Sondaggio: 4 italiani su 5 non sanno come funziona un’obbligazione

Il nostro ultimo sondaggio nazionale* su italiani e obbligazioni è apparso questa settimana sull’Economia del Corriere della Sera.

Il quadro dipinto dall’indagine è quello di un popolo di risparmiatori ancora profondamente avversi al rischio e con una forte propensione a investire in obbligazioni. Nonostante ciò, 4 italiani su 5 non sanno come funziona un’obbligazione, e ben pochi investitori sanno cosa accadrà quando verranno abbassati i tassi dalla Banca Centrale Europea (Bce).

“L’Italia resta agli ultimi posti tra i Paesi Ocse per livello di alfabetizzazione finanziaria e questo ha un impatto tangibile sulle abitudini di investimento dei risparmiatori,” ha commentato il nostro Global Head of Investment Advisory Andrea Rocchetti. 

Conti fermi e via all’inflazione

Secondo la nostra indagine, il 52% degli italiani bancarizzati non ha effettuato alcun investimento negli ultimi quattro anni. Questo comportamento ha contribuito a far aumentare la liquidità ferma sui conti correnti, esponendola al potere erosivo dell’inflazione, che alla fine del 2023 ammontava a ben 1.151 miliardi di euro.

Tra coloro che hanno effettuato investimenti dal 2020 ad oggi (48%), la stragrande maggioranza (75%) ha preferito gli investimenti obbligazionari, sia diretti che indiretti. Tuttavia, il comportamento degli investitori cambia significativamente tra coloro che possiedono un patrimonio superiore ai 50.000 euro: in questo gruppo, la percentuale di investitori sale all’80%.

Obbligazioni: la percezione del rischio

L’investimento in titoli di Stato o in obbligazioni emesse da grandi aziende è percepito come più sicuro rispetto all’investimento azionario dal 51% del campione. La principale preoccupazione associata ai titoli a reddito fisso è il rischio di mercato: il 55% degli intervistati teme di dover vendere il titolo prima della scadenza a un prezzo inferiore rispetto a quello di acquisto. Altri rischi, come il rischio di insolvenza dell’emittente e la riduzione della competitività della cedola a causa dell’aumento dei tassi, sono meno preoccupanti, rispettivamente per il 26% e il 23% del campione.

Obbligazioni popolari, sì, ma purtroppo ignorate nei fondamentali 

Il 31% degli investitori dichiara di aver sottoscritto BTP Italia o BTP Valore negli ultimi anni e oltre la metà dei sottoscrittori di questi strumenti dice di essere stata influenzata dalla massiccia campagna di comunicazione che ne ha accompagnato l’emissione, tanto efficace che solo il 15% degli intervistati dichiara di non aver mai sentito parlare di questi strumenti. Tuttavia, i rapporti di variazione prezzo-rendimento delle obbligazioni in rapporto alla variazione dei tassi della Bce restano oscuri al 77% del campione: è allarmante che la maggioranza degli italiani non comprenda il meccanismo alla base di un investimento obbligazionario così popolare.

In altre parole, quattro investitori su cinque nel nostro sondaggio non hanno saputo indicare la risposta corretta alla domanda “Cosa accade al valore di un’obbligazione quando il tasso di interesse fissato dalla BCE scende?” 

Nello specifico, a ignorare completamente i rapporti di variazione prezzo-rendimento in relazione alla variazione ufficiale dei tassi è il 31% del campione e a rispondere in modo errato (“Il valore dell’obbligazione resta invariato” o “Il valore dell’obbligazione scende”) il 46%.

Titoli di Stato o obbligazioni corporate?

L’indagine rivela anche una scarsa conoscenza delle differenze tra titoli di Stato e obbligazioni corporate. L’82% degli intervistati crede erroneamente che i titoli di Stato siano più facili da vendere delle obbligazioni corporate, il 38% pensa che i titoli di Stato abbiano rendimenti mediamente inferiori e il 46% ignora che le obbligazioni corporate comportino un rischio maggiore.

Conoscenze fiscali limitate

Meno della metà degli intervistati conosce la tassazione delle obbligazioni. Solo il 34% conosce l’aliquota agevolata del 12,5% applicata al capital gain sui titoli di Stato, e solo il 20% conosce l’aliquota del 26% applicata alle plusvalenze sulle obbligazioni corporate. La conoscenza fiscale migliora tra gli investitori con patrimoni superiori ai 50.000 euro.

Lezioni dal passato

Il 2022 è stato un anno particolarmente negativo per gli investitori, ma oltre la metà degli intervistati non sa cosa sia accaduto né sul fronte azionario né su quello obbligazionario. 

In particolare, il 54% non è a conoscenza del fatto che il valore dei titoli di Stato in portafoglio è sceso mediamente dell’11% in quell’anno.

 *Sondaggio condotto in collaborazione con Smileconomy e Research Dogma tra il 20 e il 24 maggio 2024 su un campione nazionale di 600 soggetti “bancarizzati” di età compresa tra 25 e 65 anni, con metodologia CAWI. Il campione è rappresentativo per genere, età, area geografica e ampiezza del centro abitato.

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*Gli investimenti in strumenti finanziari sono soggetti alla variabilità del mercato e possono determinare la perdita, in tutto o in parte, del capitale inizialmente investito.

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