Ecco come abbiamo ribilanciato i portafogli (e cosa succede sui mercati)

Mentre ci avviciniamo al giro di boa per il 2023, l’andamento dei mercati e dei portafogli di Moneyfarm prosegue il trend positivo degli ultimi mesi.  L’economia globale continua ad offrire segnali ambivalenti, con l’alternarsi di dati che sembrano indicare un rallentamento e altri che invece evidenziano la resilienza del sistema. Le situazioni di rischio che hanno movimentato le ultime settimane, crisi bancarie e stallo sul debito Usa, sembrano infine fare sempre meno paura.

Cosa sta succedendo sui mercati?

Il trend dell’inflazione continua a normalizzarsi in Europa e negli Stati Uniti, anche se resta resistente in alcuni comparti chiave. La BCE e la FED nell’ultimo mese hanno infatti messo in atto un nuovo ciclo di rialzo dei tassi. Si pensa che si sia però vicini alla fine di una politica monetaria restrittiva, visto che le due Banche Centrali stanno iniziando a spostare l’attenzione dal tema dell’inflazione a quello della crescita, in linea con le aspettative degli investitori.

In questo contesto i mercati azionari hanno continuato ad avere un andamento positivo, anche se le performance delle aziende, sopratutto negli Stati Uniti sono state guidata da un un numero più limitato di titoli, legati specialmente al mondo dell’intelligenza artificiale. Le aziende più cicliche hanno invece cominciato a prezzare uno scenario economico più conservativo.

Tutto sommato la dinamica di base sembra essere in continuità con la normalizzazione che ci aspettavamo per quest’anno, ma teniamo alta la guardia, in un contesto in cui l’economia continua a rallentare. Due i temi da tenere d’occhio:

  1. L’effetto del rialzo dei tassi che comincia a farsi sentire, anche se in modo non univoco (nei paesi avanzati si sta verificando un rallentamento del settore manifatturiero).
  2. Dopo la crisi bancaria, le attese sulla stretta creditizia sono vicine ai massimi storici e gli impatti sulla crescita e il livello di stress sul sistema finanziario rimangono incerti.

Rischi che non possono essere ignorati. La domanda che infatti ci poniamo è come i gestori possono equipaggiarsi al meglio in questa fase molto fluida, senza rinunciare a catturare sacche di rendimento.

Dove siamo diretti?

Un contesto di mercato incerto ma a prima vista non troppo negativo, dove le economie reggono sorprendentemente e il rischio di recessione per gli USA nel 2023 è certamente diminuito. Rimangono però domande fondamentali su quando e come il rialzo tassi inizierà a farsi sentire maggiormente nell’economia, soprattutto dopo la crisi bancaria e il restringimento del credito che ne seguirà. Inoltre, sono anche incerti gli effetti della riduzione del bilancio delle Banche Centrali, che raggiungerà massima potenza nei prossimi mesi. Infine, se la Cina non dovesse riprendere a far bene, possiamo aspettarci un ulteriore rallentamento delle attese di crescita.

In tutto ciò, tuttavia, i mercati sviluppati continuano in aggregato a crescere e anche le attese di crescita utili si sono riprese, supportando un aumento di ottimismo nelle ultime settimane. La questione cruciale e’ pero’ appunto quanto di questa crescita sia giustificata dalla situazione macroeconomica e quanto questa possa minarne la forza nei prossimi mesi.

Ribilanciamento: i punti chiave

Lato obbligazionario, riteniamo che i rendimenti sulle scadenze a brevi e sui bond a maggior merito creditizio siano relativamente più interessanti, mentre il premio per aumentare il rischio è remunerato meno rispetto a qualche mese fa. Per questo abbiamo deciso di inserire in portafoglio titoli con una scadenza più breve, e quindi meno esposti alla dinamica di tasso ed a un’eventuale recessione, mantenendo un profilo di rendimento simile. Una mossa tattica, mirata soprattutto a cogliere le opportunità che vediamo nel segmento obbligazionario con un orizzonte di 6/8 mesi.

Lato azionario, abbiamo invece optato per una modifica marginale, che riporta i portafogli in linea con i benchmark globali. Le valutazioni – o, in altre parole, il prezzo relativo delle azioni – restano a nostro parere uno dei fattori fondamentali per le performance in questo contesto di mercato e, dopo il recente rialzo dei listini americani. I mercati extra USA sono più promettenti e mostrano, per esempio, rapporti prezzi/utili più bassi. Per questo, abbiamo scelto di bilanciare parte della nostra esposizione azionaria verso i Paesi Sviluppati diversi dagli Stati Uniti.

Insomma, la parola chiave di questo ribilanciamento è “qualità”, in un contesto nel quale rimaniamo leggermente conservativi, ma senza rinunciare a ottimi yield e ritorni attesi nel lungo termine. Come sempre, se avete dubbi o domande sull’ultimo ribilanciamento o sull’andamento del vostro investimento, non esitate a contattare il vostro consulente di riferimento.

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*Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.