Le minusvalenze possono essere una risorsa preziosa dal punto di vista fiscale, poiché offrono l’opportunità di ridurre l’importo delle tasse dovute sui guadagni futuri. Ecco come puoi sfruttare questo meccanismo a tuo vantaggio.
Innanzitutto, cosa sono le minusvalenze?
Le minusvalenze rappresentano le perdite che subisci quando vendi strumenti finanziari come azioni, obbligazioni, fondi comuni, ETN, derivati o certificati a un prezzo inferiore rispetto al prezzo di acquisto. Ad esempio, se acquisti uno strumento finanziario per 100 euro e lo rivendi a 85 euro, hai generato una minusvalenza di 15 euro (85-100).
Come funzionano le minusvalenze in ottica fiscale?
Compensazione tra minusvalenze e plusvalenze: Quando realizzi una minusvalenza, cioè una perdita derivante dalla vendita di strumenti finanziari a un prezzo inferiore rispetto al prezzo di acquisto, puoi compensarla con eventuali plusvalenze future. Le plusvalenze sono i guadagni ottenuti vendendo strumenti finanziari a un prezzo superiore al loro costo d’acquisto. Questa compensazione ti permette di abbattere il carico fiscale sui guadagni futuri.
Riduzione delle tasse sui guadagni: In Italia, le plusvalenze sono soggette a tassazione. Compensando le minusvalenze con le plusvalenze future, puoi ridurre l’importo del guadagno netto che sarà tassato. Ad esempio, se hai guadagnato 1.000 euro (plusvalenze) ma hai perso 500 euro (minusvalenze), la tassazione verrà applicata solo sui 500 euro rimanenti (1.000 – 500). Questo riduce l’importo delle tasse da pagare.
Limiti temporali e tipi di plusvalenze compensabili
È importante tenere a mente alcune regole fondamentali per l’utilizzo delle minusvalenze:
- Limiti Temporali: Le minusvalenze possono essere compensate solo entro quattro anni dalla loro realizzazione; trascorso questo periodo, perdono la loro validità fiscale.
- Applicabilità ai redditi diversi: Le minusvalenze possono essere utilizzate solo per compensare plusvalenze classificate come “redditi diversi” e non “redditi da capitale”.
Quali plusvalenze possono essere compensate?
I redditi diversi includono plusvalenze derivanti dalla vendita di alcuni tipi di strumenti finanziari, tra cui:
- Azioni: plusvalenze dalla vendita di azioni.
- Obbligazioni (conto capitale): plusvalenze derivanti dalla compravendita di obbligazioni, escludendo le cedole.
- ETC (Exchange-Traded Commodities): plusvalenze derivanti dalla compravendita di ETC e ETN.
- Certificati e Derivati: plusvalenze derivanti da strumenti complessi come certificati d’investimento o derivati.
In sintesi, i redditi diversi sono i guadagni derivanti dalla vendita di strumenti finanziari, non dai flussi di cassa generati dal loro possesso.
Quali plusvalenze non possono essere compensate?
Al contrario, ci sono guadagni che derivano da “redditi da capitale”, che non possono essere compensati con minusvalenze. Questi includono:
- Dividendi da azioni: profitti distribuiti dalle aziende agli azionisti.
- Cedole obbligazionarie: interessi periodici pagati dalle obbligazioni.
- Fondi comuni e ETF: plusvalenza derivante dalla loro compravendita oltre che la distribuzione di dividendi o interessi.
- Cedole da ETN (Exchange-Traded Notes): interessi pagati dagli ETN.
Opportunità fiscali con i bond sotto la pari
Nel 2022, la politica monetaria aggressiva delle banche centrali ha portato a un rapido aumento dei tassi di interesse per combattere l’inflazione crescente. Questo ha avuto un impatto significativo sui mercati, specialmente su quello obbligazionario, causando una riduzione drastica dei prezzi delle obbligazioni.
Oggi, molte obbligazioni sono ancora quotate sotto la pari, ovvero al di sotto del loro valore di emissione (generalmente fissato a 100).
Ma come si possono sfruttare le minusvalenze in questo contesto? Quando i prezzi delle obbligazioni sotto la pari iniziano a risalire verso il loro valore di emissione, grazie a fattori come la convergenza al valore nominale o potenziali tagli dei tassi d’interesse, si possono generare plusvalenze classificate come redditi diversi. Queste plusvalenze permettono di utilizzare le minusvalenze accumulate in passato per alleggerire il carico fiscale.
Conoscere queste differenze e sapere come utilizzare le minusvalenze può fare una grande differenza nella gestione fiscale del tuo portafoglio, aiutandoti a ottimizzare i rendimenti netti e ridurre il carico fiscale complessivo.
Davide Fedeli è Investment Consultant Manager. Laureato in Economia e Finanza, lavora in Moneyfarm da oltre 6 anni, dove si concentra su come l’evoluzione macroeconomica influisce sulla gestione del portafoglio e sull’asset allocation.
Ti interessa investire in obbligazioni sotto la pari?
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Questa soluzione è particolarmente indicata per gli investitori che desiderano alleggerire il proprio carico fiscale, sfruttando eventuali minusvalenze pregresse (sia detenute presso il proprio conto titoli Moneyfarm che esterne) per migliorare il rendimento netto del portafoglio grazie alla compensazione.
Mentre tu investi, alla tassazione pensiamo noi: con il regime amministrato, in quanto tuo sostituto d’imposta, ci occuperemo noi di calcolare e versare le imposte legate ai tuoi investimenti.
Come in tutti gli investimenti, il tuo capitale è a rischio. Questa pubblicazione non contiene e non dovrebbe essere considerata come contenente consigli di investimento, raccomandazioni personali, o un’offerta o sollecitazione di acquisto o vendita di strumenti finanziari. Dovresti considerare di rivolgerti a un consulente finanziario, fiscale o legale prima di prendere la decisione di investire.
*Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.