Cos’è il potere d’acquisto e come difenderlo?


Difendere il proprio potere d’acquisto è una delle preoccupazioni più grandi dei risparmiatori, perché la crescita dell’inflazione riduce la capacità di spesa. Gli italiani hanno una tradizionale tendenza a risparmiare, infatti secondo i dati ABI (Associazione Bancaria Italiana) nel 2021 sui conti correnti italiani era custodito un tesoretto di ben 1.800 miliardi di euro. Lasciare il denaro sul conto corrente può ridurre il potere d’acquisto per effetto dell’inflazione ed erode quindi la capacità di spesa dei risparmiatori.

Ecco che difendere il potere d’acquisto diventa un’esigenza pressante, soprattutto nei periodi di forte inflazione come quello che stiamo vivendo. Prima di passare all’azione, è bene capire bene perché e come la capacità di spesa dei risparmiatori si riduce e quali sono le variabili in gioco.

📉 Perché si riduce il potere d’acquisto? Per effetto dell’inflazione o della svalutazione della valuta
📊 Come si calcola l’inflazione? Attraverso gli indici dei prezzi al consumo, come NIC, FOI e IPCA
💸 Quali sono gli effetti della perdita del potere d’acquisto? Una riduzione della capacità di spesa e di risparmio
💡 Come difendere il potere d’acquisto? Con l’investimento dei capitali

Definizione di potere d’acquisto

Possiamo definire il potere d’acquisto come la capacità di comprare dei beni con un determinato quantitativo di denaro. A parità di capitale, la diminuzione o la crescita del potere d’acquisto permette di acquistare un quantitativo di beni che sarà, rispettivamente, inferiore o maggiore.

Il denaro nell’economia moderna ha 3 funzioni: mezzo di scambio, riserva di valore e unità di conto. In particolare, la funzione di riserva di valore viene compromessa dalla riduzione del potere d’acquisto, perché il semplice risparmio non è più sufficiente per conservare e preservare la propria ricchezza.

Il significato del potere d’acquisto si può esprimere anche con la formula matematica , dove Pa rappresenta il potere d’acquisto e P è invece il prezzo dei beni. La crescita del prezzo dei beni diminuisce quindi il potere d’acquisto ed è per questo che l’inflazione diventa una delle variabili più importanti.

L’inflazione: la variabile principale che condiziona il potere d’acquisto

Quando l’inflazione è contenuta entro certi limiti, è considerata un indicatore di buona salute dell’economia, ma quando cresce molto, incide pesantemente sulla capacità di spesa delle famiglie. Gli effetti dell’inflazione galoppante si riflettono soprattutto sulle con reddito medio-basso, che si vedono costrette a stringere la cinghia.

Il rapporto tra inflazione e risparmio può comportare serie difficoltà, perché mentre l’ammontare dello stipendio resta sempre lo stesso, al crescere dell’inflazione si può acquistare un quantitativo di beni inferiore. In questa situazione il potere d’acquisto della moneta si riduce, così come anche la capacità di mettere da parte dei risparmi.

Gli indici di prezzo al consumo

La crescita o la meno probabile riduzione dei prezzi, possono avere effetti dirompenti sull’economia, infatti gli indici dei prezzi al consumo sono monitorati in modo costante dall’ISTAT. L’Istituto Nazionale di Statistica misura nel tempo le variazioni dei prezzi di determinati prodotti e servizi, che rappresentano il paniere ISTAT e sono selezionati in base alle abitudini di spesa degli italiani.

In particolare l’ISTAT misura 3 indici al consumo, che sono il NIC, il FOI e l’IPSA. Vediamo allora in dettaglio cosa significano queste sigle.

Il NIC

Con l’acronimo NIC si indica l’indice al consumo che si riferisce all’Italia e quindi si misura l’inflazione in riferimento al sistema economico italiano. Ad esempio l’indice NIC per il 2022 è stato di 113,2, con una crescita dell’8,1% rispetto all’anno precedente.

Il FOI

Nel caso del FOI viene preso in considerazione l’indice di prezzo al consumo in riferimento alle famiglie di operai e impiegati (escluse le spese per i tabacchi). L’attenzione in questo caso si focalizza sulle famiglie che fanno capo ad un lavoratore dipendente e fa capire bene quali sono gli effetti dell’inflazione sulla maggioranza dei nuclei familiari. L’indice FOI di aprile 2023 è stato di 118,4, con una variazione del +7,9% rispetto all’anno precedente.

L’IPCA

L’indice IPCA permette di avere il polso dell’inflazione in Europa, infatti rappresenta l’indice al consumo armonizzato per i Paesi dell’Unione Europea. L’IPCA per il 2022 è stato del 6,6%, al di sopra delle previsioni ISTAT del giugno 2022. Confrontare questo dato con la crescita dell’inflazione in Italia, ci fa comprendere meglio qual è l’incidenza della crescita dei prezzi nel Belpaese rispetto agli altri Stati dell’Unione Europea.

Potere d’acquisto: alcuni esempi

In termini pratici, cosa accade quando una moneta perde potere d’acquisto? Per rispondere a questa domanda possiamo ricorrere ad alcuni esempi. Se un risparmiatore ha un capitale di 100.000€ fermo sul conto corrente, deve sapere che la crescita dell’inflazione comporterà una riduzione del suo potere d’acquisto, che sarà strettamente legata all’indice dei prezzi al consumo.

Il capitale di 100.000€ rimasto sul conto corrente dal 2021, nel 2022 è stato eroso dalla crescita dell’indice al consumo NIC del +8,1%. Il risparmiatore con questo capitale nel 2022 ha potuto acquistare un quantitativo di beni e servizi del valore di 91.900€ (se si prendono in considerazione i prezzi del 2021), mentre con lo stesso capitale l’anno precedente avrebbe potuto acquistare 8.100€ di beni in più, perché nell’arco di 12 mesi i prezzi sono saliti.

Una crescita del NIC del 2% avrebbe avuto un impatto inferiore sul potere d’acquisto del risparmiatore, riducendo la sua capacità di spesa di soli 2.000€ rispetto all’anno precedente. Si tratta comunque di una perdita non indifferente, che si può prevenire se si adottano degli accorgimenti per difendersi dall’inflazione.

La parità del potere d’acquisto

Gli economisti hanno teorizzato la possibilità di arrivare all’adeguamento del potere d’acquisto tra valute e quindi ad una parità del potere d’acquisto tra Stati con valuta diversa. Questa situazione si verifica quando, dopo aver applicato il tasso di cambio, il potere d’acquisto nei due Stati considerati resta invariato.

Il dato della parità del potere d’acquisto o PPP è utile per confrontare il potere d’acquisto di due valute differenti. Sebbene si tratta di un dato di scarsa rilevanza pratica per il risparmiatore, è un valore monitorato dalle più alte istituzioni monetarie e bancarie, alla fine di avere un quadro più chiaro per la definizione delle politiche monetarie.

Come difendere e aumentare il potere d’acquisto

Abbiamo visto come lasciare il denaro sul conto corrente sia deleterio al crescere dell’inflazione, quindi è bene valutare delle soluzioni per difendere e aumentare il potere d’acquisto. Per contrastare l’inflazione si possono seguire due strade: acquistare dei beni che sono destinati a salire di prezzo oppure investire il capitale sui mercati finanziari.

La seconda strada è senza dubbio la più battuta dagli risparmiatori che vogliono proteggere i risparmi dall’inflazione. Il mondo degli investimenti offre un ampio ventaglio di possibilità, infatti chi sceglie di investire in un portafoglio Moneyfarm viene accompagnato in un percorso d’investimento da consulenti esperti ed è invitato a valutare bene i propri obiettivi economici, la propensione al rischio e l’orizzonte temporale da considerare.

I portafogli in ETF sono la scelta più comune, ma se agli obiettivi d’investimento si vogliono affiancare anche degli obiettivi di risparmio, si possono valutare altre soluzioni, come ad esempio un piano d’accumulo di capitale. I PAC hanno l’ulteriore vantaggio di alimentare l’investimento in modo graduale, così le oscillazioni dell’inflazione hanno nel tempo un peso sempre più trascurabile.

Conclusioni

Il potere d’acquisto è una risorsa che va tutelata e difesa, soprattutto nei periodi in cui l’inflazione cresce a ritmi più sostenuti. Gli investimenti rappresentano la strada maestra per contrastare gli effetti della crescita dei prezzi e incrementare il capitale nel tempo. I risparmi che ristagnano sui conti correnti vengono invece erosi dall’inflazione, che riduce la capacità di spesa del risparmiatore.

Gli investimenti che risultano più efficaci per incrementare il potere d’acquisto sono quelli di lungo termine, che prevedono però l’applicazione di una solida strategia d’investimento. Chi si affida a Moneyfarm, non solo dispone di una consulenza dedicata ed indipendente, ma può contare su strategie d’investimento ormai collaudate, che si possono adattare alle esigenze specifiche di ogni investitore.

Domande frequenti

Cos’è il potere d’acquisto?

Il potere d’acquisto è la capacità di acquistare un quantitativo di beni con un determinato capitale. Al crescere dell’inflazione, la capacità di spesa si riduce, a meno che il risparmiatore non decida di dare valore ai propri risparmi investendo il proprio capitale.

Come si fa il calcolo del potere d’acquisto?

Il potere d’acquisto è inversamente proporzionale all’indice dei prezzi al consumo, infatti quando i prezzi salgono, il potere d’acquisto si riduce. Per calcolare le variazioni della capacità di spesa, si deve quindi conoscere la variazione dell’indice dei prezzi al consumo in un dato periodo.

Come difendersi quando una moneta perde potere d’ acquisto?

Investire il denaro è un modo efficiente per incrementare il potere d’acquisto e proteggersi dagli effetti dell’inflazione. Se il capitale cresce nel tempo, batte l’inflazione e aumenta la capacità di spesa del risparmiatore.

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*Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.