Banche centrali: facciamo il punto dopo il rialzo della Bank of England

Nel suo ultimo meeting la Federal Reserve ha congelato il rialzo dei tassi, almeno momentaneamente, ma la Banca centrale europea e la Bank of England hanno deciso di continuare con la politica da falchi. Il focus per le due banche centrali europee rimane la lotta all’inflazione, anche se i livelli nelle due aree sono nettamente diversi. Nell’Eurozona a maggio l’inflazione è stata del 6,1%, mentre nel Regno Unito è all’8,7%, un livello decisamente più alto. Il trend di discesa dell’inflazione e normalizzazione dell’economia nell’Eurozona risulta infatti essere più avanti rispetto rispetto al Regno Unito. Aspetto quest’ultimo che ha spinto la BoE a reagire energicamente.

Banca centrale d’Inghilterra

Questa settimana è arrivata la decisione della BoE che, come ampiamente previsto dagli analisti finanziari, ha deciso ancora una volta di alzare i tassi, in questo caso di 50 punti base, portandoli dal 4,5% al 5% (livello più alto dal 2008). Decisione che ha superato le attese della comunità finanziaria, tarate su un incremento di soli 25 punti base.

L’economia del Regno Unito sta ancora lottando con un’inflazione ostinata e attualmente all’8,7%. Dato in calo, rispetto ai picchi del 10%, ma che continua a rimanere lontano dal target del 2%. Il problema principale è l’inflazione di base che è salita al 7,1%, il livello più alto degli ultimi 30 anni. Secondo la BoE una volta che i fattori esterni, come la guerra in Ucraina, saranno rimossi gli effetti sull’inflazione inizieranno a ridursi. Potrebbero però innescarsi problemi sul mercato del lavoro.

Visto il trend economico è inoltre molto probabile che questo non sarà l’ultimo rialzo. La preoccupazione più grande riguarda l’impennata dei tassi di interesse ipotecari. Ci sono circa 1,4 milioni di famiglie che dovranno rinnovare i loro mutui a tasso fisso nel corso di quest’anno e questo potrebbe metterle in difficoltà.

Banca centrale europea

Decisione simile l’ha presa settimana scorsa anche la Bce, alzando di 25 punti base i tassi di interesse. Il motivo è legato ai trend dell’inflazione. Secondo il Consiglio Direttivo l’inflazione, nonostante sia diminuita a maggio (6,1%, rispetto al 7% di aprile), è destinata a rimanere elevata per un periodo di tempo troppo prolungato. Per questo, secondo la Bce, si è reso necessario proseguire su una politica restrittiva. La Bce ha inoltre precisato che ci saranno ulteriori rialzi dei tassi anche nei mesi prossimi per evitare che si inneschi una spirale tra salari e prezzi che potrebbe influire negativamente sull’inflazione.

Federal Reserve

La Federal Reserve è l’unica Banca Centrale che ha optato per una pausa nella politica dei rialzi dei tassi. Dopo 10 aumenti consecutivi in 15 mesi la Fed ha infatti deciso di mettere in pausa il ciclo. Decisione che arriva a breve distanza dalla lettura del dato dell’inflazione core di maggio, che si è attestata al 4%, rallentando rispetto al 4,9% di aprile. Il dato risulta essere migliore rispetto alle attese, visto che ci si aspettava un inflazione al 4,1%, oltre che essere ai minimi da marzo 2021. Trend in discesa che però rimane ancora distante dal target del 2%. Proprio per questo la Fed ha indicato che l’attuale pausa è solo temporanea. I funzionari della Banca Centrale a stelle e strisce ipotizzano infatti altri due rialzi di 25 punti base entro la fine dell’anno. La pausa consentirà inoltre alla Fed di avere altre sei settimane per valutare le informazioni aggiuntive e le loro implicazioni per la politica monetaria, prima di dover prendere una decisione a fine luglio.

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