La storia dei mercati finanziari è costellata di prodotti ‘alla moda’. Ne vogliamo ricordare qualcuno? I Reverse Floater? Un bel cedolone iniziale, e poi….una scommessa sui tassi che nessuno capiva…e la perdita arrivava, puntuale, dopo qualche tempo.
E i reverse convertible? E i CDOs? E quanto altro ciarpame è arrivato sui banchi della grande distribuzione finanziaria, spinto da un marketing aggressivo volto a trasmettere un messaggio costantemente fuorviante?
Il prodotto della collezione primavera-estate 2013 pare essere il fondo a cedola certa: dammi i soldi, che ti gestisco io, e ti garantisco una bella cedola fissa, in linea – guarda caso – con il rendimento di un conto deposito, l’attuale grande nemico del risparmio gestito.
Il messaggio trasmesso al pubblico è quello della serenità, della famigliola che tranquillamente guarda al futuro, certa di poter contare su quel costante flusso cedolare. Ecco, se io fossi nella famigliola di cui sopra, non starei così tranquillo.
Il rendimento atteso di un investimento finanziario non è mai certo: la volatilità degli ultimi anni ha fatto muovere i corsi di tutte le asset class come fossero sulle montagne russe. E non c’è nessun motivo che ci porta a credere che i prossimi anni saranno più tranquilli. Questo significa, ad esempio, che il nostro capitale potrebbe rendere meno delle cedole che ci vengono pagate. In tal caso, dobbiamo essere consapevoli che una parte del nostro gruzzolo, quello che dovrebbe mandare all’università i nostri figli, ce lo stiamo fumando, cara famigliola felice.
Non solo, ma con questo vincolo della ‘cedola certa’, si innesca un meccanismo vizioso assolutamente contrario al principio base dell’Asset Allocation, che sarebbe quello di comprare sui ribassi e vendere sui rialzi.
Se i il mio patrimonio scende a causa del ribasso dei mercati, distribuisco capitale ‘sui minimi’. Quando invece faccio bene, meglio della cedola, invece di ‘portare a casa’ distribuisco meno di quanto dovrei.
Disinvesto sui ribassi e compro sui rialzi, quanto di più sbagliato si possa fare.
E quindi ? la riflessione è sempre la stessa: i rendimenti degli investimenti così detti ‘free risk’ sono di questi tempi prossimi allo zero. Tutto cio’ che promette di più implica una assunzione di rischio.
Moneyfarm cerca sempre di spiegarvelo, molti altri no. Stay tuned.