali. Inoltre, investendo in strumenti dei mercati monetari, il rendimento lordo annualizzato di Liquidità+, vale a dire il ritorno finale per il cliente, si muove in sintonia con i tassi di interesse stabiliti dalla Banca Centrale Europea: aumenti dei tassi causano un rialzo del rendimento di Liquidità+, ribassi dei tassi ne causano un calo.
Come tutte le gestioni professionali, Liquidità+ prevede una commissione di gestione: abbiamo deciso di mantenerla il più contenuta possibile, garantendo al tempo stesso che ogni altra voce di spesa (e.g. costi ingresso, uscita, tenuta conto) fosse pari a zero. Infatti, ogni sorta di diritto fisso, eventuale costo di apertura / chiusura / versamento o prelievo, ha un impatto sul ritorno complessivo di un investimento e va sempre considerato.
Vi è poi un altro elemento da considerare: nel caso lei abbia già una gestione patrimoniale Moneyfarm e abbia maturato delle minusvalenze, potrà compensare eventuali plusvalenze dei prossimi anni, come fatto per il 2023 anche per il 2024. Una ottimizzazione fiscale da non trascurare.
Sul fronte della sicurezza delle somme depositate, certamente i Conti Deposito offrono la tutela della somma fino all’ammontare di €100.000 da parte Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, ma vale la pena di ricordare come Liquidità+ – ergo una gestione patrimoniale di fondi monetari – offra elevati standard di tutela in tal senso al pari di altri strumenti del risparmio gestito: non è necessario aderire al FITD (e non siamo una banca peraltro) poiché la somma è depositata in un conto omnibus segregato rispetto al gestore del fondo, e ovviamente rispetto a Moneyfarm.
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Ho di recente investito sulla vostra linea di investimento P1, totalmente obbligazionaria. Che differenze ci sono con Liquidità+?
Il nostro P1, di cui abbiamo recentemente aggiornato il mandato di gestione e rivisto leggermente al rialzo il target di rischiosità massima, è un portafoglio puramente obbligazionario, con un’esposizione diversificata per aree geografiche, valute, scadenze, emittenti, ma è pur sempre un portafoglio obbligazionario. Adeguato per lo più a investitori con un’avversione al rischio decisamente elevata e un orizzonte temporale generalmente non di lungo termine.
Liquidità +, come detto, investe specificatamente sui mercati monetari; vale a dire su strumenti finanziari con una scadenza inferiore ai 12 mesi. Adeguato ad investitori che abbiano anche una tolleranza al rischio superiore, ma un orizzonte temporale di breve periodo.
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Fra un anno devo pagare l’anticipo per l’acquisto di un immobile per mio figlio, ma intanto non voglio lasciare la liquidità ferma sul conto. Per questo mi stavo orientando verso un ETF monetario, quando mi avete scritto per Liquidità+. Perché dovrei preferire la vostra gestione patrimoniale a un semplice ETF?
Nel costruire Liquidità+ il nostro team di Asset Allocation ha preferito selezionare per la prima volta fondi comuni attivi, invece che ETF, per diverse ragioni, tra cui la possibilità di selezionare fondi comuni di classe istituzionale che ci ha permesso di comprimere i costi e renderli così competitivi proprio con soluzioni composte da ETF.
Va poi sottolineato che la gestione di asset quali carte commerciali e certificati di deposito a breve termine è ottimizzata nella gestione attiva dei fondi comuni rispetto a ETF monetari.
In effetti, l’offerta di ETF in questa classe di attivo è, ancora, relativamente più limitata rispetto ad altri segmenti di mercato e circoscritta ad obbligazionari a scadenza 0-1 anno – che esclude quindi certificati di deposito e commercial papers e altri strumenti più tipici del mercato monetario – oppure è limitata a strumenti a replica sintetica del tasso €str.
Altro punto importante è legato alla liquidità / liquidabilità: gli ETF, essendo scambiati intraday rispetto ai fondi, potrebbero incorrere in un aumento di volatilità in momenti particolari di mercato rischiando di aumentare il c.d. bid/ask spread che, per una particolarissima classe di attivo come quella monetaria, non è certamente ideale. Quindi, sebbene anche con gli ETF sia possibile costruire un portafoglio a scadenze brevi e a basso rischio, resterebbe comunque una componente di volatilità ineliminabile rispetto ad un portafoglio di fondi attivi sul mercato monetario.
Infine, i Fondi Comuni Monetari (FCM) sono soggetti a requisiti ancor più stringenti rispetto agli altri OICVM . Il regolamento UE 2017/1131 servì a rendere i FCM più resilienti e maggiormente in grado di sopportare gli shock del mercato, garantendo norme uniformi sui requisiti prudenziali, di governance e di trasparenza per i gestori degli FCM (ne parlammo allora in questa intervista). Tali regolamenti sembrano essere assolutamente dinamici e in evoluzione tant’è che ESMA ha recentemente aggiornato degli orientamenti in merito alla gestione degli stress test (ma non solo) sui FCM, sempre più volti ad incrementare la tutela a vantaggio degli investitori in queste soluzioni.
Questa regolamentazione, teoricamente, si applicherebbe anche agli ETF monetari (che sono giuridicamente paragonabili ai Fondi comuni), ma è bene sottolineare che nella pratica ciò non sempre avviene: infatti non tutti gli ETF che investono in strumenti a breve termine si configurano a livello normativo come “ETF monetari”, configurandosi come dei “semplici” strumenti obbligazionari a breve termine. Di fatto, si tratta di una differenza tra FCM e ETF molto tecnica e di dettaglio, ma tutt’altro che marginale per il cliente finale, poiché rispettare il regolamento per un Fondo comune o un ETF – e quindi configurarsi come “FCM” – vuol dire dare maggiore tutela chi vi investe.
Soprattutto per questi motivi, abbiamo deciso di comporre la nostra gestione patrimoniale monetaria Liquidità+, ad oggi, di soli Fondi attivi. Come per tutte le nostre linee di investimento, anche Liquidità+ è costantemente monitorata dal team di Asset Allocation, con eventuali ribilanciamenti / modifiche del portafoglio se ritenuto necessario, su cui vi terremo come sempre aggiornati.
* Sulla base della media ponderata dei rendimenti lordi regolarmente pubblicati dai fondi parte del portafoglio Liquidità+, al 29 febbraio 2024. Il rendimento è sensibile alle fluttuazioni dei tassi sui depositi della Banca Centrale Europea: un rialzo dei tassi favorirà un rialzo del rendimento, un calo dei tassi invece porterà a un calo del rendimento.
Come per tutti gli investimenti, il capitale è soggetto a rischio di perdita. Il valore del tuo portafoglio con Moneyfarm può diminuire così come aumentare e potresti ottenere ritorni minori rispetto a quanto hai investito. Le proiezioni di rendimento non sono un indicatore affidabile delle performance future.
*Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.