Nel nostro appuntamento video mensile, il nostro Portfolio Manager Roberto Rossignoli analizza come il 2024 ha premiato i nostri portafogli, grazie soprattutto all’azionario statunitense, e ci dà le sue previsioni per un 2025 ricco di sfide e opportunità.
Con dicembre si è chiuso un 2024 molto positivo per i portafogli Moneyfarm e per i mercati finanziari più in generale. La maggior parte delle linee ha infatti generato performance a doppia cifra, soprattutto grazie al contributo positivo dell’azionario, e più precisamente alla scelta di mantenere una percentuale rilevante del portafoglio nell’azionario statunitense, vero protagonista delle performance di quest’anno.
I portafogli orientati all’obbligazionario hanno invece fatto più fatica. Nel 2024 i tassi si sono mossi leggermente al rialzo, sulla scia di dinamiche inflazionistiche non ancora del tutto sotto controllo e di banche centrali meno accomodanti di quanto si pensasse a inizio anno, soprattutto la Federal Reserve americana. Detto ciò, anche questi portafogli hanno offerto un rendimento positivo, in linea con i tassi di interesse, aprendo la strada, a nostro avviso, a un periodo relativamente positivo per il comparto obbligazionario.
Il livello attuale dei tassi, infatti, offre – ricordiamo – un rendimento da cedola in grado di assorbire anche oscillazioni dei tassi al rialzo e quindi condizioni meno favorevoli.
Guardando al 2025, vale la pena sottolineare alcuni punti.
Prima di tutto, il contesto macroeconomico rimane misto. L’economia statunitense continua a registrare buone performance, trainata dalla domanda dei consumatori. Altrove nel mondo, la crescita è un po’ più contenuta – in particolare in alcune aree dell’Europa e della Cina – ma non prevediamo una recessione globale nel breve termine.
In secondo luogo, le banche centrali hanno iniziato a ridurre i tassi di politica monetaria, pur con un’economia globale che continua a espandersi. Questa combinazione di tassi più bassi e crescita economica dovrebbe sostenere gli utili aziendali e gli asset finanziari.
L’inflazione probabilmente rimarrà un tema importante nel 2025. Dopo un 2023 di forte riduzione e un 2024 di normalizzazione, da qualche mese i tassi di inflazione sono rimasti al di sopra dei target delle banche centrali. Indubbiamente, i livelli attuali, tra il 2 e il 3.5% non destano preoccupazioni economiche, ma sarà fondamentale capire come risponderanno le banche centrali a questo nuovo sviluppo.
Chiudendo sullo scenario economico, dobbiamo sottolineare che il contesto geopolitico resterà complesso, soprattutto con il cambio di amministrazione negli Stati Uniti. La nuova leadership agirà rapidamente – o almeno ci proverà – per implementare la propria agenda, che presenta un mix eterogeneo di impatti per i mercati: tasse più basse e meno regolamentazione favoriranno le aziende statunitensi, mentre tariffe commerciali più alte potrebbero penalizzare economie e imprese orientate all’export.
Passando alle varie asset class, ci affacciamo al 2025 con valutazioni alte ma prospettive di rendimento complessivamente buone.
Le azioni statunitensi continuano a scambiare a multipli – come il rapporto prezzo/utili – piuttosto alti rispetto alla loro storia, riflettendo le alte aspettative di crescita per queste imprese, soprattutto per quanto riguarda i giganti della tecnologia. Riteniamo però che l’Intelligenza Artificiale abbia ancora molto da dare, giustificando in parte tali valutazioni, anche alla luce di fondamentali come crescita degli utili e redditività tra i migliori di sempre.
Al di fuori degli Stati Uniti, le valutazioni appaiono più attraenti, ma le prospettive sugli utili sono un po’ più contenute.
Per quanto riguarda le obbligazioni governative, come già detto i rendimenti rimangono piuttosto elevati e questo rappresenta una fonte importante di giadagni, in particolare per i portafogli meno rischiosi.
Per le obbligazioni societarie Invece, come per l’azionario, le valutazioni sono alte, alla luce di un differenziale di reddito rispetto alle controparti governative molto risicate. Anche in questo caso, i fondamentali restano solidi, con le principali metriche utilizzate per misurare la capacità delle aziende di ripagare il debito che si mantengono su livelli stabili.
Il 2025 si prospetta, quindi, come un anno caratterizzato da luci e ombre: rendimenti attesi buoni anche se rapportati all’inflazione, fondamentali solidi, ma valutazioni alte.
Con così tanti fattori in gioco, pensiamo sia importante non lasciarsi distrarre troppo dal rumore di fondo. Il nostro processo di Asset Allocation Strategica, che conduciamo annualmente, ci aiuta a rimanere focalizzati sul lungo termine guardando ai rendimenti attesi nei prossimi anni.
Abbiamo condiviso la nostra ultima versione nelle scorse settimane. Le nostre previsioni a lungo termine suggeriscono che i rendimenti attesi non sono così elevati come un anno fa – il che non sorprende, considerando la forza registrata nel 2024 – ma che il quadro di lungo periodo rimane piuttosto positivo, grazie soprattutto a solidi rendimenti attesi nel reddito fisso e nei titoli azionari non statunitensi. Ne parleremo più in dettaglio nelle prossime settimane.
La nostra strategia d’investimento per il 2025
La nostra Asset Allocation Strategica è un promemoria importante di alcuni dei principi cardine della filosofia di investimento di Moneyfarm. In questo documento delineiamo la nostra visione complessiva, di lungo termine, sulle asset class di mercato e il posizionamento strategico dei portafogli che il nostro team gestisce per i clienti.
*Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.