Elezioni francesi: le sfide del debito pubblico e cosa significano per gli investitori

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Ieri si è concluso il primo turno delle elezioni parlamentari francesi, con la vittoria del Rassemblent National, come previsto. Non è scontato però che al secondo turno domenica prossima il partito di estrema destra di Martine Le Pen ottenga la maggioranza assoluta.

Ensemble pour la République, il blocco macronista, è arrivato terzo. Il presidente Emmanuel Macron ha indetto queste elezioni a seguito della scarsa performance della sua coalizione nelle elezioni del Parlamento Europeo. 

Il processo di voto a due turni rende difficile fare previsioni certe, ma il partito francese di destra Rassemblement National sembra destinato a emergere.

I politici del Rassemblement National hanno cercato di rassicurare gli investitori sui loro piani di spesa e sul loro possibile rapporto con l’Unione Europea. Ma sembra che alcune delle loro proposte, come la riduzione dell’età pensionabile da 62 a 60 anni, anziché aumentarla, non verranno ben accolte.

Il vero punto è che queste nuove elezioni potrebbero rispolverare le sfide fiscali della Francia, indipendentemente da chi vincerà. 

Il grafico sottostante mostra il rapporto debito/PIL per Italia, Francia e Grecia. La Francia ha il debito pubblico più basso rispetto al PIL dei tre paesi.

Ma guardando al cambiamento del rapporto debito/PIL osserviamo un quadro diverso. Il grafico qui sotto riporta il debito rispetto al PIL a 100 negli stessi Paesi nel 1994. In questo caso, il debito rispetto al PIL è aumentato in modo più significativo in Francia, mentre in Italia è rimasto abbastanza stabile negli ultimi venticinque anni. E, secondo le previsioni del Fondo monetario internazionale (Fmi), il debito rispetto al PIL francese continuerà a salire, mentre il debito rispetto al PIL greco, ad esempio, diminuirà in modo piuttosto netto nei prossimi anni.

Guardando ai saldi primari, vediamo l’impatto dell’aumento della spesa legata al Covid. Il Fmi prevede che sia la Grecia che l’Italia registreranno avanzi primari nel prossimo futuro, mentre la Francia rimarrebbe in deficit.

Tornando al costo del debito pubblico, l’attenzione di recente si è concentrata sulla differenza tra i rendimenti dei titoli di stato francesi e tedeschi, che si è ampliata, come si può osservare nel grafico sottostante.

Ma forse dovremmo anche prestare attenzione alla riduzione dello spread tra Francia e Italia, che si può osservare nel grafico sottostante. Data la loro posizione fiscale, uno spread più ridotto tra i titoli decennali francesi e italiani non è una prospettiva così strana.

Crediamo che le elezioni francesi avranno un esito positivo per gli investitori nel breve termine, ma ciò non significa che vedremo lo spread tra il debito francese e quello tedesco ridursi ai livelli precedenti. I riflettori rimangono puntati sulle prospettive fiscali della Francia.

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