Di cosa stiamo parlando? L’Etf dei mercati azionari europei che possediamo (SMEA MI) è tornato al di sopra del livello del 23 febbraio, giorno prima che la Russia invadesse l’Ucraina. Analizziamo meglio la situazione.
Che senso ha?
Dobbiamo analizzare due punti:
- In primo luogo, come è stato ben documentato, la storia di solito sostiene l’acquisto durante le crisi geopolitiche. La tabella seguente è tratta da un articolo di Barry Ritholtz (febbraio 2022) e mostra la performance dell’S&P500 nelle varie crisi.
- In secondo luogo, anche la recente esperienza con il COVID è stata importante. Il mercato azionario statunitense si è infatti ripreso molto più rapidamente rispetto ai precedenti ribassi (secondo il grafico sottostante).
La storia è simile, anche se forse meno pronunciata, quando parliamo dell’ Etf dei mercati azionari europei. Cosa dovremmo pensare, dunque? Partiamo dal fatto che a giugno 2020 i mercati azionari sembravano ritenere che:
- i governi avrebbero fornito un notevole sostegno all’economia globale;
- un vaccino efficace sarebbe emerso molto più velocemente che in passato (così è stato).
I mercati azionari si sono rivelati piuttosto preveggenti, quindi.
Quindi, la prospettiva nel lungo termine sugli eventi geopolitici e l’esperienza più recente del COVID suggeriscono una rapida ripresa dei mercati azionari, anche prima del miglioramento dei fondamentali.
Punti di vista alternativi:
Inevitabilmente, ci sono possono essere alcuni punti di vista diversi sull’argomento attuale.
- In primo luogo, si potrebbe ragionevolmente sostenere che i mercati azionari non riflettono la situazione attuale. Il conflitto continua con un grande costo in termine di vite umane, e la possibilità che questo si prolunghi sembra abbastanza probabile, anche se le due parti continuano a negoziare. La guerra ha ripercussioni, come abbiamo notato prima, sulla crescita (diminuisce) e sull’inflazione (cresce). Più a lungo continua il conflitto, maggiore sarà dunque l’impatto sull’economia europea. E, anche se ci sarà una rapida fine della guerra, le sanzioni attuate contro la Russia hanno potenziali conseguenze che emergeranno solo nel tempo.
- In secondo luogo, quando guardiamo all’esperienza COVID, vediamo un livello senza precedenti di sostegno politico fornito con una velocità e senza precedenti. Questa volta probabilmente non sarà così. Come abbiamo visto la scorsa settimana, le diverse Banche Centrali stanno “spingendo” verso politiche più stringenti: il presidente della Fed, Jerome Powell ha sottolineato che l’economia statunitense è abbastanza forte da tollerare tassi di interesse più alti e la Banca d’Inghilterra ha inviato un messaggio leggermente più riservato (con un membro del MPC che ha votato per nessun cambiamento). È dunque difficile prevedere che le autorità monetarie possano fornire un forte supporto (come avvenuto durante la pandemia). Il fix income si aspetta altri 6 (o più) rialzi dei tassi negli Stati Uniti nei prossimi dodici mesi e se ciò si dovesse rivelare corretto (non crediamo sia probabile), immaginiamo che le aspettative di crescita negli Stati Uniti diminuiranno
Dove ci porta tutto questo?
L’inversione di tendenza delle azioni europee è stata rapida ed evidenzia ancora una volta la sfida nel cercare di “cronometrare” i mercati. Dobbiamo però essere cauti a considerare l’esperienza del COVID come una guida. Pensiamo infatti che l’ambiente politico sia diverso da quello che abbiamo incontrato durante i primi giorni della pandemia (non ci sarà nemmeno lo stesso livello di sostegno, data la ripresa economica che abbiamo visto e l’attuale livello di inflazione). Ci potrebbe dunque essere una maggiore volatilità in futuro, rispetto a quanto abbiamo già visto nell’ultimo anno. E questo ci porta ad un posizionamento leggermente più conservativo rispetto agli ultimi diciotto mesi, con un’ampia gamma di esposizioni al rischio, ma come abbiamo visto nell’ultima settimana, uscire completamente dai mercati può essere una proposta molto più rischiosa.
*Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.