Sono in molti a ritenere che ancora una volta l’Italia sia l’ago della bilancia per provare che l’euro potrà reggere nonostante l’instabilità politica di singoli paesi membri.
L’impasse politica creata dal risultato elettorale potrebbe essere un’ottima prova per la BCE di dimostrare che le soluzioni proposte nel mese di settembre hanno effettivamente un’efficacia.
Come procederà il prossimo governo italiano nei confronti della BCE è uno dei grandi dubbi da risolvere: la riprova di questo sentiment d’incertezza è il nervosismo dei mercati a cui stiamo assistendo in queste ore.
Mario Draghi ha promesso in agosto di fare “tutto ciò che è necessario” durante il suo mandato per salvare l’euro, anche di ricorrere ad operazioni di mercato aperto per acquistare i titoli di un paese della zona EU in difficoltà, con l’obiettivo di ripristinare la liquidità nel sistema finanziario e combattere le ondate speculative.
Non dimentichiamoci che tra il 2011 e il 2012 la BCE ha acquistato, sul mercato secondario, BOT italiani per 102,8 miliardi di euro a dimostrazione che c’è una forte volontà dei principali paesi a fare rimanere l’Italia nell’euro.
Attendiamo con voi i prossimi passi della politica italiana e le reazioni della BCE, sperando in un coordinamento di entrambe le parti per uscire dal momento d’incertezza.