Se dovessimo guardare solamente le performance, possiamo dire che questo inizio anno ha superato le attese di quasi tutti gli analisti. Valutare i risultati di mercato su un orizzonte di sei mesi è un esercizio che ha dei limiti, ma i numeri possono aiutare a rendere l’idea: se l’obbligazionario non ha ancora mostrato il potenziale rendimento derivante da tassi piú elevati, registrando un ritorno dell’1,6%, l’azionario globale è salito di circa il 12% da inizio anno.
Anche i portafogli hanno beneficiato di questo contesto, soprattutto quelli con un’ampia componente azionaria. A seconda del livello di rischio le nostre gestioni hanno fatto registrare performance comprese tra il +3,7% e il +9,6% nei primi sei mesi dell’anno.
Il percorso è stato ovviamente più turbolento di quanto questi numeri lasciano trasparire, pensiamo per esempio alle crisi bancarie, ed è stato comunque segnato dalla stretta monetaria delle banche centrali.
Ma allora, come si spiega questo rally di inizio anno?
- Una prima ragione va ricercata in quello che resta il principale fattore di rischio: l’inflazione. Negli Stati Uniti e in Europa, nonostante i prezzi stiano rallentando più lentamente di quanto le banche centrali vorrebbero, la direzione è quella giusta e uno scenario con l’inflazione fuori controllo sembra scongiurato. Le politiche delle banche centrali stanno sortendo i giusti effetti e anche il calo dei costi energetici sta contribuendo a raffreddare la situazione.
- La seconda ragione che ha favorito la performance azionaria è la solidità dell’economia. Sebbene gli effetti del rialzo dei tassi debbano probabilmente ancora manifestarsi in pieno, il sistema si è dimostrato più forte del previsto, con il rientro di alcune crisi, come quella del comparto bancario, gestite in maniera efficiente. Se guardiamo, per esempio, agli Stati Uniti, notiamo come il mercato del lavoro e i consumi continuano a sorprendere in positivo e anche le proiezioni sul Pil sono state riviste al rialzo.
- Infine c’è il boom di alcuni settori come i titoli tecnologici e in particolare quelli legati all’intelligenza artificiale. La concentrazione dei rendimenti su settori specifici potrebbe essere motivo di preoccupazione, ma può anche rappresentare un’opportunità. Ci ricorda come l’innovazione e la tecnologia possono talvolta essere un elemento di sorpresa positivo, che vediamo riflettersi ad esempio nel nostro portafoglio tematico “Tecnologia e Innovazione” che ha registrato un rendimento del 15,4% dalla data di lancio a febbraio.
Cosa dobbiamo aspettarci guardando avanti? Certamente continuiamo a vedere dei rischi, soprattutto legati alla dinamica di breve termine. Riteniamo che l’aumento sia vicino alla conclusione, almeno negli Stati Uniti, e che i suoi effetti sull’economia debbano ancora manifestarsi pienamente. Anche per questo è lecito aspettarsi un rallentamento dell’attività nella seconda metà dell’anno, anche se non necessariamente questo prenderà la forma di una correzione traumatica. Per questo continuiamo a mantenere un posizionamento leggermente conservativo, ma cerchiamo di stare attenti a non perdere le opportunità di lungo termine.
Guardando ai dati di oggi la possibilità di un atterraggio morbido è ancora concreta, anche se è sicuramente presto per cantare vittoria. Tuttavia, possiamo goderci il parziale recupero dei mercati e guardare al futuro con cautela forti delle performance dell’azionario di questo semestre; dei rendimenti prospettici dell’obbligazionario più elevati da 10 anni a questa parte; e di una politica monetaria che dovrebbe aver quasi raggiunto il picco della fase restrittiva. Questi risultati non erano scontati, e ci consentono di affrontare i prossimi mesi con maggiore serenità.
Grazie per aver seguito il nostro aggiornamento di mercato. Se avete domande o necessitate di ulteriori informazioni, siamo a disposizione.
*Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.