Il Fondo Monetario Internazionale promuove solo in parte l’Italia

La valutazione è positiva ma servono ancora riforme.

Dal 5 al 17 Giugno, un team del Fondo Monetario Internazionale si è dedicato alla valutazione dello stato dell’economia italiana. In buona sostanza, nell’analisi intitolata Sbloccare il potenziale di crescita dell’Italia, il FMI ha promosso gli sforzi del governo Renzi sul fronte del fisco e del lavoro non mancando di sottolineare come la ripresa sia ancora fragile e la disoccupazione viaggi su livelli inaccettabili.

Nell’introduzione si legge: “L’economia sta faticosamente emergendo da una recessione profonda. Export stabili ed una ripresa nei consumi dei privati stanno bilanciando la mancanza di investimenti dovuta alla difficoltà nell’accedere al credito, specialmente per le piccole aziende. Le lentezza della ripresa economica ha contribuito al crollo dell’inflazione aumentando il fardello per i debitori.”[pullquote align=”right”]Padoan «Non ci hanno dato pieni voti ma sono buoni»[/pullquote]

Secondo l’organizzazione internazionale, l’Italia avrebbe bisogno di politiche per riformare il mercato del lavoro, il sistema giudiziario, la competitività ed il sistema delle piccole e medie imprese. Tutto ciò permetterebbe di sbloccare il potenziale di crescite del Bel Paese.

Il Ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha accolto con soddisfazione i risultati dell’analisi: “Il FMI ha riconosciuto il ruolo fondamentale che le riforme avviate dal governo Renzi hanno avuto nel riportare la crescita su un sentiero più robusto. Non ci hanno dato i pieni voti, ma sono buoni”.

Sulla salute del sistema bancario italiano, il FMI ha fatto notare: “Le ispezioni della Banca d’Italia hanno permesso un miglioramento degli indicatori della solidità patrimoniale ed ad aumentare la fiducia nel sistema stesso. Le banche italiane hanno fatto progressi nella riforma delle governance e stanno procedendo con delle significanti ricapitalizzazioni. Ad ogni modo, i crediti deteriorati stanno continuando ad incrementare ed hanno raggiunto il livello record del 16% dei crediti totali”.

In conclusione il FMI ha riportato che la partita decisiva si gioca sul campo delle politiche fiscali: “Le politiche fiscali dovranno essere incentrate sulla diminuzione del debito pubblico ma al tempo stesso dovranno evitare una stretta che possa minare la già fragile ripresa economica”.

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