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Il ruolo delle obbligazioni nel tuo portafoglio

⏳ Tempo di lettura: 7 minuti

Le obbligazioni sono la passione proibita dell’investitore, soprattutto in Italia, dove i portafogli sono pieni di bond e Buoni del Tesoro Poliennale (BTP). Infatti, secondo una ricerca Moneyfarm, per la stragrande maggioranza (75%) degli italiani investire vuol dire comprare un’obbligazione – nella maggior parte dei casi un BTP.

Quella per i BTP in particolare è una vera e propria mania nazionale, alimentata dalla familiarità culturale con gli strumenti e dalle campagne pubblicitarie del tesoro – una strategia promozionale che viene solitamente usata dai governi in periodi bellici o post-bellici. 

Secondo recenti sondaggi, i titoli di stato restano lo strumento finanziario più amato anche tra le fasce più giovani della popolazione, attratte dalla confortevole regolarità della cedola. Ma, patriottismo a parte, le ragioni per cui gli investitori continuano a scegliere i bond vanno ricercate altrove. Probabilmente nella convinzione, diffusa ma non sempre supportata da una piena comprensione delle sfumature delle dinamiche di investimento, che le obbligazioni siano più “sicure” rispetto agli investimenti azionari. 

Dopotutto, il meccanismo di un’obbligazione è all’apparenza semplice e rassicurante: si investe una somma in un titolo emesso da un’azienda o da uno Stato, con la promessa di ricevere un rendimento periodico, la cedola, e il rimborso del capitale a scadenza. Spiegata così, sembra un gioco in cui non si perde mai. Chi non vorrebbe partecipare? Ma dietro questa apparente semplicità si nasconde una realtà più complessa, fatta di rischi e di opportunità alternative che si potrebbero non cogliere se si riempie il proprio portafoglio di BTP senza una strategia precisa. 

Il tema è più che mai rilevante, perché negli ultimi anni abbiamo visto moltissima liquidità spostarsi verso conti deposito e obbligazioni. Questo significa che i bond stanno diventando di fatto la porta di accesso alla pianificazione finanziaria per una nuova generazione di investitori: una fetta di risparmiatori più conservativi e meno avvezzi a navigare i mercati, che con l’inflazione ha compreso l’importanza dell’investimento. 

Si tratta di una tendenza che potrebbe essere anche considerata positiva, ma se andiamo a scavare emergono evidenze preoccupanti. Sempre secondo la nostra ricerca, il 77 % degli investitori ignora le dinamiche alla base del movimento di prezzo dei bond. Solo il 35 % ritiene che la diversificazione sia importante, mentre molti considerano l’investimento in un singolo titolo obbligazionario un approccio altrettanto valido (19 %) o addirittura migliore (12 %); e moltissimi (34 %) non hanno un’opinione in merito. La legittima preoccupazione è che alla base del boom dell’acquisto di obbligazioni vi siano dinamiche comportamentali e ragioni non sempre in linea con una corretta pianificazione finanziaria.

Per questo abbiamo deciso di proporre una guida sintetica per capire il ruolo che le obbligazioni possono ricoprire nel portafoglio di investimento. Lo facciamo all’indomani del lancio di Mercato Primario, una soluzione sviluppata in esclusiva per Moneyfarm con Goldman Sachs per offrire agli investitori titoli obbligazionari direttamente dal mercato di emissione con un approccio coerente rispetto al resto della strategia di investimento.

Le obbligazioni nella strategia multi-asset

In primo luogo, vale la pena spiegare il ruolo che le obbligazioni svolgono nella strategia di investimento multi-asset, ovvero la strategia di costruzione di portafoglio diversificata che proponiamo anche a coloro che investono nella nostra Gestione Patrimoniale. Di questo approccio le obbligazioni sono un pilastro fondamentale. Sono uno strumento efficace per diversificare il rischio azionario. Un portafoglio bilanciato tra azioni e obbligazioni offre, in genere, un rapporto rischio/rendimento migliore rispetto a un’esposizione concentrata in un’unica asset class.

Le obbligazioni tendono infatti a essere meno correlate con gli investimenti azionari. Ciò significa che, quando i mercati azionari scendono, i titoli obbligazionari tendono a registrare performance migliori. Inoltre, pur avendo rendimenti attesi inferiori rispetto alle azioni, le obbligazioni garantiscono maggiore stabilità e minore volatilità, riducendo così la probabilità di perdite significative.

Questo comporta che la componente obbligazionaria diminuisca la volatilità attesa del portafoglio (e, con essa, i rendimenti attesi). Possiamo quindi regolare il rischio del portafoglio variando i pesi relativi di azionario e obbligazionario. Questo principio guida la nostra asset allocation strategica: ogni anno testiamo ipotesi su rendimenti, rischi e correlazioni tra asset class per costruire portafogli modello adatti a ogni livello di rischio. Per ottenere l’esposizione ai bond (come alle altre asset class) utilizziamo ETF, che garantiscono un’esposizione diversificata, modulando l’equilibrio tra azioni e obbligazioni in base al profilo di rischio dell’investitore.

Inserire in portafoglio una singola emissione obbligazionaria

Il ruolo delle obbligazioni non è solo quello di diversificare la strategia multi-asset. Anche arricchire il proprio portafoglio con singole emissioni obbligazionarie può essere la scelta giusta, a patto che sia coerente con la strategia finanziaria e di investimento complessiva. Ciò significa adottare delle precauzioni.

  1. Evitare concentrazioni eccessive: le singole emissioni non dovrebbero rappresentare una quota troppo ampia del portafoglio, per non concentrare il rischio su un unico titolo.
  2. Rispondere a obiettivi precisi: la decisione di investire deve derivare da esigenze tattiche o da obiettivi finanziari specifici, non dal mero senso di comfort garantito dalla cedola o, peggio ancora, dalla campagna pubblicitaria del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Se questi due parametri sono rispettati, l’acquisto di emissioni obbligazionarie può migliorare la strategia, supportando obiettivi di investimento precisi. Qui di seguito elenchiamo alcuni dei casi d’uso più comuni.

Integrazione del reddito (cedole)

Una delle motivazioni più comuni per cui i risparmiatori retail acquistano obbligazioni è ottenere entrate periodiche sotto forma di cedole, ad esempio per integrare la pensione o altre fonti di reddito. Bisogna considerare la tassazione – in Italia il 26 % sulle cedole corporate e il 12,5 % sui titoli di Stato – e l’inflazione, ma in generale l’investimento obbligazionario orientato al reddito periodico può essere uno strumento utile per chi vuole generare cash flow dal proprio patrimonio, soprattutto per persone in età più avanzata che non hanno bisogno di dedicare il capitale a obiettivi di accumulo.

Al contrario, se si hanno obiettivi di accumulo, la cedola rischia di creare un’inefficienza fiscale, perché l’imposizione della tassazione va a penalizzare l’accumulo e la composizione degli interessi. 

Garanzia del capitale a scadenza (obiettivi a termine)

Un altro motivo per inserire obbligazioni in portafoglio è preservare il capitale per una data futura, in previsione di una spesa programmata. Se si sa che tra, ad esempio, 5 o 10 anni servirà una certa somma (per pagare le tasse universitarie dei figli, per il matrimonio di un nipote, per l’anticipo di una casa), è possibile acquistare un’obbligazione con scadenza coincidente. Se l’obbligazione viene mantenuta fino a scadenza, l’investitore riceverà con buona probabilità il 100 % del capitale investito, eliminando l’incertezza che potrebbe derivare da un investimento azionario.

Chi adotta questa strategia, i cosiddetti investitori “cassettisti”, non si preoccupa delle oscillazioni di prezzo durante la vita del titolo, poiché non intende vendere prima della scadenza. Se questa strategia può essere indicata per alcuni investitori o per obiettivi specifici, bisogna tuttavia fare attenzione a non concentrare troppo il rischio. Inoltre bisogna ricordarsi che, specialmente su periodi lunghi, si possono lasciare sul tavolo importanti opportunità di crescita, bloccando il proprio capitale.

Investimento con obiettivo di protezione dall’inflazione

Alcuni investitori potrebbero avere, con parte del loro capitale, un obiettivo di protezione dal rischio inflazione. Per raggiungere questo scopo possono tornare utili segmenti obbligazionari specifici che garantiscono una protezione sia sulla cedola sia sul capitale iniziale. Questo meccanismo permette di mantenere costante il rendimento reale predefinito. Naturalmente vi è un rovescio della medaglia: la protezione ha un costo, nel senso che normalmente i bond indicizzati offrono rendimenti reali di base inferiori ai bond nominali comparabili.

Ricerca di cedole elevate (obbligazioni a maggior rischio)

Per gli investitori più esperti nel vasto universo obbligazionario esistono titoli che offrono yield significativamente più alti della media, in cambio però di un rischio più elevato. Un investitore con maggiore appetito per il rendimento potrebbe valutare di allocare una parte del portafoglio in queste obbligazioni più rischiose, con l’obiettivo di incrementare la redditività complessiva.

È importante, quando si perseguono queste opportunità, mantenere un approccio diversificato: i rendimenti elevati di queste emissioni possono essere attrattivi, ma a maggior ragione bisogna evitare di concentrare troppo il rischio su titoli che presentano un rischio di default più significativo.

Esposizione a rischi non convenzionali

Infine, il mercato obbligazionario offre opportunità di investimento mirate a fattori particolari che consentono di diversificare l’esposizione al rischio. Per esempio, esistono bond che permettono di esporsi a valute esotiche, rischi e settori molto specifici, spesso non correlati ai mercati tradizionali.

Un esempio sono i catastrophe bond (o Cat Bond), strumenti esotici non accessibili agli investitori retail emessi da compagnie assicurative per trasferire agli investitori il rischio di eventi catastrofali come uragani, terremoti o alluvioni. In pratica, chi sottoscrive un cat bond riceve interessi elevati come compenso per l’extra-rischio, ma accetta che, in caso di evento catastrofico, parte degli interessi o del capitale non venga pagata e sia invece utilizzata dalla compagnia assicurativa per coprire i danni.

Supporto a cause sociali e ambientali

Le obbligazioni possono anche finanziare cause sociali, come la lotta al cambiamento climatico, con investimenti a impatto diretto. I Green, Social e Sustainability Bond sono emessi per raccogliere fondi destinati a progetti con effetti positivi sull’ambiente o sulla società.

Negli ultimi anni la finanza obbligazionaria sostenibile ha visto un boom: le emissioni globali di obbligazioni ESG sono passate da circa 620 miliardi di dollari nel 2020 a quasi 1.000 miliardi stimati nel 2023. Investire in un green bond permette al risparmiatore di contribuire – indirettamente – al finanziamento di iniziative ambientalmente utili e ottenere un rendimento. Oltre ai green bond, esistono i social bond per progetti sociali e i sustainability-linked bond, che prevedono un impegno dell’emittente a migliorare determinati parametri ESG, pena l’aumento della cedola.

Investire con attenzione

Insomma, investire in obbligazioni può aiutare l’investitore a raggiungere obiettivi specifici e cogliere opportunità interessanti, purché lo si faccia sempre nell’ambito di una strategia diversificata. L’investimento obbligazionario, infatti, comporta anche dei rischi, che aumentano soprattutto quando si concentra una parte eccessiva del patrimonio su singole emissioni.

Uno dei rischi più rilevanti è la variazione dei tassi di mercato, che può portare il valore nominale delle obbligazioni a cambiare in modo repentino. Quando i tassi d’interesse salgono, il prezzo delle obbligazioni già emesse tende a scendere. Ciò può provocare perdite in conto capitale per l’obbligazionista che volesse vendere il titolo prima della scadenza. Se ci si concentra su emissioni singole, i tassi possono essere spinti in alto dall’aumento della percezione del rischio su un’azienda, un paese o un settore economico, introducendo nel portafoglio un rischio idiosincratico non dissimile da quello di investimenti azionari. 

Un altro rischio, rilevante soprattutto per le obbligazioni ad alto rendimento, è il rischio di credito: la possibilità che l’emittente non sia in grado di pagare gli interessi o rimborsare il capitale secondo le scadenze previste. Questo rischio può essere mitigato con un’adeguata diversificazione e un’attenta analisi del merito creditizio dell’emittente. Infine, va ricordato il rischio di liquidità. Nei mercati obbligazionari, soprattutto quando si ricercano obbligazioni più esotiche, non è sempre semplice vendere i propri titoli in tempi rapidi e a prezzi “giusti”.

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*Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.