Come ampiamente previsto, la Banca Centrale Europea (Bce) ha annunciato ieri il suo primo taglio dei tassi in quasi cinque anni, un giorno dopo il Canada, che è stato il primo paese del G7 a ridurre i tassi d’interesse.
Con una riduzione dei tassi di 25 punti base, la Bce ha anticipato la Federal Reserve (Fed), avendo ritenuto che l’obiettivo di inflazione del 2% nell’Eurozona fosse alla sua portata. Questo aggiustamento porta il tasso sui depositi al 3,75%, il tasso dei prestiti marginali al 4,5% e il tasso di rifinanziamento principale al 4,25%.
Christine Lagarde ha dovuto compiere un notevole sforzo per spiegare perché la banca centrale abbia deciso di tagliare i tassi alzando, al contempo, le previsioni sull’inflazione al di sopra del target nell’Eurozona.
Lagarde ha sostenuto che il percorso verso un’inflazione del 2% è ora più definito, il che ha dato maggiore fiducia ai policymaker. È un punto valido: storicamente, le banche centrali sono state disposte a tagliare i tassi con l’inflazione in calo verso il loro obiettivo.
Tuttavia, l’enfasi sulla dipendenza dai dati a breve termine ha leggermente indebolito il punto di Lagarde: se si è sicuri delle previsioni, perché rimanere dipendenti dai dati a breve termine? La risposta è che non bisogna essere mai troppo certi delle stime, soprattutto date le sfide degli ultimi anni – nonostante a oggi ci fossero tutti i presupposti per un taglio dei tassi.
Perché tutto ciò è importante? Ci sono un paio di punti da considerare.
Innanzitutto, la combinazione di inflazione in calo e crescita accelerata potrebbe sostenere gli asset finanziari. Le prospettive di inflazione sono chiaramente migliorate, ed è una buona notizia.
Lagarde ha anche espresso ottimismo sulle prospettive di crescita – un’altra buona notizia.
La Bce ha inoltre aumentato le sue stime di crescita per l’Eurozona nel 2024, ma le ha leggermente ridotte per il 2025.
In secondo luogo, anche se la Bce ha tagliato i tassi questa settimana, le prospettive future non sono chiare.
Lagarde non si è espressa sui potenziali futuri tagli dei tassi quest’anno, sottolineando che molto dipenderà dai dati in arrivo. Prima dell’annuncio di giovedì, i mercati si aspettavano tre tagli dei tassi totali nell’Eurozona nel 2024. La Bce si è già espressa a sufficienza da mettere in dubbio queste previsioni.
Tuttavia, facendo un passo indietro, i tagli dei tassi di questa settimana da parte della Bce e della Banca del Canada rappresentano un importante riconoscimento dei progressi verso l’obiettivo di inflazione del 2% nei mercati sviluppati.
Non si dichiara ancora vittoria, ma c’è qualcuno che crede l’obiettivo sia in vista.
Richard Flax
Richard è il Direttore degli Investimenti di Moneyfarm. Si è unito all’azienda nel 2016. È responsabile di tutti gli aspetti della gestione del portafoglio e della sua costruzione. Prima di entrare a far parte di Moneyfarm, Richard ha lavorato a Londra come analista azionario e gestore del portafoglio presso PIMCO e Goldman Sachs Asset Management, e come analista obbligazionario presso Fleming Asset Management. Richard ha iniziato la sua carriera nel settore finanziario a metà degli anni ’90 nel team di economia globale di Morgan Stanley a New York. Ha conseguito una laurea in Storia presso l’Università di Cambridge, una laurea magistrale in Relazioni Internazionali ed Economia presso la Johns Hopkins University e un MBA presso la Columbia University Graduate School of Business.
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