Cosa sono le obbligazioni subordinate

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La profilazione dell’investitore e la relativa scelta dello strumento finanziario più adatto, dovrebbero essere  sempre le fondamenta per un buon investimento.

Negli ultimi giorni si è fatto un gran parlare di obbligazioni subordinate, tema divenuto di pubblico dominio alla luce degli avvenimenti recenti che hanno interessato alcune banche italiane.

Sempre nei giorni scorsi ci siamo occupati di bail in e salva banche, ma anche delle tipologie di rischi legati agli investimenti in titoli obbligazionari.

In quella occasione avevo indicato tra i rischi da prendere opportunamente in considerazione  quello legato all’emittente, cioè alle condizioni economico-finanziarie che caratterizzano la società che emette il titolo obbligazionario per finanziarsi sul mercato dei capitali.
Una delle prime tipologie di rischio da valutare è, dunque, quella legata alla qualità, quindi alla capacità di rimborso, di chi ha emesso il titolo. In questo caso, si parla di “rating” emittente.

Fare una valutazione di questo tipo, certamente non può facilmente essere alla portata di tutti, ma farsi assistere nella valutazione, spesso, non è poi molto più oneroso del rischio che si corre non prestando la giusta attenzione ad un parametro come questo.

E veniamo ai titoli subordinati, delineandone semplicemente alcune fondamentali caratteristiche, partendo proprio dalla definizione di “subordinati”.
Il significato da attribuire è piuttosto semplice, anche per chi è digiuno di nozioni finanziarie. Vuol dire, semplicemente, che questa tipologia di titoli (che corrispondono al debito contratto dall’emittente con i possessori del titolo) verranno rimborsati (in casi come quelli rappresentati da una procedura di liquidazione dell’emittente) solo successivamente al rimborso di quei titoli che sono, invece, definiti “senior”.

Ipotizzando, quindi, che una società abbia contratto del debito attraverso l’emissione (e vendita) di titoli, di cui un ammontare “x senior” ed un ammontare “y subordinato”, nel caso di rimborso la società medesima procederà a pagare prima i creditori in possesso di titoli senior (fino al loro totale soddisfacimento) e poi quelli detentori di titoli subordinati.

Inoltre, a determinate condizioni, i titoli subordinati, entrano a far parte del patrimonio di vigilanza delle banche, presentando la clausola di “differimento delle perdite”, previsione per la quale capitale ed interessi (cioè nominale e cedole del titolo) possono essere “destinati a coprire risultati negativi di gestione”. Può essere dunque interessante per un istituto emettere questa tipologia di titoli.

Un indicatore che può far prestare una maggiore attenzione alla tipologia di titolo che si sta acquistando è certamente il rendimento. Nel caso di titoli di questo tipo, il rendimento, è più alto rispetto a titoli non subordinati (o senior). È bene tenere sempre presente, infatti, che ogni tipo di investimento è retto da una equazione fondamentale per la quale ad un rendimento maggiore è associato un rischio più elevato.

Anche in condizioni diciamo di “normalità” alcune tipologie di obbligazioni subordinate (scadenza superiore a 10 anni, clausola di differimento degli interessi, clausola di assorbimento delle perdite) sono rimborsabili solo dopo che la banca che le ha emesse ha ottenuto l’autorizzazione dalla Banca d’Italia. Questo perché il rimborso riduce il patrimonio di vigilanza.

Il nuovo sistema “salva banche” prevede che correntisti, azionisti (per depositi superiori ad euro 100 mila) ed obbligazionisti concorrano al salvataggio dell’istituto bancario di cui detengono gli strumenti finanziari o presso il quale intrattengono un rapporto di conto corrente.

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*Gli investimenti in strumenti finanziari sono soggetti alla variabilità del mercato e possono determinare la perdita, in tutto o in parte, del capitale inizialmente investito.

Avatar Roberto Bramato