Nel meeting di questa settimana, come sempre evento chiave per i mercati e gli investitori, la Federal Reserve ha rispettato le attese, lasciando invariati i tassi tra il 5,25% e 5,50%. Nel consueto comunicato, l’Istituto centrale ha sottolineato di non ritenere che “sia opportuno ridurre l’intervallo obiettivo per i tassi fino a quando non avrà acquisito maggiore fiducia nel fatto che l’inflazione si stia muovendo in modo sostenibile verso il 2%“.
La banca centrale statunitense comunica anche di prevedere tre tagli, per un totale di 75 punti base, nel 2024, e altri tre tagli (rispetto ai quattro attesi in precedenza) nel 2025, proprio alla luce del recente aumento dell’inflazione.
Con l’occasione, la Banca centrale americana ha anche pubblicato le sue stime sul PIL a stelle e strisce, visto in crescita del 2,1% quest’anno e del 2% nel 2025 e nel 2026. Il tasso di disoccupazione è previsto al 4% quest’anno, al 4,1% l’anno prossimo e di nuovo al 4% nel 2026. Per quanto riguarda l’inflazione, la Fed si aspetta che questa si attesterà quest’anno al 2,4%, per poi scendere al 2,2% nel 2025 e al 2% nel 2026.
Il commento di Richard Flax, CIO di Moneyfarm
“Come previsto, la Federal Reserve ha mantenuto i tassi di interesse su un livello stabile all’interno del range target del 5,25%-5,50%, continuando la sua strategia di “higher for longer” mirata a riportare l’inflazione verso l’obiettivo del 2%. Nonostante una tendenza al raffreddamento dell’inflazione dalla decisione della Fed di mantenere i tassi invariati a settembre 2023, le pressioni inflazionistiche persistono, in particolare negli ultimi due mesi. L’inflazione a febbraio 2024 si è attestata al 3,2% su base annua e, in particolare, l’inflazione core rimane significativamente più alta al 3,8% su base annua, un dato preoccupante come riconosciuto dalla Fed”.
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