Christine Lagarde direttore dell’IMF ha chiesto agli stati europei di sospendere le politiche di austerità. È un forte segnale che il fondo monetario internazionale dà sulla sua preoccupazione verso le attuali condizioni economiche dei Paesi e dell’impatto che stanno avendo sulla crescita globale.
L’IMF ha infatti sottolineato nella settimana la sensibilità della crescita alle politiche di riduzione della spesa e aumento delle tasse. Secondo Lagarde è meglio lasciar fare al tempo e applicare solo le misure necessarie in attesa che gli stabilizzatori facciano il loro effetto.
Questa politica è una sorta di turnover rispetto a quella adottata precedentemente dal fondo, il quale fino ad ora ha spinto molti stati ad attuare politiche di austerità, soprattutto quelli in via di sviluppo.
Alcuni dicono che sia come una sorta di pentimento per le scelte fatte in passato, il sempre ottimo Alphaville invece sostiene che le scelte dipendono molto dalle condizioni in cui vengono effettuate. In particolare nel caso europeo, la consolidazione fiscale non sta avendo gli effetti sperati sul PIL. Questi ultimi infatti erano stati calcolati con un moltiplicatore errato che ha portato a mal interpretare le previsioni.
Gli effetti dell’austerità, nei paesi in cui è stata attuata, hanno quindi avuto risultati contrari rispetto a quelli previsti, portando ad una contrazione dell’economia. Bisogna perciò iniziare a parlare di stimolo fiscale? E se si, a quali aziende bisognerà concedere più agevolazioni, quelle nuove o quelle vecchie?