La Fed taglia i tassi: cosa significa per i mercati

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Questa settimana abbiamo assistito a una mossa significativa da parte della Federal Reserve statunitense, che ha tagliato i tassi di interesse dello 0,25%.

Si è trattato di una decisione ampiamente attesa dagli investitori. Sebbene la banca centrale sia formalmente indipendente, da tempo l’amministrazione americana sosteneva con forza la necessità di ridurre i tassi. Non a caso, il più recente governatore nominato all’interno della Fed ha votato addirittura a favore di un taglio dello 0,5%.

Inflazione e prospettive di politica monetaria

Secondo le nostre analisi, la Federal Reserve effettuerà probabilmente altri due tagli entro la fine dell’anno, anche con un’inflazione che si avvicina al 3%. Successivamente, tuttavia, sarà difficile per molti membri votanti spingersi oltre, a meno di un cambiamento significativo del quadro macroeconomico e inflazionistico.

Il grafico sull’andamento dell’inflazione nominale negli Stati Uniti mostra che i prezzi al consumo stanno crescendo più velocemente di quanto la banca centrale riterrebbe auspicabile, sebbene non in maniera drammatica. 

Una parte del dibattito riguarda l’impatto dei dazi: al momento, il loro effetto sull’inflazione americana appare più contenuto di quanto temuto in primavera. Tuttavia, i dazi colpiscono soprattutto l’inflazione dei beni, mentre quella dei servizi – più persistente – resta ben al di sopra dei livelli obiettivo, come mostrano i dati più recenti.

Il ruolo del mercato del lavoro

Nonostante ciò, l’inflazione non è l’unica variabile da monitorare. Negli Stati Uniti la Federal Reserve ha anche un mandato specifico sull’occupazione. L’attuale tasso di disoccupazione è ancora relativamente basso in prospettiva storica, ma si sta gradualmente muovendo verso l’alto. 

Parallelamente, la crescita dei salari rimane solida, sopra il 4% su base annua: un dato positivo per le famiglie e per i lavoratori che continuano a recuperare parte del potere d’acquisto perso durante il picco inflazionistico del 2022, ma che rende più complesso il compito della Fed, impegnata a riportare l’inflazione vicino al 2%.

Crescita economica ancora robusta

Un altro dato cruciale è la crescita del Pil. Dal 2022 l’economia statunitense ha mostrato una performance superiore rispetto ad altre grandi economie sviluppate, come quella dell’Eurozona. Più recentemente, i dati sulle vendite al dettaglio hanno confermato una domanda dei consumatori ancora resiliente, nonostante un mercato del lavoro meno brillante.

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