La Fed è pronta ad agire? Scenari per gli investitori

da

La conferenza annuale ospitata dalla Federal Reserve Bank di Kansas City a Jackson Hole, è ormai un appuntamento fisso nel calendario dei mercati finanziari. 

Ogni anno guardiamo con invidia le foto dello splendido paesaggio del Wyoming, aspettando i commenti del Presidente della Federal Reserve (Fed), Jerome Powell, che potrebbero smuovere i mercati.

L’evento del 2024 non ha fatto eccezione. Il foliage era spettacolare e Powell ha trasmesso messaggi molto importanti. Ha sottolineato che il mercato del lavoro statunitense si sta indebolendo e come sia “giunto il momento che la politica monetaria si adegui”. È raro che i banchieri centrali diano un messaggio così chiaro sui tassi di interesse. A onor del vero, era ciò che la maggior parte degli investitori aveva previsto, ma la chiarezza è stata forse più netta di quanto ci aspettassimo.

Come ha evidenziato lo stesso Powell, sebbene la direzione che seguivano fosse chiara, il ritmo non lo era. Non ha detto molto su quanto scenderanno i tassi di interesse e a che ritmo, sottolineando che la Banca Centrale sarà guidata dai dati macroeconomici. Gli investitori sono divisi sul fatto che la Fed ridurrà – o dovrebbe ridurre – i tassi di 25 punti base o di 50 punti base a settembre. All’inizio di agosto, le preoccupazioni per una recessione imminente erano diffuse, ma i dati rilasciati da allora suggeriscono che l’economia statunitense sta ancora tenendo.

Tuttavia, Powell ha sottolineato che il mercato del lavoro si è raffreddato e che la Fed è consapevole di dover concentrarsi sia sull’occupazione che sulla stabilità dei prezzi (a differenza della Banca centrale Europea o della Banca d’Inghilterra). Il grafico qui sotto illustra il punto. In primo luogo, come abbiamo notato in precedenza, il tasso di disoccupazione è aumentato nell’ultimo anno. Può sembrare basso rispetto agli standard storici, ma l’aumento della disoccupazione ha lasciato alcuni commentatori preoccupati per l’imminenza di una recessione.

Altri indicatori raccontano una storia simile. Il grafico qui sotto mostra la crescita dei salari e i “tassi di abbandono” (la frequenza con cui i lavoratori lasciano il lavoro). Entrambi questi indicatori sono rallentati bruscamente, suggerendo che il mercato del lavoro non è più così forte come un tempo.

Un altro grafico, qui sotto, mostra i risultati di un sondaggio tra i consumatori che chiede se i posti di lavoro negli Stati Uniti siano parecchi. Le barre azzurre indicano i periodi di recessioni passate. Anche in questo caso, possiamo vedere che i consumatori statunitensi pensano che i posti di lavoro non siano più abbondanti come lo erano appena fuori dalla pandemia, anche se il sondaggio non è ancora coerente con una recessione.

Per fare il punto della situazione: le banche centrali, solitamente, dovrebbero anticipare i movimenti del ciclo economico, allentando la politica monetaria prima che arrivi una recessione e “levando dal tavolo l’alcool proprio quando la festa sta per iniziare”.

Oggi non è così semplice. Dopo un forte aumento dell’inflazione in seguito alla pandemia, le banche centrali sono diventate più guidate dai dati raccolti, anche se questo approccio aumenta il rischio di aspettare troppo a lungo prima di agire. 

Alcuni sostengono che la Banca Centrale statunitense abbia già ritardato troppo nel tagliare i tassi. Tuttavia, i dati macro attuali suggeriscono che la Fed potrebbe essere ancora in tempo per ridurre i tassi ed evitare una recessione. 

Questo scenario può cambiare rapidamente. Per ora, il cosiddetto “atterraggio morbido” sembra ancora lo scenario più probabile, e possibilmente positivo per gli asset finanziari.

Hai trovato questo contenuto interessante?

Hai già votato, grazie!

*Gli investimenti in strumenti finanziari sono soggetti alla variabilità del mercato e possono determinare la perdita, in tutto o in parte, del capitale inizialmente investito.

Avatar Richard Flax