Tabella della pensione di vecchiaia fino al 2050: a che età si può andare in pensione?

Gli anni in cui si andava in pensione presto sembrano ormai un lontano ricordo: se già la riforma Fornero aveva ridefinito al rialzo i requisiti anagrafici per il pensionamento di vecchiaia, la legge di Bilancio 2024 ha portato ulteriori modifiche al sistema previdenziale. In questo approfondimento facciamo una panoramica per capire quando si può andare in pensione e quali sono le soluzioni più efficaci per tutelare il proprio tenore di vita sul lungo termine.

A che età si va in pensione oggi?

La risposta più corretta a questa domanda è: dipende. I fattori che entrano in gioco sono molti, dal genere del lavoratore alla natura del contratto (autonomo, dipendente, pubblico…) passando per il tipo di attività più o meno usurante. In linea generale, però, possiamo dire che ad oggi la maggior parte dei lavoratori può andare in pensione solo a 67 anni, e a patto di aver accumulato almeno 20 anni di contributi. Chi ha iniziato a versare contributi dopo il 1 Gennaio 1996 dovrà, inoltre, aver maturato una pensione almeno pari all’assegno sociale, che per il 2024 è di 534,41 euro per 13 mensilità. In caso contrario dovrà attendere fino al raggiungimento dei 71 anni di età.

Tabella della pensione di vecchiaia: come cambierà nei prossimi anni?

I requisiti anagrafici per andare in pensione sono sottoposti a modifiche periodiche sulla base dell’incremento della speranza di vita, un dato elaborato dall’Istat su base biennale. È proprio a partire da questo dato che l’età pensionabile ha visto negli ultimi decenni un innalzamento progressivo che, secondo le proiezioni, raggiungerà quota 68 anni e 11 mesi nel biennio 2049-2050. Si tratta di un’età piuttosto alta, nonostante la riduzione delle aspettative di vita causate dalla pandemia da Covid 19: il motivo è che la legge esclude esplicitamente un adeguamento al ribasso dei requisiti che dunque, nel migliore dei casi, non subiscono variazioni.
Ecco gli adeguamenti in programma per i prossimi anni, riassunti in una tabella di facile consultazione. Naturalmente, i dati successivi al 2026 sono frutto di stime che andranno verificate di volta in volta con quelle ufficiali, pubblicate dall’Istat.

2023-2024 67 anni (66 anni e 7 mesi per chi svolge lavori usuranti)
2025-2026 67 anni (66 anni e 7 mesi per chi svolge lavori usuranti)
2027-2028 67 anni (66 anni e 7 mesi per chi svolge lavori usuranti)
2029-2030 67 anni e 1 mese (66 anni e 8 mesi per chi svolge lavori usuranti)
2031-2032 67 anni e 4 mesi (66 anni e 11 mesi per chi svolge lavori usuranti)
2033-2034 67 anni e 7 mesi (67 anni e 2 mesi per chi svolge lavori usuranti)
2035-2036 67 anni e 9 mesi (67 anni e 4 mesi per chi svolge lavori usuranti)
2037-2038 67 anni e 11 mesi (67 anni e 6 mesi per chi svolge lavori usuranti)
2039-2040 68 anni e 1 mese (67 anni e 8 mesi per chi svolge lavori usuranti)
2041-2042 68 anni e 3 mesi (67 anni e 10 mesi per chi svolge lavori usuranti)
2043-2044 68 anni e 5 mesi (68 anni per chi svolge lavori usuranti)
2045-2046 68 anni e 7 mesi (68 anni e 2 mesi per chi svolge lavori usuranti)
2046-2048  68 anni e 9 mesi (68 anni e 4 mesi per chi svolge lavori usuranti)
2049-2050  68 anni e 11 mesi (68 anni e 6 mesi per chi svolge lavori usuranti)

I requisiti per la pensione anticipata

Se fino ad ora abbiamo considerato quasi esclusivamente l’età pensionabile, in realtà esistono altre formule che permettono di richiedere la pensione prima del raggiungimento dell’età anagrafica prevista per legge. In questo caso è necessario prendere in considerazione la somma dei contributi previdenziali versati, che deve essere almeno di 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Un requisito che rimarrà in vigore fino a fine 2026, ma che verrà presumibilmente modificato al rialzo nei prossimi anni.

Vado in pensione, ma con quanto?

I più ottimisti potrebbero pensare che al significativo e progressivo aumento dell’età pensionabile corrisponda un altrettanto significativo aumento dell’assegno pensionistico. La realtà, purtroppo, è che nella maggior parte dei casi il gap previdenziale – vale a dire la differenza tra l’ultimo stipendio e il primo assegno pensionistico – sarà molto alto. Secondo le stime della Ragioneria Generale dello Stato di Giugno 2023, la pensione coprirà tra il 43% e il 64% dell’ultimo stipendio. Per questo motivo sempre più lavoratori stanno cercando soluzioni alternative per tutelare il proprio tenore di vita alla fine della carriera professionale, come l’adesione a piano di risparmio e a fondi pensione privati. Il PIP Moneyfarm è uno strumento di pensione complementare di tipo integrativo che, dopo una fase di accumulo capitale, permette di ottenere una rendita vitalizia che andrà ad aggiungersi alla pensione pubblica. Il PIP Moneyfarm può essere sottoscritto da tutti i lavoratori – ma anche chi è inoccupato e i pensionati che abbiano davanti a sé almeno un anno prima del raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia – ed è una soluzione flessibile e fiscalmente vantaggiosa, che consente anche di dedurre dall’IRPEF i contributi versati fino ad un massimo di 5.164,57 euro all’anno.

Come Moneyfarm può aiutarti nella gestione dei tuoi risparmi?

Su queste pagine abbiamo più volte affrontato il tema del sistema previdenziale italiano, evidenziandone le complessità normative ma anche i limiti per chi si trova ancora all’inizio della propria carriera professionale e non può guardare al domani con grandi certezze. In Moneyfarm siamo convinti che ognuno di noi, indipendentemente dal capitale a disposizione, debba prendersi cura del proprio futuro adottando strategie per raggiungere i propri obiettivi finanziari e di vita. È per questo che dal 2011 offriamo un servizio di consulenza finanziaria indipendente basato su semplicità e trasparenza: tutti gli strumenti Moneyfarm, da quelli dedicati alla protezione del capitale a quelli pensati per chi ha obiettivi di breve termine, si distinguono per i costi di gestione contenuti e la possibilità di avere accanto un consulente dedicato, che non viene remunerato per venderti dei prodotti ma per fornirti consigli su misura per navigare i mercati finanziari.
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Domande Frequenti

Come faccio a sapere a che età andrò in pensione?

Se sei un lavoratore dipendente puoi collegarti al sito INPS e accedere al tuo cassetto fiscale per fare una simulazione.

La mia pensione sarà uguale all’ultimo stipendio?

Purtroppo no: specialmente se hai iniziato a lavorare dopo il 1996 la tua pensione sarà calcolata esclusivamente con il sistema contributivo, che non tiene conto delle ultime retribuzioni percepite.

Come faccio ad avere un assegno pensionistico più alto?

La soluzione migliore è aderire ad un piano pensionistico integrativo come il PIP Moneyfarm: in questo modo potrai cercare di colmare il gap previdenziale, affiancando una rendita vitalizia alla tua pensione pubblica.

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