La Via della Seta tra Cina e Italia: quale futuro?

Il dossier sulla Via della Seta scotta. L’Italia è l’unico paese del G7 che ha siglato il memorandum con la Cina nel 2019 e che adesso deve decidere se rinnovare l’accordo oppure no. Le pressioni non sono poche: da una parte c’è Pechino che vorrebbe la prosecuzione del Memorandum e dall’altra gli Usa che premono affinché ciò non avvenga. Da parte sua il governo italiano ha chiesto (e ottenuto) più tempo, si parla di qualche mese, prima di prendere una decisione finale.

Rapporti commerciali Cina – Italia

La Cina nel corso degli anni ha acquistato una notevole rilevanza nel bilancia commerciale italiana: pesando ad oggi quasi il 9% delle importazioni e il 4% delle esportazioni. Interessante poi notare come la crescita maggiore delle importazioni dalla Cina riflette il successo della strategia commerciale ed economica messa in piedi da Pechino negli ultimi anni. Il trend però sta rallentando, dopo aver raggiunto il suo picco, come mostra il grafico sottostante, sia in termini di importazioni che di esportazioni. Secondo l’Ufficio nazionale di statistica cinese, nel bimestre gennaio – febbraio 2023 le esportazioni sono diminuite del -6,8% su base annua e le importazioni del -10,2%, sottolineando un rallentamento dell’economia globale ma soprattutto un deterioramento della domanda interna. Dinamica che dunque ha “colpito” anche le dinamiche di import ed export della Cina in Italia.

Se poi andiamo a vedere la differenza tra le variazioni annuali di import ed export tra Italia e Cina Vs gli altri paesi dell’area euro si può osservare come negli ultimi 30 anni questo differenziale sia stato negativo sia lato esportazioni che importazioni. Questo significa che il commercio con la Cina è cresciuto molto più in fretta rispetto a quello con i partner europei. Dinamica che sembra essersi stabilizzata negli ultimi anni, dato che la velocità di crescita degli investimenti (grafico sottostante) risulta essere abbastanza equivalente, se non inferiore rispetto all’ultimo anno.

Attenzione però a non trarre conclusioni affrettate. E’ sicuramente vero che la Cina ricopre un ruolo importante nella bilancia commerciale italiana, ma stando ai dati Eurostat, il partner commerciale più importante per il nostro Paese, e in realtà per la maggior parte degli stati europei, rimane la Germania. Se poi si amplia lo sguardo a livello di Unione europea si nota come la Cina nel 2021 sia stato il partner commerciale più importante per i 27 stati membri, scambiando valori per 696 miliardi di euro (import ed export). Valori che permettono a Pechino di superare gli Usa come partner commerciale preferito dall’Ue.

Quali vantaggi per l’Italia dalla Via della Seta?

Nel 2019 il governo Conte ha siglato il primo Memorandum della Via della Seta con la Cina. L’Italia, come detto, è stato l’unico paese dell’Ue e del G7 ad entrare a far parte del progetto di sviluppo cinese: abbiamo avuto dei vantaggi da questo Memorandum?

La risposta la si trova nei dati. La Cina negli ultimi 15 anni ha investito molto in Italia. Osservando il monitoraggio costante degli FDI, investimenti diretti esteri, si può infatti notare come il Dragone si sia mosso in controtendenza, rispetto al resto del mondo, soprattutto dal 2019 in poi. Dal 2004 in poi il flusso di FDI indirizzati verso il nostro Paese da parte della Cina è cresciuto in modo costante e notevole, rispetto al resto del mondo. Il flusso netto di investimenti a livello globale, come si può notare dal grafico, verso l’Italia é stato molto basso, se non addirittura negativo, in determinati periodi, mentre il Dragone, da parte sua, ha rappresentato una costante per il nostro Paese. Trend che può essere collegato alla firma del Memorandum della Via della Seta tra Italia e Cina nel 2019 e che ha continuato a dare i suoi frutti durante gli anni a seguire, fino ad oggi.

I dati evidenziano infine anche uno dislivello, a favore della Cina, nella quantità degli investimenti diretti esteri verso l’Italia che arriva a 70 miliardi di euro nel 2023 contro i 20 miliardi degli altri paesi considerati. Una differenza di non poco conto.

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