Gli investitori amano le rivoluzioni tecnologiche. Credono che possano offrire enormi possibilità di guadagno cavalcando l’onda di un’innovazione dirompente, e poi di nuovo nelle fasi di adattamento e integrazione che solitamente seguono al boom.
Sono in molti a sospettare che sia quello che sta accadendo ora con l’emergere dell’Intelligenza Artificiale (IA).
L’economista Carlota Perez, che insegna alla London School of Economics e all’University College of London, ha dedicato la sua carriera a studiare il meccanismo dietro queste ondate: ecco cosa ha da dire sul movimento attuale dell’IA.
Un’opera epica in due atti
Secondo Perez, le rivoluzioni tecnologiche seguono uno schema ben definito.
Si può pensare alle rivoluzioni tecnologiche come a un’opera epica in due atti che si svolge in più di mezzo secolo – con un intervallo significativo quando tutto cambia.
L’atto uno è la fase di installazione. Il sipario si alza con il lancio di un’innovazione tecnologica (come il microprocessore o l’automobile) che ridefinisce il possibile e prepara il terreno per una cambiamento trasformativo diffuso. Durante questa fase – che storicamente dura dai 20 ai 30 anni – le tecnologie rivoluzionarie sconvolgono lo status quo, stabilendo nuovi quadri e infrastrutture industriali.
Alimentata da investimenti speculativi, questa fase diventa una sorta di corsa all’oro, con denaro che fluisce nelle tecnologie emergenti sulla base di ciò che potrebbero essere – piuttosto che su ciò che sono. Man mano che queste tecnologie iniziano a radicarsi, sfidano le strutture economiche e sociali esistenti, portando alla creazione di nuovi mercati ma anche a bolle che riflettono la relazione volatile tra innovazione tecnologica e mercati finanziari.
L’impatto sociale è significativo, con queste perturbazioni che spesso portano a cambiamenti nei modelli di occupazione e all’ampliamento delle disparità socioeconomiche. Questa è una fase di distruzione creativa e polarizzazione.
La rivoluzione riprenderà a breve
Il punto di svolta è l’intervallo.
L’intervallo accade in un momento cruciale nella rivoluzione tecnologica ed è innescato dal crollo delle bolle speculative e dalla conseguente recessione economica. Si tratta di un periodo caratterizzato da instabilità, incertezza, deskilling, disordini sociali e populismo, e spesso richiede un significativo cambiamento nelle strategie di mercato e nelle politiche governative.
Non si tratta, però, della fine – ma solo di un passaggio cruciale da una frenesia speculativa a un focus sulla crescita sostenibile e sull’integrazione tecnologica. Serve in quanto sveglia sociale, evidenziando la necessità di adattamento e ricalibrazione attraverso cambiamenti normativi e spostamenti nella prospettiva sociale.
Il punto di svolta può essere molto breve (solo due anni alla fine del 1840) o molto lungo (più di un decennio intorno agli anni 30).
L’atto due è la fase di distribuzione. In questa fase, i frutti della rivoluzione tecnologica iniziano davvero a manifestarsi. Questo periodo di 20-30 anni vede le tecnologie precedentemente speculative intrecciarsi nel tessuto della vita quotidiana (e nel cuore delle attività economiche).
In questo atto, l’attenzione si sposta dall’investimento nella tecnologia all’uso di essa per stimolare la crescita economica, la produttività e il miglioramento sociale. Anche le politiche governative svolgono un ruolo importante, creando un ambiente che supporta la diffusione dei benefici tecnologici in tutti i settori della società.
Il paesaggio economico subisce una trasformazione profonda, con nuove industrie che emergono e settori esistenti che innovano per incorporare nuove tecnologie, portando alla creazione di posti di lavoro, migliori standard di vita e, possibilmente, un accesso più equo ai suoi benefici.
E questo continua fino a quando la tecnologia raggiunge la maturità, e una nuova innovazione tecnologica fa il suo ingresso per ricominciare il ciclo. È una fase di costruzione creativa, in cui quasi tutti vincono.
IA: rivoluzionaria, ma non una rivoluzione
Quindi Perez vede nell’IA la protagonista della prossima rivoluzione? Andiamoci piano. Per cominciare, Perez afferma che ci sono state solo cinque grandi rivoluzioni tecnologiche negli ultimi 250 anni.
La prima, la rivoluzione industriale, iniziò intorno al 1771, ponendo le basi per la produzione e il trasporto moderni.
La successiva, l’era del vapore e delle ferrovie, iniziò nel 1829, alimentando enormi cambiamenti nei viaggi e nel trasporto delle merci.
L’era dell’acciaio, dell’elettricità e dell’ingegneria pesante iniziò nel 1875, portando l’elettrificazione e altre meraviglie ingegneristiche avanzate.
L’era del petrolio, dell’automobile e della produzione di massa accese i motori nel 1908, rivoluzionando la mobilità personale e l’efficienza produttiva.
Infine, l’era dell’informazione e delle telecomunicazioni (ICT) si avviò nel 1971, cambiando radicalmente il modo in cui comunichiamo, lavoriamo e accediamo alle informazioni.
Nonostante tutto il clamore sull’IA, secondo Perez questo non sarebbe l’inizio di una sesta rivoluzione tecnologica. Certo, l’IA è rivoluzionaria (ed è una tecnologia), ma questo non basta per renderla un’effettiva rivoluzione tecnologica. Secondo Perez, “nessuna singola tecnologia, per quanto potente, può guidare una crescita a lungo termine”.
In altre parole, le rivoluzioni tecnologiche sono più che semplici tecnologie: fanno parte di più ampie costellazioni di innovazioni che collettivamente trasformano economie, governi e società.
Per Perez siamo ancora nel bel mezzo della rivoluzione dell’informazione e delle telecomunicazioni – iniziata negli anni ’70 con l’introduzione dei personal computer e dei microprocessori, e seguita dall’adozione diffusa di internet. E l’IA è probabilmente una tappa cruciale in quella rivoluzione, con il suo enorme potenziale (si spera) di spingerla alla prossima fase: l’età d’oro del periodo di distribuzione.
Nel mezzo del cammin di nostra IA…
Ed è proprio questo il punto interessante: Perez suggerisce che il mondo è bloccato in un punto di svolta. Si tratta dell’intervallo menzionato prima, che va dalla prima decade di questo secolo, oltre 20 anni, con il crollo delle dot-com e la crisi finanziaria globale che non hanno scosso abbastanza le cose da cambiare le mentalità sociali dagli investimenti a breve termine, alla vera crescita a lungo termine.
Passare alla fase di distribuzione non sarà una passeggiata: secondo Perez dovrà seguire cambiamenti più profondi nella società (come politiche pubbliche che modellano il mercato e mirano a un progresso sociale e ambientale ampio), nei mercati finanziari (affinché si comportino meno come un casinò), e nell’ambiente (affinché la prossima fase sia sostenibile). Si tratta di un grande cambiamento, quindi Perez non esclude la possibilità che possano essere necessarie recessioni e crisi per innescarlo.
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Da questa analisi si possono trarre due importanti lezioni per gli investitori.
Innanzitutto bisogna aspettarsi degli scossoni lungo la strada. Molte persone sottovalutano quanto siano volatili e complesse queste rivoluzioni tecnologiche. I loro effetti vanno ben oltre la ricchezza finanziaria: portano a periodi di distruzione creativa, che rimodellano industrie e mercati del lavoro, e spesso portano a cambiamenti sociali e interventi governativi. Quindi, bisogna prepararsi a un po’ di turbolenza e non escludere la possibilità di alcune crisi lungo il percorso.
Ma si punta alla destinazione. Ora, il viaggio potrebbe non essere tutto rose e fiori, ma la tappa finale – un’età dell’oro di avanzamenti tecnologici, economici e sociali – vale probabilmente un po’ di scossoni. Offre almeno la speranza che molte delle sfide più grandi del nostro tempo – la modernizzazione delle istituzioni, inclusa l’istruzione e il welfare – possano essere superate. E potrebbe non fermarsi lì: l’IA potrebbe anche preparare il terreno per scoperte nella biotecnologia, nella nanotecnologia e in altri campi.
Quindi ci sono molte ragioni per essere ottimisti riguardo al futuro dell’Intelligenza Artificiale nel lungo termine. Essere consapevoli delle diverse fasi ti aiuterà a prevedere meglio i rischi e le opportunità.
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Questi ETF sono quindi ideali per diversificare il portafoglio in linea con le tendenze tecnologiche emergenti.
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