Conoscere le commissioni d’investimento

da

Alla stragrande maggioranza degli investimenti sono associate delle commissioni, alcune messe in chiaro fin da subito, altre spesso nascoste.

Come le commissioni fermano la crescita dei risparmi.

La gestione degli investimenti richiede tempo e denaro. Per questo è normale pagare delle commissioni in ragione alla complessità dell’investimento. Capita spesso però che le fees siano più alte di quanto dovuto e che finiscano per erodere i rendimenti. Facciamo un esempio:

 

10.000€ Investimento  A B
Rendimento annuo 5% 5%
Commissioni annue 1.25% 0.5%
Valore in 20 anni 20.696€ 24.014€

La speranza è che quando si sceglie un investimento con commissioni più alte, lo si faccia perché ci si aspetti che le performance siano più alte della media, ma è stato più volte dimostrato come un gestore non riesca a mantenere questa promessa per un lungo periodo. Assicurarsi su quanto si stia pagando per il proprio investimento è fondamentale per avere un servizio di valore e in linea con le proprie aspettative.

Quali sono i costi che tipicamente compongono le commissioni di un investimento?

Commissioni di gestione.

Le commissioni di gestione vengono dedotte dal valore dell’investimento in modo da coprire i costi di ricerca e selezione degli strumenti più adatti ad esso e vengono addebitate in modo ricorrente a seconda delle regole stabilite dal gestore.

Commissioni di amministrazione.

Al fine di mantenere un registro degli investimenti e calcolare il valore di un fondo giornalmente vengono spesso addebitati dei costi di amministrazione e servizio che permangono per tutta la durata dell’investimento.

Commissioni di piattaforma.

La piattaforma è un servizio di amministrazione online che permette tipicamente ai possessori di un fondo di accedere al proprio portafoglio in ogni momento e avere accesso a degli strumenti interattivi che permettono di esplorare i dettagli dello strumento e le varie opzioni disponibili. Questi costi vengono addebitati una volta l’anno in misura percentuale all’ammontare investito.

Commissioni di entrata e uscita.

Spesso per l’acquisto e la vendita di un fondo comune vengono richieste delle commissioni di entrata e/o uscita dallo stesso gestore. Talvolta queste vengono rimosse se si acquista il fondo direttamente da un broker o promotore, ma bisogna prestare attenzione al TER, comparandolo con quello proposto dalla casa emittente stessa. Nel caso degli ETF le commissioni di entrata e uscita non sono presenti dato che la loro compravendita è effettuata in modo continuativo sul mercato telematico. Tuttavia è importante tenere presente lo spread tra prezzo di acquisto e vendita che per quanto ridotto rappresenta a tutti gli effetti un altro piccolo costo.

Commissioni di negoziazione.

L’acquisto e la vendita di uno strumento finanziario presentano sempre dei costi di negoziazione o trading, che variano sia a seconda dello strumento negoziato che della piattaforma di negoziazione o banca. Tipicamente per una banca online questi costi ammontano allo 0,19% dell’ammontare scambiato con un massimo e un minimo fisso per transazione.

Commissioni di performance.

Alcuni tipi di investimenti addebitano questi costi nel caso in cui le performance del fondo superino di almeno il 20% quelle stabilite come obiettivo iniziale. Sebbene l’idea sia quella di allineare gli interessi dell’investitore con quelle del gestore, può capitare che il gestore porti il fondo a prendersi dei rischi non dovuti che non rispettano il profilo dell’investitore, il quale resta ignaro dell’accaduto.

Commissioni di consulenza.

Nel caso in cui ci si rivolga ad un consulente finanziario è necessario pagare una commissione separata per i suoi servizi. L’ammontare viene deciso tra il consulente e l’investitore e può essere fisso o variabile a seconda degli accordi. L’addebito può essere ricorrente o annuale in base al numero di consulenze richiesto.

Tali commissioni non sono addebitate dai consulenti o promotori non indipendenti, che “rimediano” con le retrocessioni ricevute per  gli strumenti suggeriti. Questa seconda modalità presenta spesso dei conflitti d’interesse tra il consulente e l’investitore il quale potrebbe vedersi proposti degli strumenti più costosi solo perché consentono al promotore di ricevere retrocessioni più cospicue.

Come scegliere un investimento in base alle commissioni.

Abbiamo imparato quindi che prima di affrontare un investimento è bene fare un’analisi approfondita dei suoi costi e prediligere quelli più trasparenti e facili da interpretare. Per questo MoneyFarm ha concentrato la sua offerta in un unico costo che include tutto quanto e utilizzando gli ETF per comporre i propri portafogli, in quanto strumenti efficaci ed economici dal punto di vista commissionale. Ciò semplifica di molto la scelta in termini economici e offre al contempo un servizio di alto livello.

Hai trovato questo contenuto interessante?

Hai già votato, grazie!

*Gli investimenti in strumenti finanziari sono soggetti alla variabilità del mercato e possono determinare la perdita, in tutto o in parte, del capitale inizialmente investito.

Avatar Stefano Giudici